Luisa Grion, la Repubblica 20/12/2009, 20 dicembre 2009
CASE, BOOM DI PIGNORAMENTI
Saltano le rate e salta anche la casa: onorare i debiti, per le famiglie italiane, è diventato sempre più difficile e nonostante un anno a tassi bassissimi e a mutui meno cari rispetto al passato, sono sempre più frequenti i casi di pignoramento ed esecuzione immobiliare. Lo denunciano Adusbef e Federconsumatori che, in base a dati raccolti presso i tribunali, segnalano un aumento record dei «sequestri» di immobili: nel corso del 2009 pignoramenti e vendite all´asta hanno fatto un balzo avanti del 15,2 per cento rispetto al 2008. Se poi si prendono in considerazione i dati dell´ultimo triennio i pignoramenti risultano aumentati del 60,5 per cento e le abitazioni battute all´asta superano il tetto delle 130 mila.
Il pagamento del mutuo, infatti, assorbe in media il 33 per cento del reddito familiare: ciò vuol dire che basta una cassa integrazione o qualche mese di stipendio saltato per gettare nel panico i bilanci di chi si è comperato una casa «a rate». Non si rispettano le scadenze, il debito non si salda, la casa va persa: un vero incubo che ora sempre più spesso diventa realtà.
Secondo le stime di Adusbef e Federconsumatori, infatti, le famiglie a reale rischio di insolvenza sono circa 350 mila: un dramma che non ha confini territoriali anche se il problema è particolarmente sentito nelle grandi aree metropolitane. I pignoramenti a Milano sono aumentati del 15,5 per cento (circa 2.133 casi) a Roma del 18,1 (a quota 2.157 esecuzioni) a Monza addirittura oltre il 20 per cento (1.040 vendite all´asta). Meno peggio va al Sud dove comunque Salerno raggiunge picchi d´aumento del 10 per cento e Bari del l´8,9.
Ma la crisi non ha intaccato solo la stabilità delle famiglie: l´indagine delle associazioni di consumatori segnala che a cadere sotto i colpi della stretta creditizia sono state anche le imprese. Tra luglio e settembre di quest´anno, secondo il Cerved, i fallimenti sono aumentati del 40 per cento e le aziende che hanno fatto ricorso al concordato preventivo è salito del 70 per cento.
Senza interventi di sostegno, denunciano le associazioni, «la frattura sociale si allargherà, con pesanti ricadute sull´economia». «Il governo, dopo il decreto salva-banche e le provvidenze per le imprese - chiedono Adusbef e Federconsumatori - deve emanare un decreto salva-famiglie con sgravi fiscali di almeno 1.500 euro per redditi sotto i 25 mila euro a favore di lavoratori a reddito fisso e pensionati». Quanto fatto fino ad oggi - sostengono - è insufficiente: a partire proprio dalla sospensione del pagamento delle rate per 12 mesi previsto dall´Abi per le famiglie in difficoltà (le banche che aderiranno all´iniziativa faranno partire lo stop dal prossimo febbraio). Lannutti e Trefiletti, leader delle due associazioni, non hanno firmato il protocollo d´intesa invitando semmai le famiglie a «tirare la cinghia, ove possibile, e pagare la rata per non avvantaggiare ulteriormente le stesse banche con una moratoria onerosa».
Ora i dati su pignoramenti e vendite all´asta forniti da Adusbef e Federconsumatori sono frutto di una stima, ma preoccupazione per la difficile situazione era stata espressa nei giorni scorsi anche dalla Banca d´Italia: il flusso di nuove sofferenze per le famiglie sui mutui, rettificate in rapporto ai prestiti, è salito nel terzo trimestre del 2009 a quota 1,5 per cento contro lo 0,9 dello stesso periodo del 2008.