Enrico Bronzo, Il Sole-24 Ore 31/12/2009;, 31 dicembre 2009
GLI ITALIANI PRENDONO CASA ALL’ESTERO
Cresce il divario tra gli acquisti da parte di italiani di seconde case all’estero rispetto alle operazioni effettuate in Italia. La stima è della società di studi e ricerche Scenari immobiliari che considera il 2009 come l’anno del sorpasso (35mila - +20% rispetto al 2008 - contro 34mila) e il 2010 quello del consolidamento del fenomeno ( 32mila contro 38mila). Calcolando un acquisto medio intorno a 115mila euro, il 2009 si dovrebbe chiudere con un investimento complessivo di circa 4 miliardi di euro. Si tratta di una cifra inferiore rispetto all’anno precedente in quanto, a fronte dell’aumento del numero di acquisti, è in netto calo l’investimento medio.Le informazioni relative agli acquisti degli italiani all’estero sono state raccolte presso le autorità dei diversi paesi e dalle organizzazioni degli operatori immobiliari locali.
Mario Breglia, presidente di Scenari immobiliari, parla di allineamento degli italiani agli standard europei di stampo anglosassone visto che nella maggior parte delle nazioni del Vecchio continente con l’eccezione di paesi latini come Francia e Spagna - si comprano più seconde case all’estero che nella propria nazione. Gli inglesi, in ciò, sono primatisti assoluti. In Italia a questo si somma il problema della scarsità di offerta nel mercato delle seconde case, più che un problema di assenza di domanda. «Storicamente - spiega Breglia - in Italia c’è sempre stato un mercato limitato nell’offerta, sia al mare che in montagna, mentre in campagna c’è stato un leggero incremento negli ultimi anni. Dal 2005 l’offerta è ancora calata. Man mano che le quotazioni salivano, per esempio nelle zone top per le seconde case, ci sono stati incrementi medi superiori a quelli delle città, l’offerta è diminuita, soprattutto quella di migliore qualità». Per questo nelle zone di mare è difficile trovare un appartamento (di qualsiasi dimensione) che abbia la vista o sia direttamente situato vicino alla spiaggia. Ancora più difficile trovare uno chalet in montagna. Non è solo un problema di costi: anche nelle fascia top del mercato questo tipo di prodotto è raro. Così il numero di compravendite si contrae a causa della scarsità dell’offerta e, secondo Scenari immobiliari, è destinatoa contrarsi ancora l’anno prossimo. In pratica chi ha un immobile di qualità preferisce tenerselo ed eventualmente locarlo per brevi periodi. Dato che, rispetto a quanto accade in città, è difficile dopo aver venduto, trovare un prodotto di migliore livello.
Diverso invece il ragionamento per la campagna, dove le scelte sono molteplici. Si trovano sia casali da ristrutturare, che interventi già finiti. Sia con terreni coltivabili che senza. Di conseguenza la percentuale di acquisti in campagna sul totale delle seconde case nel 2009 è salito al 20%, rispetto al 5% dei primi anni del decennio scorso. Risultano in calo gli acquisti nelle zone di montagna, dal 60 al 40%, mentre di registrano incrementi per il mare: dal 35% al 40%. Praticamente inesistente il nuovo, salvo qualche intervento di recupero. «La spinta per l’acquisto all’estero - ribadisce il presidente di Scenari- deriva, non solo ma in misura prevalente, dalla possibilità di comprare quello che in Italia è raro da trovare, a prezzi accessibili». Nella vicina Francia, o in Spagna, l’offerta di case con vista mare è ancora elevata. Per non parlare delle isole greche, dove si accompagna anche a prezzi bassi. Case sul mare si possono comprare in Florida (da centomila euro ad un milione), oppure in Egitto o in Kenia.
Per la montagna i costi sono più alti se si resta in Europa, ma l’offerta è presente in Francia e in Svizzera. Più difficile il mercato austriaco per le restrizioni applicate agli stranieri. All’estero invece sono pochi gli acquisti nelle zone di campagna, dove invece si preferisce l’Italia. «A tutto ciò - conclude Breglia - si aggiungono motivazioni più classiche, come l’opportunità di comprare con un euro forte. Resto dell’idea, però, che sia principalmente il tipo di prodotto a fare il mercato della seconda casa. Dove c’è prodotto c’è mercato».
Scetticismo sui dati di Scenari viene espresso sia dal presidente Fimaa, Valerio Angeletti, per il quale è difficile stimare il numero di acquisti all’estero in quanto «i neo-proprietari di regola preferiscono non farlo sapere », sia da Paolo Righi, numero uno di Fiaip,il quale coglie l’occasione per mettere in guardia gli italiani da fenomeni come «la Costa Azzurra dove 11-15 anni fa grazie agli incentivi tanti italiani hanno comprato e poi non sono riusciti più a rivendere perché negli anni successivi c’è stata un’esplosione di cantieri che ha generato molto invenduto».