Armando Torno, Corriere della Sera 29/2/2009, 30 dicembre 2009
Ricostruita la macchina dei suni di Armando Torno per il Corriere della Sera - L’universo che si cela nei manoscritti di Leonardo da Vinci sta affiorando lentamente, grazie ai sistemi multimediali
Ricostruita la macchina dei suni di Armando Torno per il Corriere della Sera - L’universo che si cela nei manoscritti di Leonardo da Vinci sta affiorando lentamente, grazie ai sistemi multimediali. Dal 2005, con il compito di svolgere ricerca scientifica sull’immenso lascito e divulgarlo attraverso mostre, libri, cd room e tutte le possibilità dell’informatica, opera «Leonardo 3» (www.leonardo3.net). Situato nel cuore di Milano, questo centro sta studiando ogni disegno del maestro di Vinci e dà vita a progetti che sono più richiesti a New York, a Tokyo o nel Qatar che non da noi. Anche se il suo contributo alla mostra leonardesca in corso a Vigevano è notevole. Vigevano, dunque. Qui, e a New York, si può vedere praticamente’ e anche costruire virtualmente’ il Soldato Meccanico, o Robot, o Guerriero che Leonardo ha lasciato nel foglio 579r del Codice Atlantico. Mario Taddei, esegeta del progetto, ci confida: «Questo soldato non sappiano esattamente a cosa servisse. Il maestro di Vinci non lo dichiara, almeno nelle carte che conosciamo». E aggiunge: «Forse era un pupazzo per gli spettacoli di corte o addirittura l’antenato dell’antifurto meccanico. Potremmo immaginarne diversi su una torre, che muovevano alternativamente le braccia con scopi intimidatori». Funzionamento: una carrucola muove i due arti; la corda poteva essere azionata da un cane intento a raggiungere la sua ciotola o da un mulino. La clavi-viola, ultima nata nello studio «Leonardo 3», è stata realizzata da Edoardo Zanon in collaborazione con il liutaio Marco Minozzi e con Pino Zampiga, entrambi di Ravenna. nel foglio 93r del Codice Atlantico e sarà presentata e suonata a fine gennaio alla mostra «Il laboratorio di Leonardo» al castello di Vigevano. Sottolinea Zanon «Si tratta di un mix tecnologico tra una viola e uno strumento polifonico a tastiera, come il virginale e per taluni aspetti il clavicembalo». Poteva essere indossata dal suonatore, giacché ha un’imbraca in ferro e cuoio che consente di camminare e produrre suoni con entrambe le mani libere. Come funziona? «Deambulando’ ricorda Zanon – si azionava un complesso sistema-motore che metteva in movimento continuo, e in un solo verso, un crine di cavallo. Quando il suonatore premeva i tasti, le corde si avvicinavano al ricordato crine in moto, emettendo note». Esegue pezzi polifonici con le possibilità di più viole; ottima per feste, cortei, parate. la prima realizzazione pratica a noi nota. Altri strumenti pensati da Leonardo: la viola-organista, flauti «glissati» (con un foro continuo, sul quale dovevano correre le dita dell’esecutore), tamburi automatici e programmabili per scopi militari. C’è un organetto di carta nel Codice Madrid, vi sono trombe a mantice continuo e anche una drago-lira ricavata con il teschio di un cavallo. Ma questa è un’altra storia. Speriamo un giorno di raccontarvela.