Varie, 30 dicembre 2009
Tags : Gianni Speranza
Speranza Gianni
• Maratea (Potenza) 18 giugno 1954. Politico. Sindaco di Lamezia Terme • «’A Lamezia Terme (70mila abitanti) il sindaco si chiama Speranza. C’è bisogno di tanto sforzo per Gianni Speranza per continuare a credere nella sua missione: fare del suo mandato il simbolo della vittoria della virtù sulla corruzione. [...] è stato eletto nel 2005 coi colori della sinistra ma con un consiglio municipale di destra, ha combattuto la malavita quotidianamente”. Questo l’attacco di un pezzo che il quotidiano francese Le Monde [...] ha dedicato al sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, indicando la città come simbolo di un pezzo di sud che non si rassegna e reagisce positivamente, di un meridione che ha tante forze positive che vogliono il cambiamento civile e democratico. ”Percorrendo la strada tra l’areoporto e il municipio si capisce l’entità del lavoro che ancora c’è da fare - scrive Le Monde - Qui c’era un magazzino che è andato a fuoco nel 2006 durante una guerra tra clan mafiosi. Qui l’ospedale è finito dopo 40 anni di lavoro. Problemi di finanziamenti, dicono. Un modo pudico per spiegare che il denaro pubblico è evapora nell’aria e i soldi sporchi vengono riciclati. Due volte nel ”92 e nel 2002 il consiglio municipale è stato sciolto per decreto ministeriale e la città è stata messa sotto tutela dell’amministrazione per infiltrazioni mafiose. Gianni Speranza vorrebbe parlare d’altro, della biblioteca di libri antichi che è stata totalmente rinnovata, dove c’è una Bibbia del 1588, dei lavori della futura università, dei piccoli giardini in centro. Tra i beni sequestrati alla mafia c’è una vecchia gioielleria, divenuta una casa per giovani. Poi gli piacerebbe parlare della visita del presidente della Repubblica a gennaio. Una classe delle medie è stata invitata a Roma, al Parlamento dei giovani” •[...] Scrive Le Monde: ”492 edifici costruiti senza permesso sono ”una media alta anche per la Calabria’, concede il sindaco. Secondo chi lavora per lui questo rappresenta 1 miliardo di euro di lavoro senza che nessuna tassa sia mai stata pagata. Il caso è lontano dall’essere isolato in Italia. Ma Gianni Speranza è ben deciso ad abbattere questi edifici illegali. qui che sono cominciati i problemi. Appena un magazzino e due piccole case sono state distrutte, lui ha dovuto affrontare una strana manifestazione: gli abitanti delle costruzioni abusive con davanti delle madri piangenti, che portavano i loro figli nelle braccia e i loro avvocati. Il fratello di un boss locale è entrato dentro i locali del municipio per prendere a pugni il sindaco. ”Non l’abbiamo toccato’, dicono i manifestanti... [...] La battaglia di Gianni Speranza è diventata un caso scolastico: ci sono quelli che vedono la parabola del sud dell’Italia che vorrebbe uscire dai suoi problemi votando per un sindaco che è pronto a risolverli, ma non vogliono rinunciare ai loro vantaggi”. [...]» (’Il Fatto Quotidiano” 30/12/2009).