Marco Zatterin, La Stampa 3/1/2010, 3 gennaio 2010
A Rotterdam hanno salutato il 2010 con un sorriso in più, felici di poter brindare alla fine di uno dei peggiori anni che i contabili olandesi riuscissero a ricordare
A Rotterdam hanno salutato il 2010 con un sorriso in più, felici di poter brindare alla fine di uno dei peggiori anni che i contabili olandesi riuscissero a ricordare. Avevano buone ragioni. Qui, nel principale porto europeo, i numeri raccontano la disfatta concreta e dolorosa dei commerci consumatasi nel frastagliato delta in cui la Mosa e il Reno si sposano al Mare del Nord. Un triste bilancio I dodici mesi appena conclusi hanno visto le merci registrate in arrivo nello scalo fermarsi a quota 358 milioni di tonnellate, bella cifra, però sempre l’8,5% in meno rispetto al 2008. Vuol dire che magari il mondo non s’è fermato. Ma che la frenata - dicono le cifre - è stata decisamente brusca. I diretti interessati non si lamentano più di tanto. «Considerate le circostanze non possiamo dichiararci insoddisfatti», assicura Hans Smits, l’amministratore delegato dell’Autorità portuale di Rotterdam. Probabilmente pensa alle disgrazie patite dai cugini fiamminghi di Anversa, approdo container numero due nel Vecchio Continente. Da queste parti, in un Belgio che ha sofferto parecchio la recessione, i carichi in arrivo nella capitale delle Fiandre sono calati del 31%, attestandosi a 158 milioni di tonnellate. Allo stesso tempo l’attività di carico e scarico container è scesa del 16%. «Nei Paesi bassi hanno fatto meglio - spiegano in riva alla Schelda - perché hanno limitato i danni con gli interlocutori asiatici». Il secondo trimestre è stato il momento in cui si è toccato il fondo, ammette l’olandese Smits. «Da allora - rileva - il traffico ha messo a segno lievi miglioramenti mese dopo mese, e praticamente tutti gli investimenti sono in crescita». Lo consola che il 2008 era stato un esercizio record e che lo smagrimento dell’attività cargo è stato il primo da sette anni a questa parte. In più c’è il segnale che arriva dal mercato azionario dove le azioni del Porto di Rotterdam sono state premiate nell’ultima seduta di dicembre. «Ho ancora qualche preoccupazione», confessa però il top manager. Le prospettive La stagione che si apre propone parecchie incognite, sebbene gli olandesi puntino a tornare sopra i 400 milioni di tonnellate movimentate, come dire un recupero parziale del 3% che farebbe ben sperare per la ripresa prossima ventura. «Molti dei nostri clienti attraversano momenti difficili e non credo che nel 2010 la situazione possa cambiare molto per loro», precisa Smits, anche se la crisi per ora sembra creare opportunità alternative: il calo della domanda consiglia ai grandi trasportatori transoceanici di raggruppare gli invii e di convogliarsi verso le banchine olandesi. Nel mare dei guai, è un approdo su cui le autorità di Rotterdam sperano di costruire la stagione del loro rilancio. Il nodo costi Un problema globale potrebbe essere quello dei costi. Gli analisti del settore riferiscono che la riduzione delle flotte in attività ha portato un aumento dei listini delle spedizioni sulle lunghe tratte. Una volta ripartita l’economia, gli armatori potrebbero non avere le navi sufficienti per rispondere in tempo reale alle accresciute richieste e l’uscita dalla recessione «potrebbe essere parzialmente minate dal rincaro delle merci provocato dal costo delle spedizioni a livello globale». Tariffe congelate In novembre i gestori del porto di Anversa hanno deciso di affrontare la difficile situazione congelando le tariffe e le licenze portuali per il 2010. Il direttore dell’Autorità che amministra lo scalo fiammingo, Eddy Bruyninckx, prevede che anche grazie a questo «l’anno appena iniziato metterà a segno una qualche ripresa». Dietro le quinte, i suoi collaboratori ricordano che l’allargamento della Schelda per il passaggio di navi più grandi è bloccato per «questioni ambientali» dal governo olandesi. Rotterdam è un tiro di schioppo. Il sospetto che le ragioni dello stop siano politiche ha l’aria di essere, in queste circostanze, quantomeno giustificato.