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 2009  dicembre 22 Martedì calendario

ABSTRACTS!!!


C’è la crisi, si risparmia sulla salute -

Alla fine la crisi non taglia solo le spese per vacanze o ma anche quelle sulla salute degli italiani. Quasi uno su cinque (il 18%), in un anno, ha rinunciato per motivi economici a una o più prestazioni sanitarie, soprattutto visite specialistiche e cure odontoiatriche, ma non solo.

Ci si continua a curare nelle emergenze, insomma, ma quando si tratta di una visita non indispensabile come un controllo ginecologico oppure uno del dentista si preferisce rinviare a tempi migliori. Sperando che tutto vada bene nel frattempo.
Sono alcune anticipazioni dei risultati del Monitor del Forum per la ricerca biomedica e del Censis, che ogni anno fotografa il rapporto degli italiani con la salute e il Servizio sanitario nazionale, che verrà presentato nei prossimi mesi.
I più inclini al rinvio sono i meno istruiti, quasi uno su tre (il 31%). Sono i residenti delle regioni del Centro (il 21%) e quelli del Sud (il 23,5%). Sono gli italiani adulti (il 24,2% tra i 45-64enni), e quelli delle grandi città (il 27,2%).

In fondo esiste inoltre il servizio pubblico, pazienza per le lunghe liste d’attesa. Nell’ultimo anno il 35% degli italiani si è rivolto alle strutture sanitarie pubbliche per ottenere prestazioni (analisi, visite mediche, cure) che in altri tempi avrebbero acquistato direttamente da strutture private, pagando di tasca propria.

La percentuale sale al 40% tra gli anziani, al 41% tra i residenti nelle regioni del Centro, a oltre il 47% tra le persone senza titolo di studio o con la sola licenza elementare.
Quasi il 21% degli intervistati ha anche ridotto l’acquisto di farmaci pagati di tasca propria: più del 23% dei 45-64enni, il 23,4% nel Mezzogiorno, il 28% dei residenti nelle grandi città, quasi il 29% dei meno istruiti.

Oltre alle prestazioni sanitarie, quasi il 7% degli italiani ha dovuto fare a meno della badante, per sé o per un famigliare, a causa della crisi. La percentuale sale al 7,7% al Sud e al 17,3% nelle città con 100-250 mila abitanti. Secondo il Censis si può prevedere che la domanda di prestazioni sanitarie pubbliche sia destinata ad aumentare anche nell’anno nuovo.

 c’è il rischio che l’affollamento delle strutture pubbliche determini, oltre che un ulteriore allungamento delle liste di attesa, un maggiore ricorso ai noti espedienti usati per accedere più velocemente alle prestazioni sanitarie, come le raccomandazioni e la corruzione.
Già adesso quasi il 37% degli intervistati (oltre il 41% nelle regioni del Mezzogiorno) ritiene che sia aumentato negli ultimi tempi il ricorso alle «conoscenze» per ottenere raccomandazioni e accelerare l’accesso alle strutture sanitarie pubbliche, e più del 25% pensa che sia aumentato il malcostume di fare regali alle «persone giuste» per avere accesso a corsie preferenziali.