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 2009  dicembre 22 Martedì calendario

PER I COMUNI UN REATTORE NUCLEARE VARR 30 MILIONI

Un mix di contributi una tantum, sconti in bolletta, opere di urbanizzazione. quanto prevede il piano del governo per i comuni che ospiteranno i siti delle centrali nucleari. Arriva oggi all’esame del consiglio dei ministri il decreto legislativo che, in attuazione della legge sviluppo, definisce i criteri per l’individuazione dei siti produttivi e dei sistemi di stoccaggio oltre al pacchetto di misure compensative a carico degli operatori.
Ieri sono circolate le prime bozze,con l’ipotesidi un contributo una tantum in fase di costruzione dell’impianto: un’aliquota unitaria commisurata alla potenza elettrica nominale (3.000-4.000 euro/megawattora fino a 1.600 mw). A conti fatti, dunque, in cantiere ci sarebbe un contributo di circa 30 milioni di euro per ogni reattore della centrale, spalmati in cinque anni, di cui il 60% a favore dei cittadini e delle imprese locali (attraverso sconto Tarsu e sgravi fiscali) e il restante 40% al Comune ospitante e, in proporzioni decrescenti, ai comuni attigui, per opere infrastrutturali definibili dalle amministrazioni locali. La riduzione in bolletta per imprese e cittadini ammonterebbe invece a circa 0,3 euro per megawattora prodotto in fase di esercizio per la durata in vita dell’impianto (una differente bozza circolata in serata indica invece un valore di 0,58 euro). Un impatto stimabile, complessivamente, tra i 4 e i 7 milioni l’anno (ma le tecnicalità dovranno essere stabilite dall’Autorità per l’energia). Al Comune che ospita l’impianto andrebbe invece un’Ici da circa 13 milioni l’anno.
Se queste cifre saranno confermate nella versione del decreto che verrà approvato dal consiglio dei ministri, bisognerà verificare la reazione delle località con caratteristiche idonee per ospitare centrali. Le indiscrezioni delle scorse settimane – a partire da Montalto di castro, Borgo Sabotino nel Lazio, Garigliano in Campania, Trino vercellese e Caorso (Piacenza) – non hanno per ora trovato conferme ufficiali. Di certo le aree già sedi di vecchie centrali potrebbero avere caratteristiche coincidenti con i nuovi criteri. Tra le "zone bianche" quelle con scarsa sismicità, vicinanza al mare o comunque a grandi corsi d’acqua, basso livello di popolazione presente. Lo schema di decreto legislativo indica i principi in base ai quali l’Agenzia per la sicurezza nucleare dovrà valutare le future proposte. Si prospetta un iter autorizzativo in quattro fasi: definizione dei criteri di esclusione tecnici ed ambientali e del piano nucleare italiano; valutazione ambientale strategica per individuare delle aree in grado di ospitare i siti che gli operatori elettrici proporranno all’Agenzia; elenco dei siti (prevista l’intesa della Conferenza Unificata) e infine domanda di autorizzazione unica per la costruzione e l’esercizio della centrale, su cui verrà effettuata la Valutazione di impatto ambientale. Per una lista certa degli impianti, tra un passaggio e l’altro, si potrebbe dunque giungere a primavera inoltrata, anche perché a marzo sono in programma le elezioni regionali e il pacchetto dei siti probabilmente dovrà essere discusso anche con i nuovi governatori.
Andrà alla Sogin il compito di realizzare un deposito per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi, in una delle aree da indicare entro sei mesi dall’entrata in vigore del decreto. Il Consiglio dei ministri di oggi dovrebbe esaminare anche lo statuto dell’Agenzia per la sicurezza, oltre a uno schema di decreto sull’energia geotermica.