Il Sole-24 Ore 4/1/2010;, 4 gennaio 2010
DOMANDE
& RISPOSTE Vorrei assumere una colf che mi è stata raccomandata da una conoscente ma non sono sicura che svolga bene il suo lavoro.
Posso metterla in prova?
Il contratto di lavoro domestico, all’articolo 13, prevede un periodo di prova retribuito di otto giorni di lavoro effettivo, se la lavoratrice è inquadrata nei livelli da A a D. La prova dura invece 30 giorni se la dipendente è inquadrata nel livello D super, ossia come assistente di persone non autosufficienti. Durante il periodo di prova il rapporto può essere risolto in qualsiasi momento da ciascuna delle parti, senza preavviso. Se la lavoratrice non riceve la disdetta entro i termini previsti dal contratto può considerarsi automaticamente assunta.
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Sto per assumere un’assistente domestica che si occupi di mio padre, non più autosufficiente.
Per esigenze personali, mi farebbe comodo darle come giorno libero il sabato, visto che in quel giorno non lavoro e potrei prendermi cura io di mio padre. Posso farlo?
Sì, è possibile dato che alla badante spetta un riposo settimanale di 24 ore la domenica e un riposo infrasettimanale di 12 ore. La scelta del giorno in cui l’assistente può fruire del riposo spetta al datore di lavoro cheè tenuto a inserire tale clausola nella lettera di assunzione.
Se la badante professa una religione che prevede la santificazione di un giorno diverso dalla domenica può chiedere alla famiglia la sostituzione del giorno di riposo festivo.
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Ho letto nel contratto di lavoro che si fa riferimento alla retribuzione globale di fatto.
Cosa significa?
Il contratto nazionale di lavoro fa riferimento alla retribuzione globale di fatto per conteggiare ferie, tredicesima e Tfr. La retribuzione globale di fatto comprende lo stipendio pattuito con il lavoratore (che deve essere sempre uguale o superiore ai minimi sindacali)e l’eventuale indennità di vitto e alloggio, che costituisce una forma di retribuzione in natura.
L’indennità di vitto e alloggio viene riparametrata anno dopo anno in base alla tabella F del contratto del settore domestico.
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Per motivi di lavoro sono costretto a trasferirmi in un altro comune. Come devo comportarmi nei confronti della lavoratrice domestica convivente che ho assunto?
Il datore che cambia comune di residenza è tenuto a informare la badante attraverso un avviso scritto, da mandare via posta almeno 15 giorni prima del trasloco. Per i primi 15 giorni di lavoro nel nuovo comune, alla dipendente va corrisposta una diaria aggiuntiva pari al 20% della retribuzione globale di fatto relativa a quel periodo. Al datore spetta anche l’onere di rimborsare le spese di viaggio e di trasporto degli effetti personali della lavoratrice. La badante che non accetta il trasferimento ha diritto all’indennità sostitutiva del preavviso.
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Durante l’estate io e la mia famiglia ci trasferiamo nella nostra casa al mare. La baby sitter assunta con contratto di convivenza per badare ai bambini è tenuta a seguirci?
Secondo quanto previsto dal nuovo contratto collettivo il lavoratore convivente è tenutoa seguire il datore di lavoro durante i suoi soggiorni temporanei.
Se tale clausola viene inserita nella lettera di assunzione, alla baby sitter non spetta alcuna indennità aggiuntiva. In caso contrario, invece, alla lavoratrice sarà corrisposta, per tutti i giorni di trasferta, una diaria giornaliera aggiuntiva pari al 20% della retribuzione minima tabellare giornaliera.
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La colf a ore che salta la giornata perché il datore è ad esempio fuori città e l’avvisa di non andare a lavorare, ha diritto ugualmente alla retribuzione?
Sì, se la mancata giornata di lavoro è determinata dall’assenza del datore.L’articolo 19 del contratto stabilisce, infatti, che durante le sospensioni del lavoro extraferiali, per esigenze del datore di lavoro «sarà corrisposta al lavoratore la retribuzione globale di fatto, ivi compreso, nel caso di lavoratore che usufruisca del vitto e dell’alloggio,il compenso sostitutivo convenzionale, sempreché lo stesso non usufruisca durante tale periodo di dette corresponsioni».
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La badante che assiste mio padre ha deciso di dimettersi per cambiare lavoro. Può farlo, oppure deve aspettare che io trovi una nuova assistente che si prenda cura di mio padre?
La lavoratrice domestica nonè tenuta ad aspettare che il datore trovi una sostituta: le basterà dare il preavviso previsto dal contratto nazionale. Si tratta di otto giorni di calendario se si lavora da meno di 5 anni o di 15 giorni se l’anzianità lavorativa supera i 5 anni. In caso contrario, la badante dovrà subire la penale del pagamento dell’indennità di mancato preavviso. Se, invece, la badante si dimette con giusta causa (se, ad esempio, non le viene pagato lo stipendio) non sarà tenuta al rispetto del periodo di preavviso.