Giusi Fasano, Corriere della Sera 28/12/2009, 28 dicembre 2009
Il Robin Hood che vince a poker per i poveri di Giusi Fasano per il Corriere della Sera - MILANO – Si fa chiamare Robin Hood 702
Il Robin Hood che vince a poker per i poveri di Giusi Fasano per il Corriere della Sera - MILANO – Si fa chiamare Robin Hood 702. Alto, bianco, astemio, abilissimo giocatore di blackjack. tutto quel che si sa di lui. La televisione americana Fox è riuscita a intervistarlo ma il patto è sempre stato quello: niente intervista se rivelate la mia identità. Così oggi solo in pochissimi sanno chi è l’uomo misterioso che passa le serate ai casinò di Las Vegas per vincere soldi da regalare a famiglie bisognose. Lui segue i casi di cronaca dai giornali e dalle tivù, individua qualcuno da aiutare e poi telefona: «Ho scelto te». Offre i soldi fino a 50 mila dollari (circa 35 mila euro) e invita i prescelti a raggiungerlo nella «città del peccato». Biglietto aereo di prima classe, limousine all’aeroporto, una suite al Palazzo Hotel: tutto spesato finché la fortuna non gli regala la somma di cui la famiglia ha bisogno. Gli ultimi a beneficiarne sono stati i coniugi Kegler, genitori di una bambina di tre anni alla quale mesi fa era stato diagnosticato un tumore al cervello che con le loro possibilità economiche non avrebbero potuto curare. Il giocatore misterioso li ha chiamati e la loro bambina si è salvata. Il signor e la signora Kegler lo hanno visto perdere centinaia di migliaia di dollari e poi recuperare fino a quando sul tavolo verde non c’era la cifra di cui loro avevano bisogno. A quel punto «mister x» ha smesso di giocare. Perché, ha spiegato lui dalla sagoma oscurata in tivù, c’è una sorta di missione etica in quel che fa: «Io sfrutto il lato oscuro di questi giochi e lo uso per opere di bene». Dicono che non sia un uomo ricco. Soltanto un eccellente giocatore di blackjack. Il suo sito web ( www.robinhood702.com), cliccatissimo, è diventato una piazza virtuale dalla quale si possono seguire le testimonianze di chi ha avuto la fortuna di incontrarlo e l’attesa di chi spera nel suo aiuto. Otto mesi fa Robin Hood 702 telefonò all’equipaggio del Maersk Alabama, la nave che fu sequestrata dai pirati somali: «Regalo a voi e alle vostre famiglie un fine settimana tutto spesato a Las Vegas» promise. E così fu, unica eccezione alla regola di aiutare gente bisognosa: «Forse loro non hanno bisogno di aiuto, è vero» ha detto il giocatore senza volto, «però voglio che il mondo li conosca come eroi».