Giovanna Cavalli, Corriere della Sera 28/12/2009, 28 dicembre 2009
Lo sciopero delle modelle per non sfilare con il tacco 30 di Giovanna Cavalli - Chiamiamolo pure il patto dell’armadillo
Lo sciopero delle modelle per non sfilare con il tacco 30 di Giovanna Cavalli - Chiamiamolo pure il patto dell’armadillo. L’hanno stretto tre famosissime top model rifiutandosi di salire in passerella per lo stilista inglese Alexander McQueen, causa scarpe di altezza spropositata: 12 pollici di tacco, ovvero 30,4 centimetri, nome in catalogo, appunto, armadillo shoes. Una singolare calzatura zeppata e bombata come la corazza del mammifero dell’ordine degli sdentati che abita in Patagonia, pensata per la stagione 2010. Modellino fantasioso ma altrettanto poco portabile. E quanto mai pericoloso per caviglie, menischi e via di preziosi legamenti. Racconta il quotidiano britannico The Indipendent che quando l’australiana Abbey Lee Kershaw e le russe Natasha Poly e Sasha Pivovarova hanno realizzato con che scultura da piede avrebbero dovuto passeggiare avanti e indietro, a rischio ruzzolone e frattura scomposta, hanno convocato un breve G3 a bordo pedana e si sono concordemente tirate indietro. Conservando ben stampato nella memoria il crollo rovinoso toccato nel 1994 a Naomi Campbell issata da Vivienne Westwood su un trampolo da 9 pollici (appena 23 cm). Le loro giunture da top sono riccamente assicurate, ma Abbey, Sasha e Natasha hanno preferito rinunciare al cachet. La Kershaw, 22 anni, con McQueen peraltro è recidiva: nel 2008, soffocata da un suo corsetto strizzato, era svenuta in scena. Al defilé successivo ci ha rimesso un ginocchio sempre per colpa di un ipertacco. Le armadillo shoes, definite a scelta «un’opera d’arte» e «la scarpa più brutta dell’universo», hanno un fan club (virtuale) affollatissimo. Ma sono state indossate per davvero da due sole coraggiose: l’ereditiera Daphne Guinness e la pop star Lady Gaga che ci balla nel video di Bad romance. La stilista di scarpe inglese Emma Hope simpatizza con le modelle ribelli («Portarle è come camminare su un righello»), mentre la scrittrice Ellie Levenson, autrice di Guida al femminismo per cattive ragazze, ci vede il risvolto sociologico: «Rifiutarsi di portare quei tacchi è stato un gesto femmminista». Eva Riccobono, modella, attrice e ora cantante, sta con le colleghe. « vero che siamo professioniste e dunque pronte ad affrontare ogni situazione. Però visto che lo stilista pensa solo a sé stesso, a fare colpo con la sfilata, ad un certo punto bisogna dire basta. Tacchi da 30 centimetri sono assurdi, io le mie gambe non le rischio». Lei non si è mai ammutinata: «Però quando ho dovuto mettermi zeppe di Dior da 25 centimetri, prima me le sono portate a casa per allenarmi. Più volte invece mi sono rifiutata di indossare pellicce, le detesto». Lo stop a McQueen, dice, ci voleva: «Natasha la conosco, è bravissima, cammina molto bene, può permettersi di dire no. E così protegge anche le ragazze meno famose, che hanno paura ma non possono tirarsi indietro. Noi modelle siamo esseri umani, è gisto che siamo libere di scegliere». Comprensivo Giuseppe Zanotti che disegna scarpe gioiello: «Le modelle sono donne, non mutanti, e come tutti desiderano non farsi male. Le altezze esasperate dei tacchi sono pericolose, ormai è follia». Lui non oltrepassa i 13 centimetri: «Ma con una platform di 5 davanti e suola antiscivolo, ci vogliono una buona tecnica e un mese e mezzo di lavoro».