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 2009  dicembre 27 Domenica calendario

Di Pietro conquista le tute blu. Cremaschi: piace anche nella Fiom di Enrico Marro per il Corriere della Sera - ROMA – Alla Phonemedia di Novara, dove i lavoratori del call center, da mesi senza stipendio, hanno assistito alla messa di Natale in azienda, Antonio Di Pietro c’è andato il 30 novembre, insieme al fido Maurizio Zipponi, ex dirigente della Fiom-Cgil, 30 anni passati da sindacalista nelle fabbriche metalmeccaniche

Di Pietro conquista le tute blu. Cremaschi: piace anche nella Fiom di Enrico Marro per il Corriere della Sera - ROMA – Alla Phonemedia di Novara, dove i lavoratori del call center, da mesi senza stipendio, hanno assistito alla messa di Natale in azienda, Antonio Di Pietro c’è andato il 30 novembre, insieme al fido Maurizio Zipponi, ex dirigente della Fiom-Cgil, 30 anni passati da sindacalista nelle fabbriche metalmeccaniche. E lì, racconta Zipponi, si è ripetuto quello che accade sempre: «I lavoratori accolgono Di Pietro come uno di loro, lo vogliono sentir parlare. A Novara, nonostante l’azienda fosse contraria, ci hanno preso e portato dentro. Io non l’ho visto fare neppure con Berlinguer». Magari è un filino esagerato, Zipponi. Ma il successo di Tonino tra chi rischia di perdere il posto è indiscutibile. Lo hanno visto tutti col megafono in mano, sotto Palazzo Chigi, tra i lavoratori ex Eutelia, che lo invocavano più del leader della Fiom, Gianni Rinaldini. Episodi che non nascono dal nulla. Zipponi, folgorato dall’incontro un anno fa con Di Pietro (dopo una breve esperienza in Rifondazione comunista), spiega che sono più di 200 i casi di crisi aziendale che l’Italia dei Valori sta seguendo: «Io vado sempre sul posto e quando è possibile c’è anche Di Pietro. l’unico politico del quale i lavoratori si fidano. Se ci va Ferrero (segretario di Rifondazione) non sanno nemmeno chi è. Se ci va Bersani lo rispettano, ma lo sentono altro da sé». Poi, giorni fa, è successo il caso Barbato, il parlamentare dell’Idv che, sceso tra gli operai della Fiat sotto Palazzo Chigi, ha minacciato di tirare una statuetta a Berlusconi per ogni licenziato, e il lavoro di un anno è stato in parte rovinato, almeno mediaticamente. Per uno che «neppure è iscritto al partito», taglia corto Zipponi. Giorgio Cremaschi, leader della sinistra Cgil, anche lui una vita nella Fiom, conferma: «Sì l’ho visto anch’io il successo di Di Pietro tra i lavoratori in lotta. Per ora riempie un vuoto politico a sinistra. Penso che toglierà voti, soprattutto nel Centro-Sud, al Pd e ai partiti dell’estrema sinistra». Un caso di abilità politica, secondo Cremaschi, che però comincia ad avere un seguito perfino nella Fiom, il sindacato che più di sinistra non si può: «Mi capita ormai di incontrare nostri delegati che fanno riferimento all’Italia dei Valori. successo in Molise (la terra di Tonino), ma anche in Abruzzo, a Roma, a Napoli». Anche per il leader della sinistra Cgil il segreto di Di Pietro è il suo «parlare diretto»: «Alla Fxt, fabbrica occupata di Parma dominata dalla Fiom, lui ha preso il megafono e ha detto: "Non sono mai stato comunista, ma vi dico che mai come ora ci vuole tanta lotta di classe". Ed è stato un successo » . Demagogo? Populista? «No. In senso tecnico è come Berlusconi, un grande comunicatore. Se poi tra i lavoratori, passata la crisi, si rivelerà una meteora non lo so. Ma sta occupando un vuoto politico e si sta infilando anche negli spazi lasciati liberi da un sindacato burocratico e distante dai lavoratori».