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 2010  gennaio 03 Domenica calendario

GIACOMO GALEAZZI

CITT DEL VATICANO
Nove secoli di devozione bruciati in due parole: «Rivogliamo Nicola». Per il vescovo fumantino che al Concilio di Nicea schiaffeggiò l’eretico Ario, non deve essere facile sentirsi chiamare «Babbo Natale» e vedere un governo non cristiano che reclama la collocazione delle spoglie in un museo. La Turchia ha intenzione di chiedere all’Italia la restituzione delle reliquie di San Nicola, gelosamente custodite a Bari dall’XI secolo.
Il santo era originario della città di Myra, nella antica regione turca della Licia, l’attuale Demre. Le sue spoglie vennero traslate pochi anni dopo il Mille e da allora San Nicola e Bari si identificano totalmente. «Appena avremo ultimato il museo di Demre, la prima cosa che faremo sarà quella di chiedere le spoglie di Babbo Natale - annuncia il ministro della cultura turco, Ertugul Gunay - Quelle reliquie devono essere esposte qui e non in una città di pirati», aggiunge riferendosi a Bari, che nell’anno Mille era sotto il dominio bizantino. Ed è di culto bizantino la chiesa dedicata a San Nicola eretta nel V secolo a Demre. San Nicola fu vescovo dell’antica Myra: vi fu sepolto ma le sue spoglie vennero rubate da 62 marinai all’epoca della prima Crociata e la sua figura è considerata all’origine della leggenda di Babbo Natale.
Gli archeologi di Ankara fanno riesplodere una disputa secolare: «Adesso ne siamo certi. Nicola voleva essere seppellito nella sua Myra». Il responsabile degli scavi a Demre, Nevzat Cevik dichiara alla Bbc di essere risalito dopo anni di ricerche alle volontà del santo. Un testamento in cui «esprimeva chiaramente» il desiderio di riposare per sempre laddove aveva trascorso la maggior parte della sua vita. Per riavere i resti Ankara è disposta a chiedere l’attivazione della procedura che ha consentito a molti paesi di riappropriarsi di opere d’arte trafugate in passato e vuole denunciare l’atto di pirateria compiuto dai marinai baresi.
In Vaticano si ritiene che la Turchia intenda sfruttare a fini turistici l’immagine di San Nicola non come figura religiosa ma come ispiratore della leggenda di Babbo Natale (come dimostra la statua in bronzo al centro di Demre). «Le reliquie non sono un bene culturale ma religioso, non vanno visitate in un museo ma venerate in una chiesa - replica il rettore della Basilica di San Nicola di Bari, padre Damiano Bova - La richiesta è stata fatta dalla Turchia all’Italia, cioè da uno stato all’altro e non al Vaticano che è depositario delle reliquie di Nicola. Cosa pretendono di fare: trasferire in Turchia la nostra basilica costruita proprio per onorare il santo?». Le reliquie esposte nella Basilica Pontificia di Bari sono le più venerate in Oriente. Per i russi rappresentano il principale luogo sacro di pellegrinaggio dopo Gerusalemme.
Ankara ha annunciato «battaglia» all’Italia per ottenere la restituzione delle spoglie, ma i fedeli baresi non sono affatto disposti ad alzano bandiera bianca. «Sono 900 anni che le reliquie sono a Bari, tutta la città è contraria all’ipotesi di spostarle - afferma il presidente del ”Comitato San Nicola” Matteo Siciliano - Per la nostra città si tratta di una presenza molto importante, arrivano pellegrini da tutto il mondo. I turchi sono musulmani, non credono nei santi. Non danno importanza neppure alla tomba di San Nicola a Myra. Per loro non ha lo stesso valore che ha per noi». La speranza è una «santa alleanza» che inclusa gli ortodossi. «Anche i russi apprezzano e ammirano noi baresi per aver conservato i resti del santo - spiega Siciliano -. Serve una mobilitazione delle autorità locali per scongiurare ogni rischio. Tutto dipenderà dal Vaticano, poi dai cittadini di Bari».
Nicola, infatti, avvicina il Papa a Mosca. Lo scorso anno la restituzione agli ortodossi della chiesa di Bari intitolata al santo spezzò una barriera epocale al punto che Vladimir Kuchumov, portavoce del Patriarcato, la paragonò alla caduta del muro di Berlino. Bari è un laboratorio ecumenico e il culto di San Nicola favorisce l’unione tra cristiani, ma adesso, inattesa, arriva la richiesta di una nazione islamica con un piede già in Europa.


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