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 2009  dicembre 27 Domenica calendario

Pensioni, crolla l’anzianità di Luca Cifoni per il Messaggero - ROMA A fine anno il numero di nuove pensioni di anzianità liquidate dall’Inps sarà pari più o meno alla metà di quello del 2008

Pensioni, crolla l’anzianità di Luca Cifoni per il Messaggero - ROMA A fine anno il numero di nuove pensioni di anzianità liquidate dall’Inps sarà pari più o meno alla metà di quello del 2008. Il calo - atteso come effetto ritardato della riforma entrata in vigore nel gennaio dello scorso anno - è confermato dai dati dell’istituto relativi ai primi undici mesi del 2009. Aumenta invece, anche in questo caso secondo le previsioni (sebbene con intensità minore) il numero dei trattamenti di vecchiaia. I numeri sono giudicati molto positivamente dal presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua, il quale fa notare proprio che «le riforme hanno funzionato». A fine anno il totale delle nuove pensioni di anzianità potrebbe restare sotto quota 100.000: sarebbe il miglior dato dal 2002. Mastrapasqua pronostica inoltre per l’istituto un avanzo finanziario di almeno 6-7 miliardi di euro a fine 2009. Nel dettaglio, da gennaio a novembre le pensioni di anzianità liquidate dall’Inps sono state 91.925, contro le 196.522 dell’intero 2008. Il confronto è un po’ asimmetrico, undici mesi contro dodici; la riduzione è comunque del 53 per cento. Il bilancio preventivo dell’istituto stimava un calo percentuale anno su anno leggermente inferiore, pari al 45. Nella sola gestione dei lavoratori dipendenti, le nuove anzianità sono state 52.132 contro le 120.606 del 2008 nel suo insieme. Quanto alle pensioni di vecchiaia, ne sono state liquidate 152.546 sempre nei primi undici mesi dell’anno contro le 93.512 dell’intero 2008, dunque con un incremento del 63 per cento; le stime indicavano un incremento ben maggiore, superiore al 100 per cento. L’aumento dei trattamenti di vecchiaia è particolarmente sensibile nelle gestioni degli artigiani e dei commercianti. Entrambe le tendenze, quella relativa all’anzianità e quella relativa alla vecchiaia, si spiegano con l’effetto della riforma scattata da gennaio 2008, che poi ha avuto un ulteriore ”gradino” nel luglio di quest’anno (lo ha ricordato ieri anche Giuliano Cazzola del Pdl, vicepresidente della commissione Lavoro della Camera). La legge infatti prevede requisiti più stringenti per la pensione di anzianità: 58 anni di età e 35 di contributi, mentre dal luglio di quest’anno ne servono 60 (oppure 59 con 36 anni di contributi). Nel sistema pensionistico italiano però il momento effettivo del pensionamento è ritardato rispetto a quello in cui si matura il diritto. Le cosiddette ”finestre” provocano uno slittamento che va da sei mesi a un anno e mezzo: ecco perché le pensioni di anzianità bloccate dall’anno scorso si vedono nelle statistiche del 2009. Sempre la stessa riforma aveva introdotto finestre, ma più ridotte, per la pensione di vecchiaia, limitando le uscite in quell’anno e generando il conseguente ”rimbalzo” nel successivo.