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 2009  dicembre 31 Giovedì calendario

Il boss di Wikipedia invoca la censura sull’immondizia web di Francesco Specchia per Libero - Jimmy Wales detto Jimbo, padre padrone di Wikipedia, è un signore dall’eloquio morbido e dall’educazione calvinista

Il boss di Wikipedia invoca la censura sull’immondizia web di Francesco Specchia per Libero - Jimmy Wales detto Jimbo, padre padrone di Wikipedia, è un signore dall’eloquio morbido e dall’educazione calvinista. Mai visto incazzarsi. Sicché è abbastanza sconvolgente che ieri, in un feroce editoriale sul Wall Street Journal (’Keep a Civil Cybertongue”, adottate una cyberlingua civile...), il guru mondiale dell’enciclopedia condivisa, abbia accusato Internet, la creatura cui deve tutto, di aver favorito la diffusione di «comportamenti che vanno dalla maleducazione incurante all’offesa intenzionale». Ma non si tratta d’una semplice bacchettata ai cybercafoni. Nell’editoriale, firmato insieme alla fondatrice del sito Civilnation Andrea Weckerle, si incoraggiano gli utenti ad adottare un senso «di responsabilità», e si ricordano i diversi casi di suicidio, specialmente di adolescenti, dopo sistematiche offese ricevute online. Wales snocciola concetti durissimi. «Certi siti esistono solamente come posto di ritrovo dove persone aggressive e meschine possono tirar fuori la loro lingua velenosa...», si legge nell’editoriale. Wales e Weckerle propongono una revisione della leggi federali sulle molestie online e la creazione di network in cui le vittime possano ricevere «supporto emotivo e consulenza». Software aperto. Aggiungeteci poi che la più grande enciclopedia virtuale del mondo (250 lingue in tutto il globo, con 14 milioni di voci registrate, 34 milioni di pagine con più di 330 milioni d’utenti) vive da sempre sull’assioma del anyone can edit, su ”chiunque può pubblicare”. E che le voci delle sue pagine si stavano talmente modificando e taroccando, nel gossip e nell’immagnifico, che lo stesso Wales, un paio di mesi fa, aveva fissato un altro paletto. La modifica delle voci avrebbe dovuto essere approvata da un editori ufficiale esperto (l’operazione è la flagged revision); così i malintenzionati e i goliardi della Rete, oggi attaccati duramente, avrebbero evitato di farcire la stessa Rete di falsità e inesattezze. Insomma, proprio mentre Wikipedia riceve l’importante riconoscimento del Webby Awards, i premi del Web (è tra i dieci eventi più importanti del decennio con Napster, l’iPhone, le elezioni di Barack Obama e i social network), essa prende coscienza di una tragica realtà. S’è accora d’avere nel suo corpaccione appendici moleste della democrazia. D’altronde i campanelli d’allarme erano stati, onestamente, numerosi. Su Wikipedia Ted Kennedy fu dato per morto anzitempo; di Obama si scrisse che era musulmano nato in Kenya; il macho Riccardo Scamarcio si scoprì improvvisamente omosessuale con tanto di outing pubblico; il parlamentare tedesco Lutz Heilman ha realizzato di aver avuto un divertente(ma falso) passato nel mondo del porno. E ancora: l’ex sindaco di Firenze Dominici ha querelato il sito per informazioni elettorali tendenziose. E perfino la pagina dedicata a "Mile Bongiorno" è stata bloccata per impedire i "vandalismi dei soliti buffoni". Per non dire dei falsi profili - esaltanti o denigrayori - dei personaggi meno noti. Grane legali. Il fondatore di Wikipedia era, di fatto, costretto con imbarazzante frequenza a pagare avvocati e a comprare intere pagine del New York Times per scusarsi promettendo riforme che tardavano ad arrivare. Oggi ha, in un certo modo, desacralizzato il tabù della Rete: la "democrazia dell’utente": oggi l’utente - spesso nascosto dietro l’anonimato - dovrà essere responsabile delle proprie azioni. L’azione di Wales di tutela della privacy non è comunque isolata. Già Nathalie Kousciusko-Morizet, il sottosegretario all’economia telematica del governo francese ha varato le norme per il "diritto all’oblio" sul web; e a Bruxelles il Commissario Europeo all’Informazione Viviane Readinf ha aperto una trattativa con Google sulla possibilità di fissare un tempo massimo per la conservazione dei dati personali. Qualcosa si muove. E la rampogna di Wales è tanto più degna e onorevole se si considera che Wikipedia, pur attraversando un periodo d’oro per il numero di utilizzatori e traffico generato, in questi mesi ha problemi economici per il mantenimento della piattaforma. Wales ha così iniziato una raccolta fondi tra i sostenitori per 7,5 milioni di dollari. «Immaginate un mondo in cui ogni singolo individuo sul pianeto possa avere libero accesso all’intera conoscenza umana...", sembra una canzone dei Beatles; ma è l’inno di Wikipedia. Nell’ovvio rispetto delle regole.