Simone Filippetti, Il Sole-24 Ore 23/12/2009;, 23 dicembre 2009
ACCORDO SULLA FIDEIUSSIONE TRA FININVEST E IL GRUPPO CIR
Fininvest disinnesca ufficialmente la mina "Lodo Mondadori": scatta il «congelamento» per il maxi-risarcimento da 750 milioni di euro sancito dal Tribunale civile di Milano a favore della
Cir di Carlo De Benedetti. Se ne riparlerà l’anno prossimo, in appello (presentato da Fininvest).
Supportata da un pool di quattro banche ( Intesa SanPaolo, Unicredit , Mps e Popolare di Sondrio ), la holding di proprietà di Silvio Berlusconi e della sua famiglia ieri ha presentato una fidejussione da 806 milioni che la mette in sicurezza. Di fatto gli istituti di credito si fanno garanti dell’eventuale pagamento della somma (se il processo civile in appello confermerà la sentenza di primo grado). A fronte di questa assicurazione di massimo livello, De Benedetti accetta la sospensione del pagamento fino alla sentenza di secondo grado. Una mossa attesa e prevista,frutto dell’ «entente» scaturita ai primi di dicembre nel corso della prima udienza in corte di appello, quella avvenuta ieri mattina al Tribunale di Milano davanti al giudice Luigi De Ruggiero.
La finanziaria presieduta da Marina Berlusconi e guidata da Pasquale Cannatelli, che custodisce il controllo di Mediaset, Mondadori , l’Ac Milan più una quota in Mediolanum ) incassa un pesante punto a suo favore perchè scansa il pericolo più grande, quello di dover pagare subito il risarcimento-monstre. La sentenza di primo grado infatti prevedeva l’immediata esecutività e anche per un colosso come Fininvest (6 miliardi il patrimonio netto) la somma sarebbe un duro colpo in bilancio. Dal canto suo Cir rinunciando a chiedere l’esecuzione istantanea del provvedimento ottiene l’impegno di una fidejussione, che assicura il pagamento in qualsiasi caso per conto di Fininvest, e incassa la rinuncia del gruppo Berlusconi a un’istanza di sospensione. una soluzione di compromesso favorita dal presidente della corte De Ruggiero che aveva invitato le parti a trovare un accordo tre settimane fa: il testo della fideiussione, ha ricordato ieri la Cir, è stato infatti concordato dalle due aziende. La proposta di una fidejussione è stata avanzata dal pool di superconsulenti messo in piedi da Fininvest (l’ex rettore della Bocconi Ange-lo Provasoli, il professionista Andra Colombo partner della Borghesi& Colombo, il professore Mario Cattaneo che già si occupò del crack del banco ambrosiano, l’ex giudice costituzionalista Romano Vaccarella, più gli avvocati Giuseppe Lombardi, Giorgio De Nova, Achille Saletti e Fabio Lepri). L’offerta dei legali del gruppo Berlusconi, dopo un’iniziale sorpresa, è stata accolta dagli avvocati di De Benedetti (il professore genovese Enzo Roppo e la storica legale di casa Cir Elisabetta Rubini). La fidejussione presentata dalla Fininvest è tecnicamente valida per 16 mesi, fino cioè all’aprile del 2011. Ma verrà prorogata se per quella data non sarà già stata depositata la sentenza di appello.
A quasi venti anni dalla sua conclusione il Lodo Mondadori, ossia la battaglia editoriale tra i gruppi Berlusconi e De Benedettiper il controllo della casa editrice di Segrate, è tornata d’attualità dopo che i primi di novembre, con una sentenza un po’ a sorpresa, il Tribunale civile ha dato ragione a Cir obbligando Fininvest a pagare i danni per venti anni di «mancata chance» di De Benedetti. L’anno scorso si era invece chiuso, con sentenza passata in giudicato, il versante penale della vicenda (con la condanna degli avvocati Cesare Previti, Attilio Pacifico e Giovanni Acampora per aver corrotto il giudice Vittorio Metta al fine di ottenere una sentenza favorevole nel Lodo). Adesso diventa cruciale il processo di appello sul quale il Tribunale, come segnale di buona volontà per l’accordo delle parti, si è impegnato a decidere entro il 2010: partirà ufficialmente il 23 febbraio. Ma un’anticipazione ci sarà già ai primi di febbraio: almeno venti giorni prima, entro il 3 febbraio, Cir dovrà presentare la sua memoria per costituirsi in appello. Ieri nelle aule del Tribunale, Fininvest non ha voluto commentare la sentenza giuridica, ma fin da subito la società ha respinto con forza la decisione. La società, in un comunicato diffuso nel pomeriggio, ha ribadito di essere «sicura delle proprie buone ragione» e che in secondo grado, cui guarda con fiducia, otterrà un ribaltamento della sentenza. I difensori di De Benedetti credono l’opposto: le ragioni di Cir «troveranno ulteriore riconoscimento anche nel secondo grado del giudizio».