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 2009  dicembre 22 Martedì calendario

WALL STREET CHIUDE IL DECENNIO NERO

Peggio degli anni Trenta, quando al crollo di Wall Street seguì la Grande depressione. Peggio delle altre grandi crisi finanziarie del 1907e del 1893, quando il panico si diffuse tra i risparmiatori e i clienti delle banche americane. L’ultimo decennio è stato il peggiore degli ultimi 190 anni per la borsa di Wall Street, secondo lo studio del professor William Goetzmann della Yale University: almeno dal 1820, ossia da quandoè stato possibile organizzare dati attendibili. Dalla fine del 1999 a oggi la borsa di New York ha perso in media lo 0,5% annuo, oltre il doppio di quanto bruciò negli anni Trenta (- 0,2%). E il calcolo tiene conto dei dividendi incassati, pari a una media dell’1,8%annuo. Sarebbe stato meglio mettere i soldi sotto il materasso, perché almeno si sarebbero svalutati di quel 2,8% che è stato il ritmo medio dell’inflazione e non del 3,3% della borsa considerando il costo della vita. Certo, con il senno di poi, sarebbe stato meglio comprare obbligazioni ( che avrebbero reso tra il 5,6% e l’8%), oppure investire nell’oro (+15%).
Quel che lo studio di Goetzmann non dice è che le cose sono andate ancor peggio in Europa. Perché, se nella decade che si sta concludendo l’S&P500 (senza dividendi) ha perso in tutto il 23,9% (pari al -2,7% medio annuo composto), lo Stoxx è caduto del 34,3% (- 4,1% annuo) e Piazza Affari (secondo l’indice FtMib) addirittura del 46,6% (-6,08% annuo).
Ne sono successe di cose in questo iniziale scorcio del nuovo millennio, si dirà. Avvenimenti eccezionali come gli attentati dell’11 settembre 2001, la guerra in Afganistan e quella in Iraq. Ma queste considerazioni sono di assai lieve conforto se si pensa che tra fine ’39 e ’49, ossia gli anni di un conflitto ben più grande come la Seconda guerra mondiale, Wall Street era invece salita. Ma l’ultima decade, si può aggiungere, è stata segnata da un epocale processo di trasformazione, come la globalizzazione. E dicendo questo, ci si avvicina a una spiegazione più razionale. Ma le cause principali del tracollo delle borse vanno ricercate proprio all’interno degli stessi mercati finanziari che in 10 anni sono riusciti a produrre soprattutto bolle speculative a ritmi così ravvicinati come mai s’era visto in passato:quella di internet e dei titoli tecnologici tra il ’99 e il 2000, quelle più recenti del credito, degli immobili e forse anche delle commodity.
E dopo tutti i crolli di Borsa, nemmeno si può dire che Wall Street sia a buon mercato, trattando 18 volte gli utili 2009 ( 14,1 quelli stimati per il 2010). Cosa ci riserverà la prossima decade è impossibile dirlo, ma sembra assai improbabile che possa offrirci ritorni comparabili con quel 9,5% medio annuo che Wall Street ha dato dal 1926 a oggi, dividendi inclusi. Tanto più se l’economia americana è prevista in più lenta crescita nei prossimi anni; tanto più se si pensa che la globalizzazione sta spostando altrove i motori dell’economia mondiale.