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 2010  gennaio 03 Domenica calendario

Gol, tifo e vuvuzela Sarà il campionato più rumoroso di sempre Non sono solo i giocatori a dare spettacolo La tromba diventa un oggetto di culto MILANO – Il calcio, da noi, si gioca in campo e fuori

Gol, tifo e vuvuzela Sarà il campionato più rumoroso di sempre Non sono solo i giocatori a dare spettacolo La tromba diventa un oggetto di culto MILANO – Il calcio, da noi, si gioca in campo e fuori. Lo dicono con orgoglio tutti gli africani e se a nord sarebbe il caso di fare qualcosa (lo spareggio mondiale tra Algeria ed Egitto è stato una guerra più che una partita), sotto l’equatore la faccenda cambia e capita che la parte migliore dello spettacolo si svolga, appunto, fuori dal campo. Capita spesso anche in Sudafrica e lo si è visto lo scorso giugno, durante la Confederations Cup, con le curve trasformate in corpi di canto e ballo, talmente coordinati da dare un ritmo e un senso all’assordante colonna sonora a base di vuvuzela, le famigerate (per molti) trombe. Non è un caso che i brasiliani’ giocatori e tifosi – si siano trovati fin dal primo giorno come a casa loro. I colori hanno aiutato (oro e verde la Seleçao, verde e giallo i Bafana Bafana) ma è stata la passione per il calcio e per la musica a cementare il gemellaggio. Senza contare che i sudafricani amano il ghirigoro (il dribbling inutile, il tunnel ametà campo) forse più dei brasiliani, e il motto di una delle squadre organizzate dai prigionieri di Robben Island, «Il gol è argento, ma l’arte è oro», chiarisce le cose in maniera definitiva. (Afp) Simbolo Una gigantesca vuvuzela sulla tangenziale di Polokwane, una delle 9 città mondiali Sarà un Mondiale speciale quello che si giocherà dall’11 giugno all’11 luglio tra Johannesburg e Città del Capo. Il primo in Africa e il primo in un Paese che sul pallone ha puntato moltissimo. Jacob Zuma, il presidente, nel discorso di fine anno ha parlato soprattutto di calcio ai 47 milioni di suoi connazionali: «Il Mondiale è la cosa più importante che ci è capitata da quando nel ”94 andammo a votare per cancellare l’apartheid. Facciamo conoscere al mondo il nostro Paese, non sprechiamo l’occasione». Ma sarà anche il Mondiale più rumoroso di sempre grazie, appunto, alla (o per colpa della) vuvuzela, la tromba di plastica lunga poco più di 60 centimetri che rischia seriamente di diventare un oggetto di culto, oltre che un affarone. All’inizio della Confederations, la tromba si portava via con una quindicina di rand, circa un euro e mezzo, a fine torneo il prezzo era salito a 150 rand (15 euro) e lo strumento era introvabile. L’estate prossima sarà molto peggio, omeglio per chi, la Masincedane Sport per esempio, produce e vende vuvuzela in plastica dal ”99. In attesa dell’evento, spuntano ovunque padri della tromba. L’ultimo è Freddie Maake, 53 anni, 9 figli e residenza in una township vicino a Johannesburg. Si fa chiamare Saddam («Lo amo, è morto per proteggere il suo Paese, io sono pronto a fare lo stesso») e sostiene di avere inventato la vuvuzela ma, purtroppo per lui, nessuno gli crede. L’unica certezza sulla vuvuzela è che ha una storia rispettabilissima essendo la più omeno diretta discendente dello strumento ricavato dalle corna dei kudu (un’antilope di medie dimensioni) utilizzato già 400 anni fa soprattutto dagli zulu. Durante l’apartheid venne vietata dai boeri e forse anche per questo Sepp Blatter, il presidente della Fifa, si è ben guardato dall’escluderla dagli stadi mondiali nonostante le richieste del presidente della federazione giapponese Motoaki Inukai e dimolti giocatori europei, a cominciare dallo spagnolo Xabi Alonso («Non riesci a concentrarti, non riesci a comunicare con i compagni. Odio quelle trombe»). Chi non ama la vuvuzela dovrà farsene una ragione. La tromba tira e già sono pronti modelli alternativi: la kuduzela (attorcigliata come il corno di kudu) e la meno ingombrante ZaZu. Non riusciranno a oscurare l’originale, ma contribuiranno ad aumentare il rumore durante i giorni del Mondiale e a migliorare il bilancio di molte famiglie sudafricane.