Raimondo Bultrini, Repubblica 31/12/2009, 31 dicembre 2009
Nell´ospedale dei miracoli dove il chirurgo "santo" salva i bambini poveri di Raimondo Bultrini per Repubblica - L´ospedale è a qualche decina di chilometri dal centro di Bangalore, lungo la strada della prima celebre Silicon Valley indiana
Nell´ospedale dei miracoli dove il chirurgo "santo" salva i bambini poveri di Raimondo Bultrini per Repubblica - L´ospedale è a qualche decina di chilometri dal centro di Bangalore, lungo la strada della prima celebre Silicon Valley indiana. L´edificio è moderno e mastodontico, ma all´interno anche gli spazi vasti sono appena adeguati alla massa di umanità sofferente che ottiene qui una dignità e un decoro spesso negati altrove. Anche se gran parte del personale e dei medici è induista, la struttura dedicata al mecenate Narayana Hrudayalaya ha raccolto il motto principale di Madre Teresa e lo ha stampato sui muri delle moderne sale chirurgiche e negli uffici: «La mano che aiuta è più preziosa di quella che prega». Non a caso il motore e l´anima del più grande ospedale privato indiano per le malattie cardiache è un chirurgo che operò e seguì per cinque anni la monaca albanese. Devi Prasad Shetty era ancora un giovane talento rientrato a Calcutta da un ospedale di Londra quando la sua celebre paziente gli disse che il suo scopo al mondo era "salvare i bambini malati di cuore". Ora che ha 54 anni è uno dei più stimati specialisti del suo Paese, ma è anche a suo modo un santo per migliaia di famiglie che conservano la sua foto sugli altari delle case dove ha ridato la vita a un neonato o un adulto. Un santo che però si intende d´affari e mantiene in attivo una struttura con 3000 letti. Il segreto per guadagnare senza pesare sulle spalle dei pazienti poveri (l´ultimo utile è stato del 7,7 per cento), è una speciale assicurazione inventata personalmente dal medico. «Sette anni fa - racconta Shetty - l´associazione dei produttori di latte mi invitò a sponsorizzare una loro nuova bevanda a basso colesterolo. Io aderii a patto che i loro aderenti, più di un milione e 700mila, pagassero una piccolissima quota annuale per finanziare un fondo destinato solo alle operazioni chirurgiche. Cosa che fecero». Così è nato lo "schema Yeshasvini", esteso oggi a più di 3 milioni di contadini: devolvono cinque rupie, 11 centesimi di dollaro al mese con cui coprire 1650 tipi di operazioni diverse presso una catena di 360 ospedali in tutta l´India. Dei soldi usufruisce appena lo 0,8 per cento dei soci, ma in tali proporzioni si tratta di migliaia di pazienti che senza Yeshasvini sarebbero certamente morti. La Banca mondiale sta ora cercando di applicare questo schema anche in Africa, mentre nell´Andra Pradesh indiano aderisce già l´80 per cento della popolazione rurale, tanto che l´ex governatore e sponsor dell´assicurazione per i poveri è stato rieletto a furor di popolo. A ruota hanno seguito l´esempio il Tamil Nadu, lo Stato di Delhi, il Rajastan e altri. Durante la visita che include la nuova ala dell´ospedale per i malati di tumore e il modernissimo Centro di Telemedicina, (impiantato gratuitamente dall´Ente spaziale indiano ISRO), Devi Shetty ci lascia assistere al dialogo in hindi intervallato dai sommessi pianti di una madre che non ha i soldi per operare il figlio di 11 anni seduto tra lei e il marito. E´ una delle tante famiglie alle quali deve ogni giorno infondere fiducia e aiutare con o senza Yeshavini. Per ora infatti dell´assicurazione usufruiscono solo i contadini, e un´operazione al cuore di difficoltà media costa al paziente 2000 dollari, poco più di 1500 euro. Una cifra bassa comparata a un analogo intervento negli Usa dove supera i 100mila dollari, ma assolutamente esorbitante per l´India. «Sui due milioni e mezzo che ne hanno fatto richiesta lo scorso anno – spiega il dottor Shetty - solo 90 mila hanno potuto effettuare l´intervento». Al Narayana, lui e la sua équipe hanno operato finora 4000 bambini con una riuscita superiore al 90 per cento. Statisticamente, il lavoro per i 47 chirurghi di Bangalore è superiore allo standard di qualsiasi altro ospedale al mondo. Con 3.174 bypass nel 2008, secondo il Wall Street Journal ha raddoppiato il record del più celebre omologo americano, la Cleveland Clinic, senza contare le 2.777 operazioni a cuore aperto del reparto di pediatria, il doppio di qualsiasi altra struttura. Quando Devi Shetty ha dichiarato pubblicamente che da tremila intende passare presto a 30mila posti letto anche all´estero, qualcuno ha ironizzato sulla sua catena di montaggio dei cuori. Ma gli specialisti internazionali che hanno avuto accesso alle sale operatorie, hanno constatato la precisione e velocità con cui si opera al Narayana, proprio grazie alle continua pratica quotidiana. Shetty non accetta di essere beatificato per "essersi solo comportato umanamente", e spiega che il miracolo finanziario e sanitario del Narayana sono stati resi possibili grazie soprattutto al basso costo della manodopera, «che incide tra il 12 e il 20 per cento, contro il 70 – 90 per cento dell´India e dell´Occidente». Le scene che si ripetono quotidianamente davanti ai suoi occhi non lasciano però dubbi sul fatto che i genitori dei bambini salvati la pensino in tutt´altro modo. L´ultimo, il padre di un neonato che il cardiochirurgo ha appena accettato di operare gratuitamente: «Questo ospedale è un tempio – gli dice toccandogli i piedi in prostrazione – e voi medici siete degli dei».