Silvia Fumarola, Repubblica 28/12/2009, 28 dicembre 2009
"Io, comparsa per la Callas, sognavo il podio da maestro" di Silvia Fumarola per Repubblica - Pippo Baudo non vuol sentire parlare di bilanci «perché i bilanci si fanno alla fine»
"Io, comparsa per la Callas, sognavo il podio da maestro" di Silvia Fumarola per Repubblica - Pippo Baudo non vuol sentire parlare di bilanci «perché i bilanci si fanno alla fine». Ma l´occasione c´è tutta, cinquant´anni di carriera (debuttò come pianista nel dicembre del ”59), e siamo a fine anno. Così l´uomo che ha inventato la tv e il baudismo, che è nato democristiano e ora viene chiamato affettuosamente "il compagno Pippo", si racconta. I sogni «da megalomane» quando ragazzino riscriveva Nabucco e si vedeva direttore d´orchestra, le delusioni, il rapporto col pubblico «che è ancora forte. Fino a quando il pubblico mi dice di sì, non mollo. La mia notorietà è ferma al 98%. E ho le prove. Abito vicino a un locale sempre affollato di ragazzi; la sera quando rientro mi aspetto il vaffa da un momento all´altro. Invece mi salutano: "Pippo li morta´..., sei tu! Ciao". Chiudo il portone e mi dico: anche stasera è andata». Baudo, uno strano modo di testare la popolarità. «Ultimamente ho scoperto di piacere ai bambini, chissà com´è. Forse mi vedono come uno di famiglia». Cominciamo dal bilancio della stagione. « stata una stagione incerta, che ha ripetuto schemi collaudati e non ci ha dato niente di nuovo: solo repliche». Il digitale doveva moltiplicare l´offerta, o come dice la Littizzetto «è quella cosa che, pagando, ti fa vedere male la televisione che prima vedevi bene gratis»? «Oddio, ho visto canali imbarazzanti, prodotti inguardabili: è televisione come l´altra, ammazza il sistema. La Rai, con 12 canali, può dare un´offerta ampia ma ci vogliono le risorse, sono si può vivere di Teche e repliche. Un governo che cura il servizio pubblico dovrebbe garantirgli l´abbonamento: l´idea di unire il canone alle bollette della luce era perfetta. Non se n´è fatto niente». Cinquant´anni fa debuttava in tv come pianista. «Avevo 23 anni, giravo nei locali. Mi trovavo a Palermo, e grazie al concorso Conchiglia d´oro andai in tv. Tra i concorrenti c´era Carosone, presentava Enzo Tortora». Ha capito subito che era il suo destino? «L´ho capito a 7 anni, vedendo le ballerine con la calze smagliate all´avanspettacolo: quanto mi piacevano... Sognavo di evadere dal paese, di viaggiare: volevo fare il direttore d´orchestra». Sempre manie di grandezza. «Papà andava al Massimo e mi portava i libretti d´opera. Nella mia megalomania ho rimusicato il Nabucco di Verdi e ho riscritto Va´ pensiero. A Catania ho fatto la comparsa nella Norma con la Callas, ero uno dei Druidi quando cantava Casta diva, magro, allampanato. Sono stato in scena anche con la Tebaldi. Quando l´ho conosciuta le ho detto: lo sa che abbiamo fatto insieme Gioconda e Traviata? Tramite Katia, ho avuto l´onore di conoscere Carlos Kleiber. Era considerato un orso, temutissimo, ma gli ero simpatico. Una sera al Covent Garden mi fece mettere al posto dell´organista. Ero con Pippo Caruso, i professori d´orchestra ci guardavano: chi sono ”sti due pazzi?». Il momento più bello della sua carriera? «Sempre Sanremo. Tanti ricordi: l´aspirante suicida, l´arrivo degli operai dell´Italsider. Settevoci mi ha reso popolare, dal punto di vista personale l´invito di Mina a Sabato sera insieme a Bongiorno, Corrado e Tortora». Dopo 13 festival da conduttore andrà a Sanremo come ospite. «So che chiude Costanzo e apre Bonolis. Dicono che andrò, ma ufficialmente nessuno mi ha invitato. Se non ci sarò me lo vedrò tranquillo da casa». Da siciliano, che pensa della situazione di Termini Imerese? «Marchionne sarà un genio, ma con quella battuta: "Trasferiamo la terra in Piemonte", ha offeso i siciliani e poteva risparmiarsela. Oppure dica perché non si può fare la Fiat in Sicilia: perché devono pagare il pizzo? O ci sono altre ragioni?». Mai avuta la tentazione di fare il dirigente televisivo? «Me l´hanno offerto, la Moratti voleva che facessi il direttore di rete. Le dissi: "Siccome non voglio smettere, dovrei firmare i contratti a me stesso". Ma curai la direzione artistica, detti spazio a Bonolis a Conti, una stagione d´oro». Chi ricorda? «Con Noschese ho visto cose bellissime. Quando sfotteva Leone, l´insegnante di Noschese era lo stesso Leone. Oggi non si può disturbare il manovratore». Lo sa che ormai è diventato il "compagno Baudo"? «Sono stato democristiano e forse lo sono rimasto come mentalità, ma non sono mai stato prono nei confronti del potere: sfottevamo Andreotti, De Mita, Gava, con Grillo abbiamo fatto satira contro Craxi. Ho sempre pensato che il diritto di satira e di critica sia intoccabile». Che pensa delle donne in politica? «Tutto il bene. Stimavo Nilde Iotti, stimo Rosy Bindi, e Tina Anselmi, una grande donna che ha combattuto contro la P2, e di cui nessuno parla più. Mi auguro più donne al comando purché non prendano i difetti degli uomini». E in generale, oggi com´è il suo rapporto con le donne? «Totale pacificazione, che non è armistizio, è pace fatta. Ho già dato: ho sofferto, ho gioito. A 73 anni posso concedermi il lusso di essere libero».