Andrea Montanari, MilanoFinanza 23/12/2009, 23 dicembre 2009
Sul Lodo Mondadori plana la fidejussione - L’una, Cir, si impegna a non chiedere l’esecuzione del provvedimento disposto il 3 ottobre dal giudice fino alla conclusione della sentenza d’appello
Sul Lodo Mondadori plana la fidejussione - L’una, Cir, si impegna a non chiedere l’esecuzione del provvedimento disposto il 3 ottobre dal giudice fino alla conclusione della sentenza d’appello. L’altra, Fininvest, rinuncia all’istanza di sospensione che blocca il risarcimento di 749 milioni imposto dal giudice Raimondo Mediano nel procedimento legato al Lodo Mondadori. E’ su questa base che ieri, in udienza al Tribunale di Milano, le parti in causa hanno sottoscritto la fidejussione da 806 milioni che la holding presieduta da Marina Berlusconi ha concesso a garanzia dell’importo che è stata chiamata a versare in primo grado dalla sentenza Mesiano. In questo modo il risarcimento alla Cir di Carlo De Benedetti resta congelato almeno fino all’esito del processo d’appello, che prenderà avvio il 23 febbraio e dovrebbe concludersi entro la fine del 2010 o, al più tardi, nella prima parte del 2011. L’intesa tra Fininvest e Cir è stata messa a verbale ieri dai giudici Luigi de Ruggiero, Walter Saresella e Cristina Pozzetti della seconda Corte d’Appello civile. La fideiussione presentata dalla Fininvest è tecnicamente valida per 16 mesi, fino cioè all’aprile del 2011. Ma è previsto che possa venire automaticamente prorogata per altri tre mesi, ossia fino a giugno, se per quella data non sarà già stata depositata la sentenza di appello. A garantire il «paracadute» è stata la banca capofila Intesa Sanpaolo (con 236 milioni) ed è controgarantita anche da Unicredit (236 milioni), Mps (236 milioni) e Popolare di Sondrio (98 milioni). La holding di Berlusconi non ha concesso garanzie reali alle banche, forte anche della sua liquidità. Per l’intera vicenda, Cir ora ha tempo fino al 3 febbraio per costituirsi nell’appello, in vista della prima udienza del 23 febbraio. Entrambe le parti intanto hanno espresso soddisfazione sull’esito dell’udienza in Corte d’Appello civile sull’esito del secondo grado del processo. Per Cir gli avvocati Vincenzo Roppo ed Elisabetta Rubini si sono dichiarati «fiduciosi che le buone ragioni della società, già riconosciute dalla sentenza del tribunale, troveranno ulteriore riconoscimento anche nel secondo grado del giudizio». Mentre Fininvest e i sui legali (il collegio è guidato dall’avvocato Giovanni Lombardi) hanno affermato dal canto loro di guardare «con la massima fiducia al processo d’appello, sicuri che le proprie buone ragioni saranno in quella sede riconosciute, con la riforma della sentenza impugnata».