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 2009  dicembre 22 Martedì calendario

Il gigante francese Gallimard punta su un filosofo trentenne- «Ho ricevuto una telefonata nella quale mi si diceva: ho letto il tuo libro, credo che tu sia la persona che meglio conosce l’autore, quindi è naturale che sia tu a curare i suoi scritti

Il gigante francese Gallimard punta su un filosofo trentenne- «Ho ricevuto una telefonata nella quale mi si diceva: ho letto il tuo libro, credo che tu sia la persona che meglio conosce l’autore, quindi è naturale che sia tu a curare i suoi scritti. Sarebbe bello se questo succedesse anche da noi». Dall’altro lato del telefono c’era Marcel Gauchet, uno dei più importanti teorici politici francesi e uno dei responsabili editoriali di Gallimard. Lo racconta a Libero Marco Filoni, classe 1975, che in Italia collabora alla direzione editoriale di Meltemi e scrive per Il Sole 24 Ore. In Francia, si pubblicherà la biografia che ha dedicato ad Alexandre Kojève Il filosofo della domenica (Bollati Boringhieri) nella prestigiosa collana ”Bibliothèque des idées”. Era dai tempi di Eugenio Garin, quarant’anni fa, che un italiano non vi trovava spazio. Non solo, ma a Filoni sarà affidata la curatela delle opere del filosofo franco-russo che, per quanto poco conosciuto, secondo Jacob Taubes e Mark Lilla sarebbe il più influente pensatore del secolo scorso. Chissà che sensazione dà essere ospitato nella collana di punta della saggistica francese, quando molti accademici nostrani nemmeno pubblicano in Italia. «Per un filosofo è una sorta di Olimpo editoriale... E tanto è stata inaspettata la notizia, quanto mi ha fatto piacere. Trovo molto interessante il progetto di Gallimard legato a Kojève: mi hanno infatti proposto di curare da un lato la pubblicazione delle sue Opere inedite, e dall’altro degli scritti dimenticati e ormai impossibili da reperire. Il primo volume, dedicato a Pierre Bayle, uscirà nel corso del prossimo anno». Da noi sarebbe complicato un incarico così per un trentenne. «Purtroppo l’Italia vive un’annosa questione di ricambio generazionale. Questo non significa che non si possa emergere, ma per farlo occorre molta volontà, pazienza e anche un certo gusto per le battaglie perse». La questione delle nuove élite che non emergono è un freno per il futuro del nostro Paese, ma non bisogna demordere. Cosa si dovrebbe fare per sbloccare la situazione? «Probabilmente Kojève, con la sua solita ironia, risponderebbe: ”Continua a studiare”. Non so, credo che non vi siano ricette valide. Da un lato penso che sia necessaria un’as - sunzione di responsabilità delle classi dirigenti. Dall’altro credo che la mia generazione dovrebbe avere maggior determinazione e recuperare il senso di una breve parola, che per i greci era una virtù: il ”coraggio”. Le idee necessitano di coraggio. E senza idee nulla mai cambierà ». Filoni fa suo un consiglio che il filosofo franco-russo dava ai Sessantottini. «Kojève», racconta Filoni, «era convinto dell’inutilità delle agitazioni legate al ”68, anche se a Berlino fu accolto con grande entusiasmo. Fu il leader studentesco Rudi Dutschke a dirgli: ”Ha vistoprofessore, è iniziata la Rivoluzione”. E Kojève: ”Quanti morti ci sono stati finora?”.’Ma nessuno!”. ”Allora non c’ènessuna rivoluzione!” ». «Ma Dutschke incalzò - continua Filoni -: ”E allora che devo fare?”. ”Per te, in questo momento, lacosapiù importantedafareè imparare il greco”. Ovvero: prima di agire, bisogna studiare. vero che il pensiero senza azione non vale nulla, ma agire senza studiare è pericoloso».