Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  gennaio 02 Sabato calendario

WASHINGTON

Il complotto per far saltare in aria un aereo delle Northwest Airlines il giorno di Natale segnala una nuova inquietante e letale capacità da parte degli uomini di Al Qaeda di attaccare direttamente gli Stati Uniti: ne sono convinti gli specialisti dell´intelligence americana.
Finora le autorità avevano manifestato crescenti preoccupazioni nei confronti di gruppi affiliati ad Al Qaeda in Africa settentrionale, nello Yemen o in Iraq e di un gruppo islamista militante in Somalia, temendo che potessero attaccare americani e altri obiettivi occidentali nei rispettivi Paesi, ma erano essenzialmente rimaste fiduciose che questi gruppi - diversamente dal nucleo centrale di Al Qaeda in Pakistan - non potessero minacciare direttamente gli Stati Uniti.
Le loro valutazioni improvvisamente sono da rivedere, soprattutto ora è chiaro che agenti di Al Qaeda hanno addestrato il 23nne nigeriano arrestato per l´attentato. Quattro mesi prima, un attentatore suicida del medesimo gruppo - "Al Qaeda nella Penisola Araba" - era quasi riuscito a uccidere il ministro saudita dell´antiterrorismo.
«Al Qaeda nella Penisola Araba si è fatto più audace, si sente più sicuro e pare aver sviluppato capacità superiori a quelle di altri gruppi», commenta Richard Barrett, ex funzionario dell´intelligence britannica che tiene costantemente d´occhio i movimenti di Al Qaeda e dei Taliban per le Nazioni Unite.
Nel momento stesso in cui gli Stati Uniti inviano un contingente di altri 30.000 soldati in Afghanistan e aumentano le pressioni sul Pakistan affinché faccia fuori i vertici di Al Qaeda, l´attentato sventato sul volo Amsterdam-Detroit evidenzia come l´Amministrazione Obama debba adesso difendere gli Stati Uniti da attentati pianificati in molteplici nascondigli e luoghi protetti all´estero. «Questo è un indubbio segnale d´allarme», dice Juan Carlos Zarate, massimo responsabile dell´antiterrorismo sotto l´Amministrazione Bush. «Le regioni satellite di Al Qaeda sono considerate piattaforme dalle quali portare avanti l´agenda della rete di Bin Laden».
Un mese fa le autorità federali avevano formalizzato le accuse di terrorismo ad alcuni uomini che avevano reclutato una ventina di giovani americani unitisi agli Shabab, un movimento di guerriglieri in Somalia che ha legami con Al Qaeda. Le autorità e le forze dell´ordine temono adesso che i nuovi affiliati, in possesso di passaporto americano, riescano a perpetrare attentati su suolo americano. Il gruppo dell´Africa settentrionale affiliato ad Al Qaeda ha già commesso vari crimini negli ultimi mesi, alimentando i timori che possa aver dato una svolta alle proprie ambizioni.
«Il nucleo del gruppo di Al Qaeda in Pakistan è potente ma numericamente esiguo», spiega Daniel L. Byman, ex analista dell´intelligence che ora insegna all´Università di Georgetown, «ma se teniamo conto di tutti i gruppi affiliati, arriviamo a una consistenza numerica molto più ingente».
I legami di Al Qaeda con i gruppi affiliati hanno diversi livelli: quest´anno le autorità americane hanno iniziato a raccogliere le prove che decine di combattenti provenienti dal Pakistan si trasferivano in Somalia e nello Yemen insieme a manipoli di capi di medio livello del gruppo terroristico. Adesso le comunicazioni tra i gruppi terroristici sparsi in questi tre Paesi si stanno intensificando. Una fonte americana dell´antiterrorismo dice che Al Qaeda nelle aree tribali fornisce guida strategica ai suoi affiliati nelle altre regioni. «Per ora non si tratta di un rapporto pratico, tattico o continuo», spiega.
Certo, gli esperti americani ed europei dell´antiterrorismo affermano che le capacità e l´esperienza dei gruppi satelliti di Al Qaeda sono limitate. Di fatto, però, abbassando in un certo senso le loro aspettative, e facendo affidamento su attentatori suicidi singoli piuttosto che su un complesso complotto con vari attentatori, questi affiliati di Al Qaeda sono un pericolo ancora maggiore: sventarne i piani è infatti più difficile, come ha dimostrato l´incidente di Natale.
Le autorità americane stanno prestando una crescente attenzione, per esempio, alla minaccia rappresentata dal gruppo "Al Qaeda nella Penisola Araba", nato dalla fusione di agenti yemeniti e sauditi. Questo gruppo finora ha compiuto attentati contro ambasciate straniere e contro le stesse autorità yemenite negli ultimi due anni. E se da un lato negli ultimi mesi Stati Uniti e Yemen hanno aumentato la loro cooperazione in tema di anti-terrorismo, dall´altro gli affiliati ad Al Qaeda hanno reso più penetranti e accalorati i loro attacchi a parole contro gli Stati Uniti. Nell´ultimo numero di Sada al-Malahim, una rivista online del gruppo yemenita affiliato ad Al Qaeda, il leader del gruppo Nasser al-Wuhayshi ha esortato i suoi seguaci a utilizzare «piccoli ordigni negli aeroporti dei Paesi crociati occidentali che hanno partecipato alla guerra contro i musulmani, oppure a bordo dei loro aerei o nelle loro zone residenziali o ancora nelle loro metropolitane».
(Copyright New York Times - La Repubblica. Traduzione di Anna Bissanti)