Andrea Fiano, MilanoFinanza 23/12/2009, 23 dicembre 2009
Ford vuole tagliare 41 mila dipendenti - stretta finale per la vendita della svedese saab alla cinese Geely - Ford riprova la strada degli incentivi
Ford vuole tagliare 41 mila dipendenti - stretta finale per la vendita della svedese saab alla cinese Geely - Ford riprova la strada degli incentivi. Il gruppo di Detroit ha offerto ai suoi 41mila dipendenti pagati a ore il secondo piano dell’anno di incentivi per le dimissioni o il prepensionamento. Intanto, secondo la televisione di stato svedese, la stessa Ford e la cinese Geely sarebbero vicine a un accordo per la vendita del marchio svedese Volvo, di proprietà del colosso statunitense. Le due case costruttrici non hanno confermato la notizia, mentre Volvo si è limitata a un «no comment». Già nello scorso ottobre Ford aveva reso noto di considerare Geely come miglior possibile acquirente per la Volvo. Tornando i dipendenti Ford, il loro numero resta eccessivamente alto rispetto alle necessità attuali di produzione del gruppo guidato da Alan Mulally. La stessa Ford non ha precisato a quale numero di dimissioni-prepensionamenti stia puntando, ma l’offerta segue lo smacco con cui il 70% degli stessi dipendenti a ore ha respinto nuove concessioni rispetto al contratto di lavoro esistente. I dipendenti di questa categoria aderenti al sindacato dell’auto Uaw hanno respinto la richiesta di blocco degli scioperi per i prossimi sei anni e di blocco degli aumenti fino al 2015 per i nuovi assunti. Questo genere di concessioni sono state però ottenute da Chrysler e Gm grazie al passaggio in amministrazione controllata e ora Ford, che non ha ottenuto aiuti federali, ha bisogno di ottenere simili concessioni per evitare costi di produzione superiori a quelli delle case rivali. Il tutto per un gruppo le cui azioni risultano le terze migliori dell’intero indice S&P 500 grazie a un guadagno del 309% dall’inizio dell’anno (a cui si aggiunge il guadagno superiore all’1% registrato ieri, con il titolo vicino ai massimi degli ultimi quattro anni), inferiore solo a quello di XL Capital e Tenet Healthcare, frutto di un forte aumento delle vendite e del successo della ristrutturazione, che ha portato in novembre a vendite superiori a quelle dello stesso mese nel 2008. Ora il gruppo automobilistico ci riprova e offre incentivi compresi fra i 20mila e i 50mila dollari a testa e una serie di altri benefit, ponendo come scadenza per la nuova offerta il prossimo 22 gennaio. Nel giugno scorso solo 1.000 dipendenti della stessa categoria avevano accettato una simile offerta ed è difficile immaginare che stavolta l’iniziativa possa avere maggiore success,o tanto più che il gruppo è tornato in salute e la produzione di auto dovrebbe crescere nel 2010. In marzo, invece, i salariati su base oraria di Ford avevano accettato di fare una serie di concessioni su aumenti e benefit, permettendo al gruppo guidato da Mulally di risparmiare circa 500 milioni di dollari all’anno. L’offerta di Ford è naturalmente volontaria e quindi non equivale né a licenziamenti né a una sorta di passaggio in cassa integrazione. Una portavoce di Ford ha precisato che il gruppo non ha lanciato questa campagna di incentivi per assumere nuovi dipendenti a una paga oraria di 14,20 dollari, salario assai più basso di quello degli attuali dipendenti, come in realtà sarebbe concesso dal contratto del 2007. In realtà, Ford, più che tagliare i costi, vuole ridurre i dipendenti di questa categoria. La casa automobilistica offre ai dipendenti con almeno un anno di servizio che si dimetteranno un pagamento una tantum di 50mila dollari, e la scelta fra un voucher di 25mila dollari per l’acquisto di una vettura o 20mila dollari in contanti e sei mesi di assistenza sanitaria. Per chi sceglie la strada del prepensionamento, invece, bonus e incentivi sono leggermente più bassi. Altre novità riguardano invece l’installazione futura in alcuni nuovi modelli del gruppo di un sistema di trasmissione Wi-Fi, che permetterà l’accesso a internet dalle vetture. Anche il colosso giapponese Toyota si concentra sul taglio dei costi, puntando a un risparmio del 30% sui componenti auto per ritornare alla redditività attraverso una crescita sostenibile.La casa nipponica, duramente colpita dalla crisi del settore automobilistico, da un lato tenta di rivedere i contratti con i fornitori dei componenti auto al fine di ridurre le spese, dall’altro sviluppa nuove tecniche di progettazione per rendere i modelli futuri più efficienti ed economici. Il rafforzamento dello yen e l’eccesso di produzione a fronte di un calo della domanda hanno determinato due anni consecutivi in perdita per la casa giapponese. Attraverso le nuove politiche Toyota mira a tornare in attivo il prossimo anno fiscale.