Maurizio Stefanini, Libero 2/1/2010, 2 gennaio 2010
Il muro di Mubarak a Gaza che nessuno vuole vedere di Maurizio Stefanini per Libero - Un anno fa, l’Egitto si stracciava le vesti per «l’aggressione israeliana a Gaza»
Il muro di Mubarak a Gaza che nessuno vuole vedere di Maurizio Stefanini per Libero - Un anno fa, l’Egitto si stracciava le vesti per «l’aggressione israeliana a Gaza». Ma adesso, per rendere il cordone sanitario più ermetico ha ordinato di costruire attorno alla Striscia controllata da Hamas un muro di lamiere d’acciaio. Gli egiziani lo stanno costruendo in gran segreto dal novembre scorso, lavorando anche di notte per evitare che sguardi indiscreti (o giornalisti troppo curiosi) indaghino su questa barriera di protezione. Una gigantesca opera d’acciaio rinforzato, impenetrabile. A prova di bomba e di kamikaze, proprio come quello costruito dagli israeliani, che ha suscitato lo sdegno di tutto il mondo. Ma di quello egiziano nessuno ne parla. Chiuderà il confine di Rafah per circa 10 chilometri, arriverà fino a 30 metri sottoterra (per impedire il passaggio di armi dai tunnel): renderà Gaza un’enorme prigione a cielo aperto, irraggiungibile. Un’opera costruita con l’avvallo degli americani e degli israeliani. Il muro sorgerà dove c’era la vecchia barriera di metallo fatta saltare da Hamas nel gennaio del 2008. la protesta Non avendo evidentemente capito che il confine fra Egitto e territori palestinesi è invalicabile, oggi più che mai, 1.400 attivisti, tra cui 140 italiani, si sono dati appuntamento al Cairo, per marciare di lì su Gaza a capodanno, in «protesta contro il blocco israeliano». Risultato: si sono trovati bloccati dalla polizia egiziana nei loro pullman. Solo in 100 sono stati fatti passare dalle autorità egiziane. «Se Israele con le sue bombe passava per la sola colpevole dell’assedio palestinese, in questi giorni è l’Egitto a ricoprire il ruolo del gendarme», è il commento di un sito pacifista italiano. Beata ingenuità… Classe 1928, ufficiale dell’aeronautica specializzato in bombardieri, Hosni Mubarak si è formato nelle Accademie Militari sovietiche, e fu anche capo della Delegazione Militare Egiziana in Urss, prima di diventare comandante dell’Aeronautica. Insomma, il suo maestro è stato Breznev. Ma appoggiò in pieno Sadat quando questi decise che era un controsenso per l’Egitto stare con Mosca, quando sono fatti con grano americano i due terzi delle pagnotte che gli egiziani mangiano. Al contempo Sadat decise pure di fare la pace con Israele. Ma gli estremisti islamici non glielo perdonarono, e il 6 ottobre 1981 un commando lo liquidò con una sventagliata di mitra durante una sfilata. Mubarak era su quella tribuna, e salvò la pelle per un pelo. Da allora ha mantenuto lo stato d’emergenza senza più revocarlo, ed ha continuato in un difficile esercizio di equilibrismo tra occidente e islam, badando alla fine soltanto a consegnare il potere al figlio Gamal: un 46enne indicato come quasi sicuro candidato alla Presidenza nel 2011. Intanto, dal 2002 è segretario del Partito Nazional Democratico. Non formalmente partito unico: ma alle elezioni del 2000 prese 388 seggi su 444; e nel 2005, in un clima in cui gli americani spingevano perché il regime facesse vedere che la democrazia non era una farsa, ancora 317. La principale forza di opposizione, con 88 deputati, è rappresentata dai Fratelli Musulmani: Mubarak ha agito in modo da favorire un prevalere degli elementi estremisti su quelli ragionevoli. Nel 2005 Mubarak ha pure cambiato quel dispositivo costituzionale che gli aveva permesso di essere rieletto senza avversari nel 1987, 1993 e 1999. Ma quando il liberale Ayman Nour lo ha preso in parola candidandosi contro di lui, è finito in galera. Insomma, Mubarak dice che la democrazia egiziana è «vigilata per evitare che gli integralisti prendano il potere»; ma intanto fa di tutto per bruciare ogni possibile terza via tra lui e gli integralisti islamici. I mass media L’Egitto mantiene relazioni con Israele, ma ai quotidiani e alle scuole è vietato indicarlo in altro modo che come ”Entità Sionista", sui mass media i contenuti antisemiti imperversano, e proprio come antisemita il ministro della Cultura egiziano Farouk Hosni si è visto di recente bocciare l’elezione a Direttore Generale dell’Unesco. stato pure Mubarak che ha elevato la sharia alla fonte del diritto principale. E se formalmente la minoranza cristiana ha parità di diritti e la legge non le vieta neanche il proselitismo, di fatto, però, se un musulmano si converte al cristianesimo la polizia lo persegue per ”falsificazione di documenti”. Se sono invece cristiani a tentare l’evangelizzazione incorrono nel reato di ”vilipendio alle credenze religiose altrui”. Al contrario, la polizia mostra in genere scarsa lena nel reprimere le numerose aggressioni degli integralisti islamici contro i cristiani.