Giordano Tedoldi, Libero 31/12/2009, 31 dicembre 2009
Sul social network il Dio cristiano è peggio di Hitler di Giordano Tedoldi per Libero - Se amate la lettura e non conoscete Anobii (www
Sul social network il Dio cristiano è peggio di Hitler di Giordano Tedoldi per Libero - Se amate la lettura e non conoscete Anobii (www.anobii.com), il primo social network dedicato ai libri fondato quattro anni fa dal coreano Greg Sung, rischiate di fare la fine del pesce rosso nella boccia di vetro. Perché è vero, come ha scritto di recente Elena Stancanelli su Repubblica, che per orientarsi nella foresta di libri dell’editoria contemporanea, ora ulteriormente dilagante grazie all’e-book, ci vorrebbe un navigatore, un oracolo o almeno una discussione pubblica completa e variegata. Così, per auscultare il petto allo Spirito del Tempo, l’hegeliano Zeitgeist che oggi possiamo identificare con la Rete, nulla di meglio del forum h24 di Anobii, la comunità online che indica il prossimo orizzonte della letteratura, e pazienza per chi resta indietro. Ma perché la cosa abbia senso, bisogna far reagire gli anobiani con testi scottanti. Non servirebbe a niente registrare l’ennesimo parere su Il giovane Holden o Delitto e castigo. Se andiamo in cerca dello Spirito del Tempo, dobbiamo stanarlo in quei libri che costringono a schierarsi. Il Mein Kampf di Adolf Hitler, per dire. Si trova nelle librerie virtuali di circa 500 lettori e, a differenza di quanto avviene sul maggiore social network generalista, Facebook, dove impazzano gruppi di sostegno a estremismi d’ogni sorta, su Anobii i pareri sono equilibrati e argomentati, quasi che i suoi utenti patissero un minor grado di frustrazione. Ma sarà sempre così? Vediamo. Per il famigerato libro la recensione più apprezzata è quella di un utente che scrive che è difficile formarsi un giudizio obiettivo, e riporta una frase di Montanelli: «La lettura del Mein Kampf io la renderei, per legge, obbligatoria. Fuori dal contesto in cui fu concepito e scritto, quel libro non è che un cacciucco di coglionerie». Certo, c’è anche il commento di tal Piccola Lunatica: «BELLISSIMO NELLA SUA PAZIA» (sic), con tanto di quattro stelle - la massima valutazione - ma dalle piccole lunatiche non ci aspetteremmo di meno. Semmai un po’ dispiace che, con tutto il rispetto per un mostro sacro, gli anobiani deleghino a una frasuccia di Montanelli il compito di dire come la pensano. Come pensiero critico, siamo un po’ arretrati. Vediamo, dall’altra parte, cosa si dice di un classico un po’ nostalgico, Stato e Rivoluzione di Lenin, presente in un centinaio di librerie virtuali. La recensione più votata è lapidaria e mitica: «Io c’ho l’edizione precedente quella senza ISBN. L’ISBN è un meccanismo di controllo capitalistico», firmato Lorenzo. L’ISBN, per non chi non lo sapesse, è il codice a barre dei libri. Altri rimpiangono la vitalità rossa degli Editori Riuniti; e infine il giudizio equilibrato: «Un libro storicamente importante». Finora, niente tifoserie estreme, insulti, parole in libertà. Anobii sembra una sala da tè e lo Zeitgeist è pacioso. Proviamo allora a sentire a che punto di cottura sta il conflitto di civiltà. Cominciamo dal Corano, presente in circa 700 librerie virtuali (non molte; tanto per dare un’idea delle proporzioni un romanzo di successo come La solitudine dei numeri primi si trova in 11.500 librerie). La recensione più votata è asettica e burocratica: elogia la traduzione, «discrete le note», «utili i chiarimenti in appendice», «la prefazione di Cardini è appassionata e coinvolgente». Sì, caro anobiano, ma un cicinin di riferimento al mondo reale? Il secondo recensore è ancora più deprimente, si sofferma sulla qualità editoriale, sul «terribile effetto pelle-di-cipolla», per cui «si intravede non solo il ”dietro” della pagina che stai leggendo, ma anche il ”davanti” della pagina successiva». Insomma se la prende con la carta troppo sottile. Il terzo recensore finalmente fa un riferimento all’attualità: lui l’ha letto «perché è il testo sacro di di un miliardo di persone e lo rispetto. E poi quando in tv dicono una cazzata posso andare a controllare». Stai fresco, a controllare, amico mio: ci passerai le giornate. E ora tocca alla Bibbia. La versione della Cei, udite udite, si trova in poco più di 700 librerie, e dunque sembrerebbe che per gli anobiani tra Cristianesimo e islam, almeno da un punto di vista quantitativo, sia pari e patta. Ma vediamo i commenti. E qui, finalmente, scorre il sangue. La recensione più votata è quella intitolata ”Il libro più brutto che abbia mai letto”. E prosegue: «L’ho letta parecchi anni fa e, paradossalmente, è stata proprio questa lettura a spalancarmi le porte dell’ateismo». Avete capito bene, gli anobiani, a proposito del Corano, sembrano dei bibliofili ossessi solo dalla qualità della carta. Ma quando si passa alla Bibbia, portano la mano alla pistola. Sentite che roba: «Credo che le persone che basano la propria morale sulla Bibbia o non l’hanno mai letta o non l’hanno mai capita: come si può adorare un Dio crudele, vendicativo, capriccioso, iniquo, geloso, meschino, spietato, megalomane, sanguinario, arrogante, maschilista, genocida, istigatore all’odio razziale, figlicida, misogino, omofobo, ignorante, razzista, infanticida e che pretende sacrifici umani?». Ripetiamo: questa è la recensione più votata, cioè più apprezzata. Cento volte più violenta e feroce che le blande citazioni montanelliane dedicate al Mein Kampf di Hitler. Signori, lo Spirito del Tempo, al tempo di Internet s’intende, è servito.