Lanfranco Vinci, Panorama, 1 gennaio 2010, 1 gennaio 2010
LANFRANCO VINCI PER PANORAMA 1 GENNAIO 2010
Un caldissimo buon Natale Le bombe alla Bocconi e al centro di detenzione per clandestini di Gorizia sono i primi due segnali di una campagna. Che ora potrebbe accelerare.
Stanno preparando feste scoppiettanti in tutto il Sud Europa. I primi botti degli anarcoinsurrezionalisti si sono uditi in Italia il 15 dicembre: un portafoglio esplosivo è giunto via posta al Centro d’identificazione ed espulsione (Cie) di Gradisca d’Isonzo (Gorizia), mentre nei sotterranei dell’università milanese Bocconi mani misteriose hanno nascosto una bomba che per fortuna non ha causato danni. Intanto nelle case occupate dagli anarchici gira un opuscolo intitolato «Abbiamo la rivolta, Natale è rimandato». Si riferisce alla guerriglia urbana che infiamma la Grecia e che sperano d’importare in Italia. Infatti l’asse tra Roma e Atene è pericolosamente attivo.
All’inizio di dicembre, durante gli scontri nella capitale ellenica, sono stati arrestati cinque anarchici italiani. Mentre in ottobre, a Trikala, è stato fermato durante una rapina Alfredo Maria Bonanno, 72 anni, ideologo dell’anarcoinsurrezionalismo nostrano. In Italia la guerriglia ha molti ultrà (sul giornale online Informa-azione c’è un notiziario aggiornato sulle vicende greche) e qualche focolaio. In particolare a Torino, dove decine di anarchici sgomberati dalla polizia, giovedì 10 dicembre, hanno innalzato barricate e incendiato cassonetti.
Piemonte a parte, in Italia gli insurrezionalisti allo scontro di piazza prediligono l’invio di plichi esplosivi. Le 13 sigle di bombaroli anonimi riuniti sotto l’egida della Federazione anarchica informale (Fai) in quasi 10 anni hanno disseminato l’Italia di ordigni e di pacchi-bomba, privilegiando, come confermano gli ultimi episodi, il periodo delle festività. Nel 2003, l’operazione Santa Claus, con lo scoppio di due ordigni sotto la casa bolognese dell’allora commissario europeo Romano Prodi, ufficializzò la nascita della Fai.
Quali sono i possibili prossimi bersagli? Vengono indicati sui muri delle città e sul web. Così chi vuole può aderire alla campagna e colpirli autonomamente. Per esempio, non era inaspettato il plico esplosivo contro il Cie friulano. Da tempo il foglio online Macerie parla di presunte repressioni al suo interno. Nel mirino anche altri Cie dove nei mesi scorsi sono scoppiate rivolte: per esempio quelli di Bari Palese o di Milano. Qui gli anarchici accusano un ispettore di polizia di molestare le straniere. E i soprusi avverrebbero con la complicità della Croce rossa italiana (un altro obiettivo) che gestisce quattro centri per clandestini a Roma, Bari, Milano, Torino.
Per capire quale sia l’atmosfera nell’arcipelago anarchico conviene visitare Torino, la loro capitale, dove gli estremisti ogni settimana organizzano manifestazioni cariche di tensione. Il 19 dicembre uno striscione apriva il corteo e c’era scritto: «State agitati». Un manifesto programmatico, rivolto a istituzioni e persone fisiche, dai politici (in particolare leghisti) ai giornalisti, agli «sbirri».
Gli anarchici sono in guerra contro tutto e contro tutti e hanno un modello da imitare: la Grecia. «Nella culla della civiltà chi non è disposto a barattare la dignità in cambio di un salario sa bene che è meglio battersi incappucciati contro i potenti e i loro tirapiedi, piuttosto che vegetare incravattati al loro servizio» si legge nel volantino intitolato «Il ritorno della Magna Grecia». « questo il tizzone ardente che lancia nel mondo la rivolta in corso in Grecia». Un tizzone che in Italia molti vorrebbero raccogliere.