Nicola Lombardozzi, la Repubblica 2/1/2010, 2 gennaio 2010
CON INTERVISTA ALLA HACK
dal nostro corrispondente
mosca - In un grigio palazzo della periferia di Mosca, qualcuno sta lavorando per salvare il mondo dalla fine imminente. Un gruppo di scienziati studia mappe astronomiche, pianifica missioni spaziali e di tanto in tanto si ripassa in dvd il kolossal hollywoodiano "Armageddon". Perché per salvare l´umanità dalla catastrofe sarà necessaria tanta tecnica, nuove tecnologie ma anche quello che qualcuno ha già definito "stile cinematografico". L´obiettivo non è da poco: bisogna impedire che si schianti sulla terra il gigantesco asteroide Apophis. E il pericolo esiste davvero. Esperti di tutto il mondo hanno calcolato che Apophis potrebbe schiantarsi sulla Terra tra ventisei anni. Esattamente il 13 aprile 2036, domenica di Pasqua. L´impatto creerebbe un cratere largo quattro chilometri e profondo 500 metri, se cadesse in zone abitate i morti sarebbero milioni. L´annuncio della decisione russa di lavorare per la salvezza della Terra l´ha dato giovedì Anatolj Perminov, direttore della Roskosmos, l´ente spaziale russo. «Davanti a una minaccia così grande per l´intero pianeta - ha detto - dobbiamo pensare a una missione spaziale, non possiamo starcene con le mani in mano». E per dare un senso universale al suo appello ha invitato la Nasa, l´ente europeo e l´emergente industria spaziale cinese a collaborare all´impresa. Perminov, esperto di propulsori per missili, dice di avere le idee chiare, anche se le tiene quasi tutte top secret. «Abbiamo il tempo - dice - per realizzare un veicolo spaziale che possa evitare l´impatto dell´asteroide con la Terra. Senza distruggerlo, né provocare esplosioni nucleari. Renderemo pubblico il programma solo quando sarà definito». Dunque, una missione con uomini a bordo forse scelti tra i cosmonauti che si addestrano nella città delle stelle a venti chilometri da Mosca e lanciati dalla base di Baikonour. L´ente russo sa bene di aver recuperato in prestigio tra gli altri enti spaziali. Perminov ha visto il declino di finanziamenti della Nasa, ha accolto con soddisfazione la richiesta americana di utilizzare i vettori Soyuz per collocare in orbita i loro satelliti e si gode questo momento di ritrovata supremazia dopo i ripetuti smacchi dei decenni passati.
Ma qual è il progetto russo per evitare l´Armageddon del 2036? Tra le tante ipotesi fatte negli ultimi anni, forse la più credibile è quella del "trattore gravitazionale": un´astronave lanciata il più vicino possibile all´asteroide che aggancerebbe "il distruttore" solo con la propria forza di gravità. A questo punto, come in un film, gli astronauti trainerebbero l´asteroide killer lontano, per poi abbandonarlo al suo destino. Più complicata da immaginare l´idea delle vele solari da agganciare all´asteroide. Il vento solare farebbe il resto, portandosi via la minaccia. E non manca una proposta in apparenza fantasiosa che pare venga invece presa sul serio da Perminov e i suoi: cospargere la faccia esposta al sole dell´asteroide di vernice bianca. Sembra incredibile ma gli scienziati giurano che, se si trovasse la soluzione tecnica per questo lavoro da "imbianchini spaziali", i raggi solari verrebbero respinti dal corpo celeste con una forza tale da deviarne la traiettoria.
Ipotesi sulle quali Perminov non si esprime. Il tasto che gli preme battere è quello del pericolo imminente e della soluzione da trovare al più presto. Del resto proprio dai cugini della Nasa è partito l´anno scorso l´allarme più clamoroso. Russel Schweicart, astronauta dell´Apollo 9 (quella che provò nell´orbita terrestre le fasi di allunaggio che avrebbe poi compiuto l´Apollo 11) ha chiesto addirittura all´Onu di intervenire per allontanare Apophis. Inoltre salvare il mondo potrebbe anche far riscuotere ricchi premi. Sia la Nasa che Roskosmos sanno bene che ogni asteroide nasconde giacimenti di inestimabile valore di minerali come nickel, cobalto, platino. Proprio gli americani stanno studiando missioni che, deviando vicino alla Terra asteroidi meno minacciosi di Apophis, potrebbero trasformarli in ricchissime miniere spaziali. Non è escluso che nel prossimo incontro, voluto da Perminov tra tutti i massimi enti spaziali del mondo, si discuta non solo di come salvare il pianeta ma di come ottenerne vantaggi economici.
LUIGI BIGNAMI
ROMA - «L´idea di mandare un´astronave per deviare l´asteroide Apophis è certamente di grande interesse. Se quell´oggetto dovesse impattare con la Terra, infatti, le conseguenze sarebbero davvero gravi. A parte i danni che si avrebbero nel luogo dello scontro, le polveri che l´impatto innalzerebbe sarebbero tali da creare vere e proprie nubi capaci di oscurare il cielo per anni. Queste raffredderebbero la Terra con conseguenze incalcolabili per la vita di tutti gli esseri viventi, uomo compreso», spiega l´astrofisica e divulgatrice scientifica Margherita Hack.
Ma qual è la probabilità che oggetti come Apophis ci possano colpire?
«Le probabilità sono basse, perché gli asteroidi che popolavano il sistema solare ai suoi primordi sono per lo più precipitati sui pianeti miliardi di anni fa. Tuttavia, vi è un certo numero di oggetti che orbitano attorno al Sole a una distanza più o meno simile a quella della Terra e dunque, seppure su tempi lunghi, non è da escludere un impatto».
Ma nel caso in cui uno di questi oggetti debba trovarsi in direzione di scontro con la Terra, faremmo in tempo ad accorgercene?
«Oggi sono numerosi i gruppi di astronomi che cercano gli oggetti potenzialmente pericolosi per la Terra. Dal 1995 ad oggi ne sono stati scoperti oltre 6.500. Dunque si sta facendo un lavoro estremamente meticoloso di ricerca, ma qualcuno potrebbe sempre sfuggirci».
Per deviare un asteroide quando è necessario intervenire?
«Più lontano si agisce e meglio è, in quanto basta una deviazione di pochi gradi della sua orbita per allontanarlo dalla Terra. Se si interviene quando è vicino al nostro pianeta bisogna deviarlo di molti gradi e quindi risulta più difficile».
giusto che l´Italia con l´Agenzia Spaziale Europea partecipi al progetto russo?
«Senza dubbio, anche perché se non dovesse risultare necessario deviare Apophis, avremmo messo a punto una tecnologia che potrebbe risultare utile nel caso si scoprisse un altro asteroide in linea di collisione con la Terra».