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 2009  dicembre 20 Domenica calendario

CLOCHARD MASSACRATO PER UN POSTO LETTO


«Alexandru lo teneva fermo da dietro e io l´ho massacrato a pugni, gli ho spaccato la faccia, gli ho rotto il naso. Poi ho spezzato una bottiglia e gli ho tagliato la gola». Hanno confessato senza una lacrima, senza un fremito, gli assassini del clochard ucciso la notte del 13 dicembre nel parcheggio della stazione Termini. Assassinato per un posto al caldo nella una vecchia station wagon abbandonata dove Alexei Vetrov, 45 anni, conosciuto tra i barboni della zona come "Il Russo" passava le notti raggomitolato in una vecchia coperta, quella coperta insanguinata in cui gli assassini lo hanno avvolto come in un sudario.
Una storia banale e feroce, quella ricostruita dal questore Carlo Casini, dirigente della polfer del Lazio. In manette sono finiti due romeni di 18 e 39 anni, Daniel Pavel e Alexandru Tofaleanu, che, negli ultimi tempi, si erano scontrati più di una volta con la vittima. «Faceva il prepotente con me, ma una volta l´ho preso da parte e gli l´ho cantata chiara - ha raccontato il più giovane al pm Stefano Pesci - gli ho detto: guarda io sono un tipo tranquillo ma se una volta mi becchi ubriaco ti ammazzo... E così è andata». La sera di domenica scorsa, in effetti, i due romeni si sono presentati davanti alla macchina che Vetrov considerava la sua casa completamente sbronzi. «Esci di lì, vogliamo dormirci noi due, al calduccio» hanno urlato spalancando la portiera. "Il Russo", che non era certo una mammoletta, è sceso con una smorfia di rabbia, pronto a battersi come una tigre ma è stato immediatamente bloccato dal più anziano dei due rivali. L´altro, il diciottenne, ha cominciato a pestarlo sistematicamente, metodicamente fino a quando il clochard si è afflosciato sotto i colpi. Ma furia omicida e vino in cartoni si erano mischiati in un cocktail infernale: non bastava ancora. Il più giovane ha raccolto una bottiglia, l´ha spezzata e si è ritrovato tra le mani la più micidiale delle armi da usare in uno scontro di strada. Un solo fendente e la vittima è crollata con la gola squarciata. Solo verso le 13,30 del giorno dopo il custode del parcheggio ha scoperto il corpo.
Non è stato facile, per gli agenti della polfer, rompere il muro di omertà e di paura che proteggeva gli assassini, due tipi violenti e decisi che spesso costringevano gli altri clochard a consegnare i pochi euro racimolati chiedendo le elemosine. Tutti sapevano, nessuno parlava. Fino a quando un viso segnato dai colpi, un occhio nero e uno sguardo terrorizzato hanno attratto l´attenzione degli investigatori. Il volto di un romeno che, assieme a un altro connazionale, aveva assistito all´omicidio e, pochi giorni dopo, era stato picchiato a sangue dagli assassini. L´uomo alla fine, si è deciso a raccontare quello che aveva visto e i due sono stati rintracciati. La confessione è arrivata quasi subito, senza una lacrima, senza un fremito. Quasi con fierezza.