Gian Antonio Orighi, La Stampa 04/01/10, 4 gennaio 2010
La bella vita di Juan Carlos. I comunisti: spende troppo - Basta con l’opacità finanziaria di Juan Carlos
La bella vita di Juan Carlos. I comunisti: spende troppo - Basta con l’opacità finanziaria di Juan Carlos. Il partito comunista sta raccogliendo le firme per chiedere alla Camera di sapere come il monarca spenda gli 8,9 milioni di appannaggio annuale. «I conti della Casa Reale devono avere un controllo pubblico ed essere conosciuti da tutti - tuona Gloria Aguilar, responsabile Esteri del pce -. In uno Stato di Diritto il silenzio è anomalo». A differenza delle altre nove Case Reali europee, i Borboni di Spagna, che pagano le imposte dirette, hanno sempre negato i rendiconti dell’appannaggio e non hanno mai rivelato a quanto ammonti il loro patrimonio personale (esentasse, dunque). Secondo Eurobusiness sarebbe di 1,7 miliardi di euro. «La giustificazione delle spese del monarca è necessaria soprattutto nei momenti di crisi come l’attuale perché non ha senso che, quando ai suoi sudditi va male, la Casa Reale continui ad essere opaca», insiste Aguilar. A dire il vero il re, che sta per compiere 72 anni ed è sul trono dal 1975, ha la legge dalla sua. La Magna Carta post-franchista del ”78 stabilisce infatti che «il sovrano riceve dallo Stato una cifra globale annua per il mantenimento della sua famiglia e della Casa Reale e ne dispone liberamente». Per calmare le acque, il premier socialista Zapatero - il cui stipendio è un centesimo di quello di Juan Carlos - ha congelato l’appannaggio, stanziando nella Finanziaria 2010 la stessa cifra del 2009. Ma i «no Monarchia» non mollano. «La Costituzione permette al re di spendere come vuole il suo compenso, ma ciò non vuol dire che non debba rendere conto delle sue spese, come fanno altre Case Reali», incalza José Luis Centella, segretario generale del pce. Il giornale progressista «Público» rincara la dose ricordando che il sovrano non mantiene affatto la Casa Reale. Escludendo quanto sborsa ai tre figli e le sue spese personali, «tutto il resto è a carico dello Stato: 6,2 milioni di euro in retribuzioni ai 135 dipendenti, 345 mila euro in viaggi, 17,9 milioni la gestione delle residenze reali». Se la Camera non accoglierà la richiesta del pce (e socialisti e popolari, l’80% del Parlamento, sono più realisti del re e favorevoli alla sua opacità), il partito dovrà raccogliere almeno 500 mila firme per farla discutere per legge alle Cortes.