La Stampa 22/12/2009, 22 dicembre 2009
IL FONDO CINESE CIC VUOLE INVESTIRE NELLE MATERIE PRIME
Il fondo sovrano cinese dovrà ricostituire i propri fondi con 200 miliardi di dollari. Ciò potrebbe significare un’ulteriore spinta per il settore globale delle materie prime. A fine 2008 China Investment Corporation (Cic) aveva asset per 297 miliardi di dollari. Secondo persone vicine al fondo, ora le sue riserve di liquidità hanno bisogno di essere ricostituite dopo le eccezionali spese di quest’anno. Nel 2009, Cic ha investito all’estero ogni mese tanto quanto aveva investito in tutto il 2008. Gli investimenti includevano 1,2 miliardi di dollari nella banca di Wall Street, Morgan Stanley, e una valanga di accordi per commodity in Canada, Indonesia e Mongolia. Il recente boom delle materie prime è stato molto utile a Cic, dato che quest’anno i prezzi delle materie prime globali sono aumentati del 39 percento. L’investimento di 1,5 miliardi di Cic nella canadese Teck Resources è aumentato di oltre il 120% da luglio.
L’iniziale successo d’investimento di Cic rende la Cina più impaziente di diversificare per ottenere rendimenti migliori, investendo non solo nei titoli di Stato Usa. Tuttavia, il 10% dei nuovi fondi sono destinati alle ricapitalizzazioni delle banche nazionali cinesi, in cui Cic possiede quote. Secondo un Ente di regolamentazione bancaria, le banche cinesi sono sotto pressione per raccogliere 400 miliardi di yuan (58,6 miliardi di dollari). Ciò significa che Cic potrebbe dover versare 20 miliardi di dollari per impedire che le sue holding subiscano una diluizione. Quanto al resto, l’attenzione sarà rivolta ai settori strategici. Un obiettivo è la nuova energia, come le tecnologie solari ed eoliche. Ma, giudicando dalla recente attività, il desiderio della Cina per gli investimenti nel settore petrolifero, metalli e minerario non sembra appagato. La mossa potrebbe anche fare da valvola di sfogo per l’economia interna. L’approvvigionamento di fondi di Cic non deriva direttamente dalle riserve estere ma dall’emissione di debito nazionale e, quindi, più denaro per Cic significa meno liquidità nel sistema nazionale. Ma altrove, la nuova energia di Cic sembra essere forse una forza positiva per le materie prime.