Cristina Nadotti, la Repubblica 3/1/2010, 3 gennaio 2010
DAL NOSTRO INVIATO
LONDRA - Se dopo le piogge di questi giorni vi viene in mente di costruire un´arca, siete fortunati. Sono appena state scoperte le istruzioni dettagliate date a Noè per la sua imbarcazione salvifica. E la sorpresa è che non aveva la forma da transatlantico con cui di solito viene rappresentata, ma era una grande zattera di tronchi rotonda. «Metti insieme la barca che costruirai di forma rotonda, fai in modo che la sua lunghezza e la sua larghezza siano uguali» è uno dei passi delle 60 righe incise in scrittura cuneiforme su una tavoletta d´argilla rimasta per mezzo secolo dentro un baule in una soffitta di Londra.
Il reperto proviene da una collezione messa insieme da Leonard Simmons, pilota della Raf dal 1945 al 1949, che mentre era in servizio in Medio Oriente comprò per pochi spiccioli ogni sorta di cimeli. Tornato in patria fece vedere sigilli, pezzi di vasellame e tavolette ad alcuni esperti, ma nessuno li reputò di valore. Nei giorni scorsi il figlio del collezionista, Douglas, è andato a una delle conferenze organizzate dal British Museum sulla storia babilonese portandosi dietro una tavoletta con incisioni cuneiformi presa dal baule ereditato dal padre e l´ha mostrata a Irving Finkel, curatore della sezione babilonese del museo. Lo studioso, capace di decifrare immediatamente il testo, è quasi svenuto nel leggere le istruzioni che il dio dà a Atram-Hasis, un re sumero vissuto prima del diluvio e riconosciuto dagli storici come una delle figure riconducibili a Noè nelle prime versioni della storia dell´arca. Oltre a impartire istruzioni precise per la forma dell´arca, il dio raccomanda anche che fosse costruita con fibre di palma intrecciate e incatramate e che avesse ripari per gli animali e le persone.
Secondo Finkel la nuova forma dell´imbarcazione biblica ha un senso. «In effetti l´arca non doveva andare da nessuna parte, aveva bisogno soltanto di galleggiare - ha dichiarato l´esperto al Guardian - per cui non serviva una prua per solcare le onde. Inoltre la forma descritta dalla tavoletta riprende un tipo di imbarcazione che in quelle zone conoscevano molto bene e che è tuttora usata talvolta in Iran e Iraq per trasportare gli animali sul fiume o durante le inondazioni».
Ci sono dozzine di tavolette che descrivono la storia del diluvio, ma secondo gli esperti il reperto di Simmons è l´unico a descrivere esattamente la forma dell´arca. Benché risalente al 1700 avanti Cristo la tavoletta è molto ben conservata e, oltre alle indicazioni su come mettere insieme l´arca, il dio raccomanda ad Atram-Hasis di seguire il suo consiglio per vivere a lungo, di distruggere la sua casa e di non preoccuparsi dei suoi possedimenti per salvarsi la vita. Nel corso del diciannovesimo secolo sono state spese fortune per finanziare spedizioni archeologiche con l´obiettivo di provare la realtà storica del diluvio universale. Il mito dell´inondazione mesopotamica è raccontato anche nell´epica di Gilgamesh. Secondo Finkel gli ebrei vennero a conoscenza della storia durante la schiavitù babilonese e la incorporarono nel Vecchio Testamento.