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 2009  dicembre 23 Mercoledì calendario

C’era: Vade retro Satana! Adesso basta dire: inciucio - In Italia per bloccare ogni iniziativa politica basta lanciare il gas nervino contenuto in una sola parola: inciucio

C’era: Vade retro Satana! Adesso basta dire: inciucio - In Italia per bloccare ogni iniziativa politica basta lanciare il gas nervino contenuto in una sola parola: inciucio. Chi ne è oggetto, rimane paralizzato come un tempo quando si diceva: «Vade retro Satana!». Lo ha provato sulla sua pelle, nei giorni scorsi, anche Massimo D’Alema il quale, dopo aver detto di essere disposto ad andare a vedere che carte ha, nel mazzo, Berlusconi, è stato subito accusato di inciucio, non solo da Tonino Di Pietro (questa è una reazione inevitabile come il calcio all’aria picchiando la rotula con il martelletto) ma anche dal mite (o non più?) Walter Veltroni e persino dall’inesistente Franceschini che è stato sistemato a capo dei deputati Pd per evitare di farlo scomparire dagli schermi radar della politica dove, da solo, non verrebbe registrato per la sua inconsistenza, come capita agli ultraleggeri. Ma che cosa vuol dire inciucio? Il vocabolario Sabatini-Colletti, dopo aver ricordato che è un termine che è nato nel 1995, spiega: «Nel gergo politico significa: pasticcio, imbroglio». Oppure anche: «Accordo politico non lineare». Se questo è il duplice significato della parola inciucio, tutta la vita politica è, inevitabilmente, un inciucio. Non si capisce quindi come mai questa parola abbia assunto l’effetto di un missile V1. Questa parola, inizialmente, era un termine napoletano, poi deturpato nel romanesco cialtrone e infine definitivamente sfigurato dopo essere stato intinto nel politichese più becero e ripetitivo. Nel napoletano, «nciucia» significa «diffondere ad arte, al fine di aizzare e istigare, cattiverie e maldicenze». Non a caso è «un lemma onomatopeico riproducente le chiacchiere di chi spettegola». Insomma, sia nella sua versione da parlamento che in quella da strada, il termine inciucio non potrebbe essere usato come una parola contundente, anzi paralizzante, come il peperoncino nella bomboletta spray. Se invece, questa parola, finisce per paralizzare chiunque sia sospettato di utilizzarla, vuol dire che il dibattito politico italiano è alla frutta. Nel senso che non ci vuol niente per bloccarlo. Anche un pretesto lessicale infatti lo surgela. Non a caso, D’Alema, che ha il gusto dell’impopolarità, questa volta l’ha invocato lui, l’inciucio, dicendo che si apprestava a farlo. Con questa decisione, forse, anche se non ha abbattuto un tabù, l’ha certamente scalfito. Si può uscire dalla paralisi politica solo gettando nella pattumiera delle cose inservibili le parole fuorvianti, che hanno perso significato o ne hanno assunto uno inutile, ma anche impaurente, come le maschere orribili che si mettono gli stregoni per sottomettere i poveri di spirito. Che, purtroppo, sono ancora tanti.