Anna Zavaritt, Il Sole-24 Ore 28/12/2009;, 28 dicembre 2009
LE POSTE CERCANO NUOVI INDIRIZZI PER IL FUTURO
Carta e penna virtuali, buca delle lettere elettronica, dove la corrispondenza in arrivo – cartacea – viene passata allo scanner, e perfino il segretario di Babbo Natale online che prende nota dei desideri dei clienti. Il mondo cambia e i gruppi postali si adeguano. Cercando di "rimediare" all’era del digitale – e conseguente relativo calo di lettere e pacchi inviati – con altri business.
Gran Bretagna e Francia sono ancora le più " tradizionaliste", mentre la Germania ha puntato sull’innovazione nella logistica e la Svizzera sul settore finanziario, ma non solo. Se infatti per Royal Mail e La Poste più di metà del fatturato – rispettivamente il 70% e il 54,3% – deriva ancora dall’invio di lettere e pacchi, Deutsche Post a livello consolidato ha dirottato metà del proprio business sulle spedizioni internazionali e la logistica (26% e 25% il loro peso sul totale), che hanno ormai la stessa rilevanza rispetto all’attività del postino di quartiere. La Germania ha quindi sviluppato business sinergici senza avventurarsi in altri ambiti, come quello finanziario, che ha un peso irrilevante (1,5%) ed è stato addirittura esternalizzato.
Del tutto diversa è la strategia adottata dalla Posta svizzera, dove la vendita di prodotti finanziari ha un peso importante (24,3%) ed è la seconda linea di business dopo l’attività di corriere (31,6%). Ma l’offerta allo sportello è tra le più ampie e spazia dai prodotti "terzi" (libri, dischi eccetera) ai viaggi in postale, gli storici bus gialli che attraversano le Alpi. «Nei nostri uffici postali – spiegano dal quartier generale di Posta svizzera – la vendita di prodotti terzi raggiunge un fatturato di oltre 400 milioni di franchi . Particolarmente apprezzati articoli di cartoleria, abbonamenti per i cellulari, contrassegni autostradali e biglietti della lotteria».
Una diversificazione necessaria, anche perché c’è una costante diminuzione nel volume di lettere e pacchi. «Quest’anno, a causa anche della crisi economica – aggiungono ”il calo si è accentuato (-4,9%): non soloi privati, ma anche le imprese tendono a raggruppare gli invii ai clienti e a sostituirli con la posta elettronica». Nel medio periodo, quindi, l’offerta si adeguerà alla domanda, cercando di conquistare nuovi mercati legati alle tecnologie. Qualche esempio?L’invio di e-mail sicure e legalmente riconosciute, la gestione di tessere sanitarie contenenti i dati dei pazienti e la buca delle lettere elettronica. Ma gli svizzeri non sono i soli. La Poste ha aperto a Parigi, nel quartiere dell’Opéra, "Le Carré d’Encre", uno spazio di 300 metri quadrati dove è possibile coniugare la nostalgia quasi demodé di scrivere una lettera con le più moderne tecnologie per personalizzare carta, penna e timbro. E addirittura c’è il segretario di babbo natale online, che nel 2008 ha gestito un milione emezzo di e-cards.
Nessun addio, insomma, al biglietto d’auguri scritto a mano o al pacco avvolto a fatica con lo scotch e portato in posta. Sotto Natale in Germania raddoppia il numero dei biglietti augurali, così come in Svizzera (da 500mila a un milione al giorno) e in Gran Bretagna ( 140 milioni tra pacchi e lettere, contro una media giornaliera di 75 milioni) la quantità dei pacchi smistati. Anche perché – sottolineano alla Royal Mail – va bene l’era digitale, ma alla fine l’acquisto fatto in rete deve fisicamente essere consegnato, e quindi passa per il corriere: 155 milioni i colli acquistati con un click che le poste britanniche stimano di dover gestire in questi giorni di festa.