Terry Marocco, Panorama, 1 gennaio 2010, 1 gennaio 2010
TERRY MAROCCO PER PANORAMA 1 GENNAIO 2010
Natale con i tuoi, l’amante appena puoi C’è chi porta in crociera sia la moglie che l’altra, ma in cabine su ponti diversi. Chi festeggia il 23 in clandestinità e il 25 con la famiglia ufficiale. E poi quelli che per crearsi un alibi si scaricano sull’iPhone il software che simula la chiamata del capo... Le feste di fine anno sono un momento critico per chi ha una doppia vita. Qualcuno si rovina, molti ci sguazzano.
Dopo avere aperto i pacchetti con i bambini, mangiato il tacchino farcito, digerito le gioie del Natale in famiglia, ci si ricorda di quel parente malato da andare assolutamente a trovare e ci si allontana con classe. Per correre da lei (o da lui, ormai anche sulle corna la parità è raggiunta) e trascorrere l’altra metà del 25 con l’altra metà del proprio cuore. Lo ha fatto per anni Luca B., professionista di successo: «Raccontavo che andavo a trovare mia madre e andavo dall’altra donna della mia vita. Mia moglie non mi ha mai scoperto e la mamma non mi avrebbe mai tradito».
Più che festa, tormento per chi di famiglie non ne tiene una sola (ne sa qualcosa il campione di golf Tiger Woods, letteralmente travolto dalla furiosa reazione della moglie Elin). «Il 60 per cento dei maschi italiani e il 50 per cento delle donne hanno una doppia vita» calcola Carlo Rossella, dall’alto della sua posta del cuore su Chi. «Natale è la festa della famiglia e chi ne ha due si deve organizzare».
Anche il Natale fedifrago ha i suoi riti: arriva il 23 sera quando con l’amato bene si fa il «cenino», con tanto di trota bollita e pacchetti. «Faccio dei bei regali alle mie fidanzate: borse firmate, gioielli. Ce li diamo la sera del 23. Solo una volta in oltre 10 anni di doppio binario ho ceduto e ho passato la vigilia con l’altra. Ero molto innamorato, ma mi sono pentito: meglio le feste con la moglie, sono più rilassanti» racconta Massimo P., imprenditore brianzolo con l’amante da 15 anni.
Una vita di doppi regali sotto l’albero, una situazione che Rossella definisce «l’amante moglizzata, praticamente come la mutua». Però anche le amanti non sono più quelle di una volta, osserva la giornalista Natalia Aspesi, famosa per le sue Questioni di cuore. «Oggi si sono organizzate e le feste le passano a loro volta con un amante. Tutti tradiscono tutti, dal triangolo si è passati al quadrilatero e spesso finisce che le vacanze si fanno insieme, coniugi e amanti». Coscienti o incoscienti non si sa bene.
Sembrano scene del film di Pietro Germi Signori e signore sulla provincia «sporcona». E i tormenti d’amore hanno il sapore grottesco della commedia vanziniana. «Sono anni che mi chiedono cosa succeda fra le coppie sotto l’albero» ride Enrico Vanzina, che per primo, nel 1983, inventò il cinepanettone Vacanze di Natale in una Cortina dove tutti si cornificano allegramente. «Di solito all’inizio l’uomo mostra sincerità e le dice che è sposatissimo, lei giura che saprà stare al suo posto. Ma già a Ferragosto scalpita: ”Parti?”. Arrivati al weekend dei Morti inizia il tormentone: ”Con chi stai a Natale?”. E da lì parte lo stillicidio di sensi di colpa».
Allora per lavarsi la coscienza è inevitabile la discesa verso il disastro economico. «So di chi è riuscito a brindare a mezzanotte con moglie e amante, spedendo quest’ultima in Polinesia e raggiungendola grazie al fuso orario, dopo il brindisi con la moglie» continua Vanzina. Non tutti possono permettersi il giro del mondo per un brindisi. Allora, come consiglia Giancarlo Di Nunzio, esperto di comunicazione, «si va in crociera con tutte e due, prenotando su piani diversi e passando Capodanno su e giù dai ponti». Una soluzione molto faticosa.
Più facile e subdolo l’escamotage per i tecnologicamente illuminati: «L’iPhone ha un programma che simula le telefonate con tanto di foto di chi chiama. Bisogna essere bravi, fingere stupore e irritazione per la finta telefonata del capo la sera della vigilia, parlare attenti alle pause, apparire scocciati, e andare via lasciando la moglie incastrata fra i pacchetti» spiega esperto lo scrittore Giuseppe Scaraffia.
Insomma, qualcosa bisogna fare se non si vuole cadere sotto la pioggia di sms dell’amante rimasta sola a casa. O peggio, come racconta Alessandra Appiano, scrittrice di amori travagliati (in febbraio uscirà per la Garzanti Il cerchio degli amori sospesi): «Vittima di vendette feroci, come quella della donna lasciata sola che decise di inviare ogni giorno delle vacanze natalizie un mazzo di fiori a casa dell’amato bene. E la moglie non gradì».
Il sociologo Francesco Alberoni ben capisce la rabbia degli amanti separati sotto il vischio, ne ha scritto nel suo ultimo libro I dialoghi degli amanti (ed. Rizzoli). « una sofferenza istituzionale, è come essere stato messo agli arresti domiciliari. Il Natale ricompatta la famiglia, ricorda i doveri. Però nei giorni seguenti nascono le ansie, che culminano a Capodanno. Quando si vuole ricominciare, ma accanto alla persona amata».
Vaticina un esperto: « più facile che un cammello passi per la cruna di un ago e che un ricco entri in Paradiso piuttosto che la moglie e l’amante riescano entrambe a farsi baciare a mezzanotte». Bisogna saper scegliere. «Quella notte le donne vogliono il riconoscimento, hanno il bisogno di essere ”et in arcadia ego”» continua Scaraffia. Vogliono la prova d’amore: la telefonata a mezzanotte. «Ho subito messo in chiaro una cosa: poteva avere tutto dalla mia vita, ma la telefonata dell’ultimo dell’anno non era un dovere» puntualizza l’imprenditore brianzolo.
A mezzanotte, quando partono i botti, i bagni delle feste si intasano di uomini costretti a sussurrare parole dolci. «Dall’altra parte si sentono insulti di ogni genere, così che il poveretto si trova costretto a promettere viaggi riparatori. E a febbraio la spiaggia del costoso resort Sandy Lane alle Barbados si riempie di uomini con l’amica. Al ritorno li riconosci perché sono abbronzati, la moglie no» racconta Rossella. E può anche succedere di riuscire a nascondersi per telefonare e trovare occupato: «Non potevo richiamarla, così le scrissi un sms: ”Ti amo”. Il primo dell’anno mi chiamò il commercialista preoccupato del mio coming out».
Solo gli sprovveduti arrivano a Natale in questo stato. I professionisti dell’amore non si troveranno mai in un bagno a sussurrare ti amo fra i botti. Loro sanno che non ci si innamora mai a novembre, ma piuttosto a fine gennaio, così si ha un anno di quiete davanti. Ai primi freddi l’amante si lascia. Risparmiando sul regalo, sulle telefonate e sullo stress.