Marco Belpoliti, la Stampa 21/12/2009, 21 dicembre 2009
IL TEMPO UTILE DEL PARCHEGGIO
Parcheggio la macchina nel sotterraneo dell’Ikea. Non faccio in tempo a uscire dall’auto che mi s’avvicina un ragazzo in divisa. Spinge un buffo carrello su tre ruote: somiglia a un sidecar; è di materiale plastico, di colore blu e rosso. Il giovanotto è un sudamericano, affabile e simpatico; mi spiega che il suo veicolo, Parkin Wash, serve per pulire l’automobile, un servizio «a domicilio». Mentre sono su, a fare la spesa nel grande ipermercato del mobile, lui mi pulirà la macchina, dentro e fuori. Costa 8 per un’auto di media taglia come la mia, e 13 se faccio anche l’interno. Un prezzo interessante. Mi fermo a parlottare con lui; sono attratto dall’oggetto che spinge. Farà il lavoro in mezz’ora, usando un liquido ecologico. Utilizza solo sei litri d’acqua per ogni veicolo, e ha un serbatoio di sessanta litri, non bagna all’intorno e recupera l’acqua sporca. Il pulitore mi allunga un piccolo dépliant. Mi apre lo sportello superiore e mi mostra come funziona. Dentro c’è la canna per l’acqua, il detergente, lo spruzzatore per i vetri e altri strumenti.
La forma bombata della macchinetta ricorda quella delle automobili americane degli Anni Quaranta e Cinquanta; è un gadget, seppur di grandi dimensioni. Pare uscito dalla fantasia di Walt Disney. Lo scopo è lavare l’automobile là dove già si trova, nei parcheggi, negli alberghi, nelle zone di stazionamento, facendo risparmiare tempo e denaro: senza andare all’autolavaggio, senza fare file, senza aspettare la fine del servizio. Vero, ma di solito io mi porto dietro un giornale o un libro da leggere; così le file per me non esistono. Gli chiedo se il carrello è suo. No, risponde, di una piccola società per cui lavora. Si può anche prendere in franchising; ci sta pensando; costa 2500 .
Gli affido l’auto. Avrà il suo da fare: non la lavo da un anno, né dentro né fuori. Andare all’autolavaggio non mi è mai piaciuto. Quando passo e vedo - il sabato o la domenica - tutta quella gente che s’affanna con stracci e pelle di renna intorno alle proprie auto, mi prende la tristezza. Una questione di gusto e di carattere. Forse questa è davvero la soluzione perfetta: evita a quelli come me il senso di colpa dell’auto sporca, e insieme la tristezza dell’autolavaggio. Ma così un altro interstizio - il parcheggio - si riempie di nuove funzioni. Penso: non ci sono più né tempi né spazi morti.