Elsa Vinci, Corriere della Sera 4/1/2010, 4 gennaio 2010
In epoche remote, come nel Rinascimento, quando l’astrologia era considerata una scienza utile a indagare la natura e il mistero che è la vita
In epoche remote, come nel Rinascimento, quando l’astrologia era considerata una scienza utile a indagare la natura e il mistero che è la vita. «Papa Innocenzo ottavo, che studiava le stelle, chiese di incontrare il filosofo naturalista e astrologo Tommaso Campanella proprio per confrontarsi, per discutere, della visione del mondo. E lo ricevette a casa, che a quell’epoca, era al Quirinale. Lo stesso Campanella scrisse un opuscoletto su "Come evitare il Fato astrale"». Come si evita il Fato astrale quando è funesto? «Secondo Campanella, si poteva evitare la negatività del Fato astrale, che a quel tempo era attribuita in particolare alle ecissi, seguendo questo rituale: bisogna chiudersi in una stanza con le pareti foderate di seta bianca, accendere sette candele e restare in meditazione. Cosa che anche oggi non farebbe male a tanta gente» (Rosanna Zerilli, in arte Horus, a Elsa Vinci sul Corriere della Sera)