Antonio Terraneo, Libero 31/12/2009, 31 dicembre 2009
Solo un miracolo può farci uscire dal tunnel di Antonio Terraneo per Libero - Caro Gesù Bambino, quando ero piccolo e ancora credevo sia negli uomini che nei Tuoi miracoli, ero solito finire l’anno con una lettera indirizzata a Te, ricca di buoni propositi e di sogni nel cassetto, chiedendoti una mano per farli diventare realtà
Solo un miracolo può farci uscire dal tunnel di Antonio Terraneo per Libero - Caro Gesù Bambino, quando ero piccolo e ancora credevo sia negli uomini che nei Tuoi miracoli, ero solito finire l’anno con una lettera indirizzata a Te, ricca di buoni propositi e di sogni nel cassetto, chiedendoti una mano per farli diventare realtà. Crescendo, mentre Tu bene o male non mi hai mai deluso, non posso dire la stessa cosa di tanti umani (non tutti, ci mancherebbe) ed ho iniziato a preferire i cavalli. Per loro oggi Ti scrivo, affinché nei prossimi 12 mesi ci sia un po’ di pace, fortuna e, perché no, un bel rilancio. Mentre il 2009 era iniziato con l’energia positiva immessa nel comparto dal provvedimento salva-ippica voluto da Zaia e approvato in parlamento, si pensava che il peggio fosse alle spalle. Tra piani strategici, industriali e linee programmatiche, dopo tanto immobilismo pluriennale, s’intravedevano spiragli nel buio. Trascorsi i tempi tecnici e finita l’ubriacatura d’amore, nulla è in realtà cambiato. I dati delle scommesse equine annaspano tra il tragico ed il comico, i bilanci dell’Unire, nonostante le risorse trovate dalla Lega, fanno acqua tanto che il collegio sindacale li ha clamorosamente bocciati. E noi torniamo ad avere paura di finire nel baratro, dimenticati in qualche cimitero del passato, con un futuro incerto da inseguire. Chissà poi il prossimo anno con la nuova ondata di giochi (videolottery poker-cash ecc) pronti per sbarcare nel mercato, che legnata prenderanno i cavalli. A questo punto credo che o si arriverà ad un fisso, tipo minimo garantito, in grado di mantenere la baracca, o si chiuderanno ippodromi e scuderie. Anche perché senza il fisso, come si può pensare di abbassare il prelievo bulgaro sulle scommesse ippiche, per aumentare il pay-out e rendere il gioco equino più competitivo? Impossibile. Come si fa a sperare che improvvisamente l’ippica torni ad essere popolare, se non s’investe un euro su grandi eventi o tv? Ancora più impossibile. A tutto questo aggiungiamo che, tra 3 mesi, san Zaia abbandonerà il Mipaaf per andare a fare il Doge del Veneto, (addio ed auguri anche se solo in Italia i ministri bravi vengono spostati come pedine di una scacchiera) ed il prossimo ministro sarà un’incognita, e che all’Unire ci sono due presidenti (uno in carica e uno nominato) e che da Via Colombo non si colgono segnali di strategie innovative. Anzi. Il nuovo calendario, primo parto di questi leader, è da rifare da capo a piedi, l’ippica è assente da web, giornali e tv generaliste e gli altri giochi, di contro stanno diffondendosi come una peste nera tra la popolazione. Per non parlare del mondo equestre, che nonostante i buoni risultati sul campo, sta vivendo guerre intestine dove c’è aria di tutti contro tutti. L’ultima moda del comparto è quella dell’incompatibilità dei consiglieri che, nel caso di Bonomelli, ha dato origine a un’interrogazione parlamentare. Ma non è il solo. Pare infatti che se facessero un’inchiesta approfondita, gli incompatibili sarebbero davvero tanti, visto che lo statuto boccia chiunque abbia avuto in passato condanne superiori all’anno. Ed in tanti stanno cercando di ripulirsi a suon di certificati penali più o meno veri per non perdere la poltrona. Insomma sia nei cavalli che corrono sia in quelli che saltano, gli auspici per un futuro migliore sembrano assenti. Pensaci tu, caro Gesù Bambino, ma questa volta altro che moltiplicare pane e pesci. L’impresa è titanica: spargere buon senso in chi comanda i cavalli.