Alessandro Trocino, Corriere della Sera 31/12/2009, 31 dicembre 2009
«Attenti alle primarie, nel 2005 persi per i brogli» di Alessandro Trocino per il Corriere della Sera - ROMA – «Le vicende pugliesi di questi giorni sono oggettivamente vergognose e rischiano di rendere la vita impossibile al Partito democratico»
«Attenti alle primarie, nel 2005 persi per i brogli» di Alessandro Trocino per il Corriere della Sera - ROMA – «Le vicende pugliesi di questi giorni sono oggettivamente vergognose e rischiano di rendere la vita impossibile al Partito democratico». Francesco Boccia, deputato della maggioranza vicino a Enrico Letta, corse e perse le primarie del 2005 che portarono Nichi Vendola a candidarsi per la Regione Puglia. A Bari la confusione del Pd è alle stelle. Che sta succedendo? «Se qualcuno pensa, a livello nazionale, di trasformare le Regionali in un strumento per rendere il Pd ingovernabile, sappia che non troverà terreno fertile». La teoria dei due Pd sembra aver trovato nella Puglia una rappresentazione plastica. «C’è una corsa degli esponenti della minoranza, che ha perso il congresso, per rendere la vita impossibile al partito. Se non dovesse fermarsi, sarà bene rivedere le idee altruistiche e generose utilizzate fino a oggi». A chi si riferisce? «A Tonini, Vassallo, Melandri e a quell’esercito di gente che magari non sa dove si trova Rodi Garganico o Giuggianello e che da una spiaggia tropicale o con una coppa di champagne in mano si permette di dare lezioni di etica e di linea a dirigenti come Bersani, Letta e D’Alema». Molti esponenti della minoranza sostengono Vendola e chiedono le primarie. «Le primarie sono nel Dna del Pd, ma devono essere normate. E soprattutto hanno un senso se servono ad allargare la coalizione, come voleva fare il segretario Sergio Blasi, ingiustamente criticato. Udc e Idv qui pesano dal 15 al 20 per cento. Stiamo parlando di numeri decisivi. Qualcuno dovrà spiegare perché non sono stati coinvolti nella coalizione finora. Le primarie rischiano di essere un regolamento di conti tra nostalgici della Fgci». Lei le primarie le ha fatte nel 2005. E le ha perse. «Per lo 0,3 per cento. Vinsi nel 70 per cento dei comuni e in 5 province su 6» Ma alla fine fu sconfitto. «Perché in tre Comuni ebbi il 5 contro il 95 e in uno l’uno per cento. Strano, no? Tra gli altri erano i Comuni di Trinitapoli e di San Ferdinando. Avevamo già segnalato come nelle sedi del Prc i miei non potessero salire». Sta dicendo che non furono primarie regolari? « Quei Comuni contavano per 3000 voti e io persi per 1300. Ce n’era abbastanza per fare casino. Ma quella notte, mentre arrivavano i risultati, mi chiamò quel galantuomo di Romano Prodi che mi chiese un gesto di responsabilità. Io, per rispetto nei suoi confronti e verso la Gad, la grande alleanza democratica, sottoposta ai continui ricatti del Prc, feci un passo indietro». Teme che ci possano essere irregolarità nelle prossime primarie? «Da quell’esperienza qualcosa è cambiato in meglio. Ma il rischio c’è. L’utilizzo del popolo sul modello di Berlusconi non rientra nella nostra cultura: e l’errore è doppio se il popolo non c’è neanche». Emiliano potrebbe non candidarsi perché il Pd non garantisce il varo della leggina che gli consente di non dimettersi. «Il Pd non è un partito da leggi ad personam. Se Michele è convinto, vada fino in fondo senza chiedere in cambio nulla». Se si sfilasse ci sarebbe un terzo candidato. «Sì, ma se si dovessero tenere solo tra Sinistra Ecologia e Libertà e Pd, le primarie, che in Puglia sono nate, rischiano di morire in Puglia».