Francesco Semprini, la Stampa 02/01/2010, 2 gennaio 2010
Da Morgan Stanley solo titoli spazzatura di Francesco Semprini per la Stampa - Una truffa caraibica rischia di rovinare le feste a Morgan Stanley
Da Morgan Stanley solo titoli spazzatura di Francesco Semprini per la Stampa - Una truffa caraibica rischia di rovinare le feste a Morgan Stanley. La banca di Wall Street è stata denunciata da un fondo pensione delle Isole Vergini con l’accusa di aver truffato gli investitori consigliando l’acquisto di 1,2 miliardi di dollari di obbligazioni garantite da mutui nonostante la consapevolezza che i titoli fossero destinati a diventare spazzatura. Secondo la causa presentata il 24 dicembre presso la Corte federale di Manhattan, Morgan Stanley avrebbe agito con le agenzie di rating Moody’s Investor Service e Standard & Poor’s per ottenere valutazioni di tripla A (il massimo previsto per il rating del reddito fisso) su una serie di titoli collocati sul mercato nel 2007 come parte del Collaterized debit obligation (cdo) conosciuto come Libertas, ovvero una particolare forma di cartolarizzazione di mutui immobiliari. Secondo il fondo pensione i titoli sarebbero in realtà stati garantiti con asset di scarsa qualità comprese attività sottoscritte da New Century Financial Corp, società finanziaria legata al business dei subprime e finita in bancarotta, e da Option One Mortgage Corp, allora controllata dalla catena di revisori H&R Block. L’accusa è che Morgan Stanley fosse pienamente consapevole del reale rischio associato ai Cdo, ben più elevato di quello descritto nelle note delle agenzie di rating. Nonostante questo però la banca ha trattato i titoli come fossero di qualità elevata mentre da parte sua scommetteva «short» sugli stessi. In sostanza la banca agiva puntando «sul ribasso o sul fallimento degli stessi titoli mentre li vendeva al fondo pensione come buoni». Un piano, spiega il fondo pensione governativo Employees Retirement System of Virgin Island, che sottolinea come la banca fosse «ampiamente consapevole e motivata a frodare gli investitori», e che il piano ha avuto successo visto il default dei titoli e le perdite subite dai risparmiatori. Al quartier generale Morgan vige il riserbo più assoluto così come i vertici di S&P e Moody’s si trincerano nel più rigoroso silenzio. Del resto la truffa caraibica è solo l’ultima di una lunga serie che vede al banco degli imputati le società di Wall Street per aver consapevolmente venduto come redditizi titoli ad elevato rischio. Nel caso specifico sembra che Morgan Stanley, poco prima della vendita, avesse accertato che i Libertas Cdo avevano registrato un aumento vertiginoso dei casi di default ma il tutto è stato rappresentato in maniera fuorviante nel prospetto presentato dalla banca agli investitori, nel quale Morgan si limitava a dire che i casi di non adempimento erano un fattore di rischio comune a tutto il mercato dei cdo (mille miliardi di dollari di valore) e non in particolare a quei titoli. «E’ come se il capitano Smith avesse detto ai passeggeri del Titanic che alcune navi erano recentemente affondate nell’Oceano Atlantico e quindi anche il transatlantico correva questo rischio, senza però menzionare il fatto che in realtà un iceberg aveva urtato la nave causando una falla enorme», recita la motivazioni allegata alla causa collettiva. A perorare il fondo pensione è il maxi studio legale Coughlin, Stoia, Geller, Rudman & Robbins che potrebbe chiedere oltre al rimborso, anche un risarcimento lauto che potrebbe costringere Morgan Stanley a sborsare centinaia di milioni. Una prospettiva che non sembra per ora preoccupare Wall Street dove il titolo ha retto alla notizia. Il vero rischio è un effetto domino con l’avvio di altre cause caraibiche contro le banche di Wall Street.