Isabella Bufacchi, Il Sole-24 Ore 19/12/2009;, 19 dicembre 2009
DALLO SCUDO 80 MILIARDI GI IN CASSA
Uno scudo fiscale da 80 miliardi, euro più euro meno, è già «in cassa», con aliquote versate al fisco entro la scadenza del 15 dicembre. Ma non è tutto. Un’altra ventina di miliardi di rimpatri e regolarizzazioni è rimasta con il colpo in canna, per colpa dell’ingorgo che si è creato agli inizi di dicembre per «un forte e dinamico flusso» di emersioni: operazioni definite, avviate, prenotate ma non portate a termine.
Conclusione: ancora prima dell’avvio della riapertura, che scatteràil1?gennaio2010, alministero dell’Economia lo scudo tre nel complesso, tra sanzioni già pagate e quelle allestite e pronte per essere chiuse, risulta una "manovra" da 100 miliardi.
Lo hanno confermato ieri al Sole 24 Ore fonti autorevoli del Tesoro. Lo stesso ministro Tremonti ne ha parlato con i suoi collaboratori. L’andamento delle ultime due settimane dello scudo ter è stato caratterizzato da un forte flusso agli inizi di dicembre, talmente vigoroso da provocare un intasamento pari al 20% delle operazioni in gestazione. Negli ultimissimi giorni, scommettendo sulla proroga, le richieste dei rimpatri e delle regolarizzazioni ha rallentato il passo. A conti fatti, 80 miliardi sono stati registrati «in cassa» al 15 dicembre, 20 miliardi in standby. Le stime restano invece aperte per l’impatto ulteriore che avranno le proroghe con due scadenze - 28 febbraio e 30 aprile - e due aliquote al 6 e 7%:un’apertura ai ritardatari, agli indecisi e ai proprietari di immobili soprattutto in Svizzera e Montecarlo. Il direttore generale dell’agenzia delle Entrate Attilio Befera, a margine della presentazione del Rapporto annuale della Guardia di Finanza, ha fatto sapere ieri che sarà diramata una nuova circolare sullo scudo quater, limitata a pochi chiarimenti che potrebbero riguardare le proroghe e le cause ostative.
I dati definitivi e ufficiali verranno resi noti dall’agenzia il prossimo lunedì: tuttavia ieri gli intermediari sostituti d’imposta hanno ultimato i versamenti delle aliquote al 5% sui patrimoni mobiliari e immobiliari, sulle ricchezze e sulle attività finanziarie emersi con lo scudo terminato il 15 dicembre. Il sistema bancario dunque ieri stesso ha potuto mettere il punto alla prima tranche dello scudo tre: gli istituti maggiormente coinvolti nelle operazioni di rimpatrio e regolarizzazione hanno reso noto il dato delle operazioni portate a termine, senza tener conto di quei 20 miliardi "a metà del guado" che però per alcune banche – soprattutto le grandi con risultati finora un po’ deludenti rispetto alle attese – potrebbero fare la differenza.
La «cifra di riferimento» di Intesa SanPaolo riguardo le attività dello scudo «è intorno ai 10 miliardi », ha affermato l’amministratore delegato di Intesa SanPaolo, Corrado Passera, secondo il quale le banche straniere «hanno un ruolo importante sulle cifre dello scudo» per via delle regolarizzazioni e dei rimpatri giuridici che consentono di mantenere i capitali all’estero. Il dato dei 10 miliardi, inferiore rispetto ai 14 miliardi messi a segno nei precedenti due scudi da Intesa e SanPaolo Imi, riguarda le attività del gruppo che comprendono Fideuram e la fiduciaria. Unicredit private banking invece ha chiuso lo scudo ter a quota 4,5 miliardi, di cui oltre il 90% con rimpatri fisici.
I riscontri provenienti dal sistema bancario sullo scudo ter mettono in evidenza il ruolo in crescita del private banking, delle banche popolari e degli istituti di credito tradizionalmente più vicini al territorio come Montepaschi di Siena e Popolare Milano. Le fiduciarie hanno scritto un capitolo totalmente nuovo con i rimpatri giuridici, un tipo di regolarizzazione che non esisteva nelle edizioni dello scudo 2001 e 2003.