Mauro Romano, ItaliaOggi 23/12/2009, 23 dicembre 2009
Berlusconi non molla la presidenza - Non ci sarebbe l’ipotesi di una staffetta a palazzo Chigi con il ministro Angelino Alfano - Ieri ItaliaOggi è uscita con uno scoop politico clamoroso che, non a caso, ha fatto il giro del mondo
Berlusconi non molla la presidenza - Non ci sarebbe l’ipotesi di una staffetta a palazzo Chigi con il ministro Angelino Alfano - Ieri ItaliaOggi è uscita con uno scoop politico clamoroso che, non a caso, ha fatto il giro del mondo. Il titolo di apertura della prima pagina del giornale diceva inequivocabilmente: «Alfano succederà al Cavaliere» E il sommario precisava: «Al vertice di Arcore, dopo l’attentato, Berlusconi ha confidato ai suoi fedelissimi che vuol lasciare Palazzo Chigi. Gli succederà Alfano». Della ghiotta notizia politica si sono appropriate subito le rassegne televisive sulle prime pagine dei giornali che sono andate in onda della notte di ieri l’altro, lunedi 22 dicembre. Il giorno dopo, martedi mattina, radio e televisioni, nelle loro trasmissioni dedicate agli italiani ancora assonnati, hanno rilanciato ripetutamente, nel loro rullo informativo, lo scoop di Italia Oggi. Da Palazzo Chigi, che, di solito, è sempre molto tempestivo nello smentire le bufale (cioè le notizie prive di fondamento) o anche le cose che, molto più semplicemente, gli danno fastidio, non veniva né una conferma, né una smentita. Intanto, questa notizia girava come una trottola nelle aule del parlamento, in quelle dei partiti politici e fra i giornalisti dei vari media. Da Palazzo Chigi invece, continuava a non veniva alcuna reazione. Intanto anche le principali agenzie di informazione internazionali avevano immesso la notizia nei loro potentissimi network. Si è dovuti arrivare alle 13 e un minuto per poter leggere, sull’Ansa, la smentita, evidentemente sofferta, del sottosegretario alla presidenza del consiglio, Paolo Bonaiuti, che, con la sua nota facondia, ha detto: «La notizia del cambio della guardia a Palazzo Chigi è una fiaba natalizia. Queste fanfaluche, in genere, i giornali le raccontano a Ferragosto, questa volta è successo sotto le vacanze natalizie». Boniauti ha poi aggiunto che «il presidente Berlusconi è invece determinato ad andare avanti, è sempre più pronto ad impegnarsi per il bene del paese, come prima e più di prima. Cosi come gli richiede la stragrande maggioranza degli italiani». Bonaiuti ha chiuso dicendo che «Silvio Berlusconi è al lavoro, riceve decine di telefonate e pullman pieni di persone». ItaliaOggi, nel ribadire l’altissima affidabilità della fonte che è stata all’origine del servizio pubblicato ieri e che non riferiva frasi sentite in giro ma da lui ascoltate direttamente, prende atto che il presidente del consiglio Berlusconi ha cambiato parere. Non sarebbe la prima volta. Berlusconi infatti è noto per smentire (si fa per dire) persino le affermazioni che, il giorno prima, aveva fatto, in pubblico, davanti d 250 telecamere. Immaginarsi se non riesce a smentire dei colloqui riservati che si sono tenuti nella sua abitazione privata di Arcore e nemmeno a palazzo Grazioli che, come si sa, è molto meno blindato.Una seconda ipotesi è che Berlusconi, com’è capitato altre volte, anche in questo caso, di fronte ad eventi traumatici (e l’attentato in piazza Duomo lo ha sicuramente molto colpito, anche perché ha dimostrato la sua vulnerabilità di fronte ai fanatici che purtroppo sono tanti, come dimostrano i messaggi su Facebook) o di fronte a comportamenti politici demoralizzanti (come gli improvvisi ed irriconoscenti voltafaccia da parte di alcuni personaggi da lui vistosamente beneficati) è noto che Berlusconi sia, di tanto in tanto, come qualsiasi persona, tentato del gettare la spugna ma, passato questo breve momento di abbattimento, da lottatore qual è e quale è sempre stato, si riprenda, riappropriandosi in pieno delle sue prerogative di premier e di capo del principale partito politico italiano. Una terza ipotesi, meno probabile, ma che non si può scartare a priori e magari coabita con la precedente, è che Berlusconi abbia voluto saggiare le reazioni, sull’ipotesi di un suo passaggio delle consegne, degli uomini a lui più vicini, degli esponenti centrali e periferici del suo partito e, non da ultimo, quelle dei leader dei partiti parenti-serpenti, nonché quelle dei partiti a lui istituzionalmente e storicamente avversari. Da tutta la vicenda salta poi fuori la crescita della statura politica, oltre che ministeriale di Angelino Alfano, un giovane politico che ha bruciato velocemente le tappe in un percorso senza penalità e che è sempre più stimato, anche per la sua assoluta lealtà, da Silvio Berlusconi.