Massimo Gramellini, la Stampa 22/12/2009, 22 dicembre 2009
CORSIVI
Il freddo rende migliori. Penso a Mauro Moretti, amministratore delle Ferrovie dello Stato. La sua voce, che ancora l’altra settimana celebrava le magnifiche sorti e progressive dell’Alta Velocità, si è librata ieri attraverso i binari ghiacciati del Paese per invitare i passeggeri a munirsi di coperte, maglioni, acqua e panini. Era questa la dimensione epica che sognavamo. Il viaggio verso la casa dei padri trasformato in esperienza mistica: da Torino a Reggio Calabria come per un pellegrinaggio a Santiago di Compostela. Si parte in un modo e si arriva in un altro, se si arriva. E’ una prova iniziatica: quel che conta è sopravvivere alle insidie disseminate lungo il cammino.
Si comincia con la ricerca del treno. Irta di trabocchetti, perché sul binario per Aosta c’è scritto Ancona e per non passare le vacanze con i parenti sbagliati bisogna interrogare gli oracoli in divisa da capostazione. Poi scatta l’attesa: arriverà il treno, e una volta arrivato, ripartirà? Arriva e riparte, ma alla prima galleria un orco cattivo spalma ghiaccio sui binari e fa saltare l’elettricità nei vagoni. Così si rimane fermi e al buio sul gelido trenino di Moretti, che per fortuna ce lo lascia riscaldar. Coperte, maglioni: i più multistrato di noi sembrano un incrocio fra Totò a Milano e l’omino Michelin. Si riparte, ma è un’illusione, come quel rumore in sottofondo: biscotti, caffè… In realtà i candidati restano soli con le proprie paure e devono attingere alle risorse più segrete del loro zaino: acqua e panini. Dipende tutto dal ripieno: se è abbastanza calorico, usciranno a riveder le stelle, prima o poi.