varie, 21 dicembre 2009
CASA A IMPATTO ZERO, PER VOCE ARANCIO
«Laviamoci di meno, lo predico da una vita. C’è gente che si fa il bagno ogni giorno sprecando 100 litri di acqua saponata che inquinano i fiumi. Io me lo faccio una volta alla settimana, il sabato, nella vasca piccola e con poca acqua, senza schiuma. Non siamo così sporchi, anzi più uno si lava e più attiva certi processi di reazione della pelle. Bisogna lavarsi a pezzi: piedi, parti delicate e ascelle, strofinando dove serve. Chi è sottoposto a lavori gravosi o fa dello sport può concedersi qualche lavacro in più» (Fulco Pratesi, presidente onorario WWF Italia).
Ogni giorno in casa si spreca più della metà dell’energia consumata. La quota dispersa è pari a 17 milioni di tonnellate di petrolio, la stessa prodotta da otto centrali nucleari di grandi dimensioni. Pochi interventi (il cambio di combustibile, l’istallazione di caldaie a condensazione o di strumenti di termoregolazione e contabilizzazione ecc.) permettono di ridurre del 33% l’anno il costo del riscaldamento, del 28% il fabbisogno di energia e del 43% le emissioni di CO2. Puntare sull’efficienza energetica metterebbe in moto un mercato da 36 miliardi di euro che potrebbe dare lavoro a circa 430mila persone.
Emissioni di anidride carbonica per chilowattora consumato: 0,45 chili.
Cose che si possono fare in casa per abbassare i consumi. Sostituire gli elettrodomestici con apparecchi di ultima generazione (un frigorifero A++ consuma i due terzi in meno di uno di classe D), spegnere le luci quando si esce da una stanza e gli elettrodomestici dopo l’uso: un nuovo modello di televisore, spento ma con la spia dello stand by accesa, consuma un Wattora, il videoregistratore il doppio, i decoder per il digitale terrestre arrivano a sei Wh, un lettore dvd si limita a 0,6.
Anche cambiare lo scaldabagno può essere molto conveniente: in Italia ci sono ancora otto milioni di boiler elettrici, responsabili del consumo di quasi undici miliardi di KWh. Sostituendoli con scaldacqua a gas, meglio se integrati con un impianto solare termico, si abbattono i costi dei tre quarti.
In cucina bisogna mettere il frigorifero, l’elettrodomestico che consuma di più, nella parte più fresca della stanza, lontano da finestre, termosifoni o fornelli, regolarne la temperatura a +5/6 gradi (quella del congelatore a -18) e lasciare almeno dieci centimetri dietro l’apparecchio per consentirgli un’adeguata ventilazione. Meglio anche rinunciare a piastre e a forni elettrici preferire il microonde: preparare i cibi anche soltanto una volta su quattro con questo tipo di forno risparmia all’ambiente 25 kg di CO2 l’anno.
Nei negozi MediaWorld un totem interattivo informa sui consumi e sui costi (elettricità, detersivo, acqua, spese di manutenzione ecc.) di ogni elettrodomestico.
Per quanto riguarda le lampadine è bene sostituire quelle a incandescenza con quelle fluorescenti a risparmio energetico. Le prime hanno un’efficienza energetica di 14-15 lumen/Watt, durano un migliaio d’ore e trasformano in luce appena il 5% dell’energia, disperdendo tutto il resto in calore. Le seconde hanno un’efficienza di 80, 90 lumen/watt e una durata di otto volte superiore. Nel settembre scorso è partita nell’Unione europea la messa al bando progressiva delle vecchie lampade (dal 2012 riguarderà tutti i modelli). Nella Finanziaria del 2008 l’Italia ha stabilito che scompariranno completamente dagli scaffali dei negozi già dal 2011.
Dal 2010 500 famiglie di Helsinki riscalderanno le loro case grazie al calore di centinaia di computer stipati sotto la cattedrale ortodossa Uspenski, una delle principali attrazioni cittadine. Risparmio: almeno 375mila euro l’anno.
In casa d’inverno la temperatura non dovrebbe superare i 20 gradi di giorno e i 18 di notte. Mettere guarnizioni alle finestre per eliminare le infiltrazioni, installare pannelli isolanti dietro i termosifoni, isolare i cassonetti delle serrande o installare i doppi vetri diminuisce la dispersione di calore del 30-40%. Anche sostituire la caldaia permette di risparmiare: quelle di nuova generazione abbassano le spese di almeno 250 euro l’anno.
Altra questione importante riguarda l’acqua. L’uomo può contare su meno dell’1% dell’acqua dolce della Terra: ne impiega circa il 70% per irrigare, il 20% per produrre, il 10% per bere e lavare. Gli sprechi d’acqua possono essere tanti: un rubinetto che perde una goccia ogni cinque secondi a fine anno avrà consumato inutilmente 2000 litri. Se a perdere è il rubinetto dell’acqua calda, lo spreco riguarda anche i metri cubi di metano che servono a riscaldarla. Usare la lavastoviglie (sempre a pieno carico, come la lavatrice) garantisce un consumo d’acqua inferiore. Per lavare i piatti sotto il getto costante servono almeno 60 litri d’acqua. Usare una bacinella o tappare il lavabo riduce il consumo di un terzo. Una lavapiatti di ultima generazione, usando il programma economico, ne impiega solo 15.
Chi usufruisce di tariffe elettriche biorarie, attivando gli elettrodomestici di notte risparmia anche un po’ di soldi.
Il governatore della California, Arnold Schwarzenegger, che se i suoi figli passano più di cinque minuti sotto la doccia, gli chiude l’acqua calda.
Stare sotto il getto tra i tre e i cinque minuti comporta l’uso di una quantità d’acqua compresa tra i 30 e i 60 litri. Per riempire la vasca da bagno ce ne vogliono 100. Chiudere l’acqua mentre ci si lava i denti, i capelli o quando ci si rade è un modo semplice per ottenere un piccolo risparmio. Gli erogatori a basso flusso e i rompi getto, miscelando acqua e aria, fanno consumare quasi il 50% di acqua in meno.
La trovata di un gruppo di ecologisti giapponesi per ridurre lo spreco di carta igienica nei bagni pubblici: dedicare una poesia ai rotoli. Posizionare all’altezza degli occhi di chi sta sulla tavoletta una frase dedicata alla carta igienica consentirebbe di ridurre fino al 20% lo spreco della carta.
«If it’s yellow let it mellow, if it’s brown flush it down» (detto anglosassone che significa: Se è gialla lascia a galla, se è marrone tira lo sciacquone). Il modo più efficace per evitare la dispersione di acqua in bagno (dove finisce il 30% di tutta quella consumata in casa) è istallare uno sciacquone a doppio tasto: in questo modo il consumo passa da 15-20 litri a 5-10.
Il cantante Marc Anthony, marito di Jennifer Lopez, che ha abbandonato l’albergo di Veracruz, in Messico, dove era ospite per un concerto, perché la struttura non era in regola con le norme per lo smaltimento dei rifiuti.
I rifiuti valgono il tre per cento del Pil (Conai).
Cose che si possono fare per ridurre la spazzatura: riusare la carta di giornale per fare i pacchi regalo, scambiarsi libri e riviste, liberare la casa di quello che non serve regalandolo o iscrivendosi a freecycle, la rete che pubblicano annunci di oggetti che intendono riciclare ecc.
Due vaschette di plastica, riciclate, forniscono calore pari a 42 grammi di gas metano, 14 diventano un cestino portafiori, 45 si trasformano in una panchina da giardino. Un flacone di shampoo diventa una lampadina da 60 watt, due un frisbee, undici un annaffiatoio. Con 13 barattoli (vuoti) di pelati si ottiene una padella, sette scatolette di tonno piccole possono diventare un vassoio, 800 lattine di Coca Cola o di birra si trasformano in una bicicletta, 130 fanno un monopattino ecc.
Circa la metà dello spazio della pattumiera è occupato dagli imballaggi. Scegliere i prodotti sfusi, distribuiti con i dispenser, permette di non inquinare e di risparmiare dal 20 al 30%. Risparmio mensile comprando prodotti alla spina: circa 64 euro, 770 euro all’anno.
Le neo-mamme Nicole Richie e Jessica Alba scelgono per le loro figlie biancheria realizzata con tessuti organici.
Per la produzione di una t-shirt da uomo s’immettono nell’atmosfera 6500 kg di CO2 l’anno. Impronta idrica di una maglietta: 2mila litri d’acqua.
Lo shopping vintage è il modo di fare acquisti più ecosostenibile che ci sia perché si risparmia tutta l’energia e la materia prima necessaria a produrre qualcosa di nuovo. Per chi non vuole comprare abiti usati ci sono due alternative: scegliere materiali rispettosi dell’ambiente o stoffe riciclate. Per aiutare i consumatori a districarsi tra marchi più o meno verdi in Inghilterra è nato il sito TreeHugger, costola di Discovert Channel. Per catalogare i brand ecofriendly alle griffe si chiede dove sono le loro fabbriche, come producono, che distanze percorrono i prodotti ecc. Il primato tra i designer virtuosi spetta alla vegana Stella McCartney che ha realizzato una linea usando solo materiali organici e nel rispetto dell’ambiente. Degne di nota anche le Eco Pump di Sergio Rossi, décolleté biodegradabili fatte con cuoio, colle biologiche e legno senza elementi chimici artificiali e le sneakers del coreano HoDong Sung, fatte con fibre di bambù e con una suola di schiuma biodegradabile.
Julia Roberts per i suoi figli vuole solo pannolini senza cloro. Quando va a fare la spesa si porta da casa da casa i suoi sacchetti ecologici.
Nei primi tre anni di vita ogni bambino consuma 5.000 pannolini usa e getta che graveranno sul Pianeta per 500 anni. Ogni giorno, in Italia, se ne buttano sei milioni. Per produrre i 18 miliardi di pannolini usa e getta utilizzati ogni anno in tutto il mondo si usano 16 miliardi di litri d’olio, 82mila tonnellate di plastica e 1,3 milioni di tonnellate di polpa di legno (per la cellulosa).
Alternative ai pannolini usa e getta: teli di cotone di forma triangolare da avvolgere attorno al bambino, pannolini in stoffa assorbente che si chiudono con il velcro e hanno elastici alle gambe, pannolini i stoffa e mutandina impermeabili uniti. Negli Stati Uniti si sono diffusi i gDiapers, privi di plastica, biodegradabili al 100%, con una mutandina in poliuretano e nailon traspirante, lavabile e riutilizzabile.
Costo di un corredo di venti pannolini in tessuto, sufficienti per portare il bambino fino ai due anni d’età: tra i 250 e i 500 euro. Due anni di pannolini usa e getta, al ritmo di otto al giorno, incide sul bilancio familiare per cifre comprese tra 2.800 e 4000 euro.
Chi vuole essere rispettoso dell’ambiente anche in camera da letto può seguire i consigli di Greenme.it che ha pubblicato il vademecum del sesso eco-sostenibile. Tra i suggerimenti: usare giocattoli erotici in caucciù o in altri materiali naturali con batterie ricaricabili o a energia solare; indossare biancheria a base di cotone biologico o soia e bambù, comprare preservativi eco-friendly ecc.