19 dicembre 2009
WINDSOR PER FOGLIO DEI FOGLI 21 DICEMBRE 2009 - «I
Principi sosterranno spese crescenti quando assumeranno impegni su mandato della Regina»: questa frase estratta da un allegato al bilancio di previsione elaborato dal Tesoro britannico, finita sulla prima pagina del Mail on Sunday nonostante fosse stata cancellata dalla versione pubblica, ha turbato domenica 13 dicembre il risveglio di Buckingham Palace. Per gli esperti di faccende coronate rivela una mezza rivoluzione nella linea di successione monarchica inglese. Fabio Cavalera: «L’ottantatreenne Elisabetta è stanca di partecipare a 400 eventi in agenda all’anno e sta preparando il passaggio di poteri a spese di Carlo? Meno apparizioni, meno viaggi, il tutto a favore del nipote William. questa la corretta interpretazione delle due righe ”censurate”?». [1]
Il ragionamento è semplice: se i ”principi”, e William in particolare, hanno bisogno di più denari per le loro attività delegate dalla sovrana, ciò significa che la scelta è avvenuta: il principe William è il nuovo ”re ombra” dei Windsor? Preso alla sprovvista, il portavoce della Casa Reale si è affrettato a chiarire che il primogenito del principe Carlo e di Lady Diana assumerà con calma maggiori impegni pubblici, si occuperà di iniziative benefiche ma le sue attenzioni rimarranno concentrate nell’immediato futuro sulla carriera militare. Cavalera: «Non sempre Buckingham Palace replica ai pettegolezzi che escono da corte. Questa volta ci sono di mezzo delicate e secolari consuetudini costituzionali e non si può permettere che vengano dati per avvenuti il ”dribbling” su Carlo e la sua programmata esclusione dal massimo soglio dei Windsor». [1]
Sua Maestà, regina dal 1952, è in buona salute. Enrico Franceschini: «Continua ad andare a cavallo (sebbene soltanto al passo). longeva di famiglia: sua madre morì a 101 anni. Potrebbe dunque regnare ancora un paio di decenni. In ogni caso, non ha mai manifestato la minima intenzione di abdicare per lasciare il posto al suo primogenito Carlo, che a forza di aspettare sfiora ormai l’età della pensione. Il noto problema è che, nell’attesa, i suoi guai si sono moltiplicati: il divorzio da Diana per la scoperta che ”in questo matrimonio siamo in tre” (lei, lui e l’amante Camilla), la tragica morte di lady D, le controverse seconde nozze con Camilla». [2] Francesca Paci: «Tempi duri per l’erede al trono, caricatura dell’eterna promessa del Regno Unito cui la stampa locale non perdona nulla, dal jet privato da 300 mila sterline (335 mila euro) e 14 passeggeri per volare a ricevere un premio ecologico alle 181.485,54 sterline in sussidi per l’agricoltura incassate lo scorso anno da Bruxelles». [3]
La settimana scorsa Carlo, impegnato al vertice Onu sul clima di Copenaghen, ha dovuto fare i conti con la pubblicazione sul Guardian di alcuni memo che testimoniano la sua vasta attività di lobbying. Cavalera: «Dai cassetti è saltata fuori una intensa corrispondenza, indirizzata dal 2006 in poi ai dipartimenti di parecchi ministeri (dal Tesoro allo Sport, dagli Esteri alla Educazione, dal Lavoro alle Comunità, dall’Agricoltura allo Sviluppo Internazionale e alla Sanità): ”i memo del Ragno Nero”, così erano conosciuti negli ambienti questi foglietti o queste note per via della irregolarità della scrittura (nella firma e nella intestazione) del loro autore, ossia Carlo. Nobili ”preghiere”. Ad esempio quelle rivolte all’ex titolare della Sanità, Patricia Hewitt, affinché le fondazioni ospedaliere adottassero, nella costruzione di nuovi palazzi, le linee guida dell’architettura promossa dai gruppi e dalle società nel giro del principe». Per la stampa inglese si tratta di comportamenti se non scorretti perlomeno fuori luogo (può un’autorità super partes sconfinare in territori non di sua pertinenza?). [4]
I problemi del padre spingono verso il trono William (Arthur Philip Louis). Nato il 21 giugno 1982, ha studiato a Eton e all’Università scozzese di St. Andrews, dove nel 2005 si è laureato in geografia con il massimo dei voti. Dopo un periodo di lavoro presso la banca londinese HSBC, è entrato nell’accademia militare di Sandhurst. Oggi è capitano del Household Cavalry (Reggimento Blues and Royals). [5] Anche su di lui circolano, in verità, parecchi dubbi. Annalisa Piras: «A 27 anni, ancora senza un vero lavoro, precario, in attesa a tempo indeterminato di una corona fissa, indeciso a tutto, anche al matrimonio, assomiglia sempre di più a suo padre. Come Carlo, in attesa da 61 interminabili anni, e con la sua precoce calvizie, l’erede ha incominciato ad essere petulante nelle sue ambizioni di grandezza. Vuol essere di più che una pubblicità ambulante della monarchia inglese, una preda da paparazzi. All’avvicinarsi dei 30 anni, come il Principe di Galles, il suo unico vero impiego, quello di ufficiale, volge alla fine. ”Voglio essere utile” disse, con lo stesso tono, Carlo 33 anni fa, lasciando l’esercito all’età di 28 anni. E lui all’epoca, aveva già al suo attivo 200 eventi l’anno, contro i 24 di William». [6]
Come il padre, William mostra evidenti segni di insofferenza verso il destino dei disoccupati della famiglia Windsor. Piras: «Come mamma Diana, si è gettato a pesce nelle Charities, le associazioni di beneficienza: ne presiede una ventina. Di recente ha scalato la montagna di Helvellyn, la terza più alta d’Inghilterra, in compagnia di una banda di senzatetto. Sono i ”Neet” (acronimo di ”not in education, employment, training”, cioè non in formazione, né al lavoro, né in università). William si trova bene con loro. Come lui non hanno speranza di trovare un lavoro normale. Fidanzato con un’altra disoccupata, nota ai più ormai come ”Waitie Katie” (Kate che aspetta), perché da 8 anni è in attesa della proposta di matrimonio, William non sa come impiegare il suo tempo. Il futuro re d’Inghilterra oscilla tra il buonismo e l’edonismo». [6] Con Kate, ad essere pignoli, non sono manco fidanzati: la settimana scorsa i bookmaker inglesi hanno improvvisamente alzato da 12 a 1 a 6 a 1 le quote su un’ufficializzazione del rapporto entro Natale. [2]
Quando, un paio di settimane fa, «la regina aveva sfidato i paparazzi affidando al numero uno del diritto mediatico Gerrard Tyrrell l’incarico di blindare l’immagine dei reali come quella dei vippissimi coniugi Beckham, i tabloid avevano scorto dietro l’improvvisa vocazione alla privacy di Sua Maestà i preparativi per l’imminente matrimonio low cost del primogenito di Carlo e Diana che, causa la crisi economica, non eguaglierà neppure lontanamente lo sfarzo dei genitori». Adesso nonna Elisabetta potrebbe gratificare il nipote d’un dono assai meno effimero delle nozze da 3500 invitati e 750 milioni di telespettatori in diretta mondiale celebrate nel 1981 dai genitori. [5] Enrico Franceschini: «Elisabetta II, è stato spesso scritto in passato dai biografi di corte, riterrebbe che un re giovane e popolare come William farebbe meglio al futuro della monarchia più che un re maturo e dilaniato dalle polemiche sulla sua defunta prima moglie, la principessa Diana, quale è Carlo». [7] Intanto, a gennaio, William farà la sua prima visita ufficiale all’estero: rappresenterà la Regina in Nuova Zelanda e Australia. [2]
«Il costo annuale della monarchia equivale a 10.726 nuove infermiere, 9.241 nuovi poliziotti, 9.089 nuovi insegnanti, 3.660 nuovi dottori, 563 nuovi posti letto in ospedale, o 18 nuove scuole», ha proclamato tempo fa il portavoce repubblicano Graham Smith. [6] Ciononostante, i sondaggi indicano che la maggioranza della popolazione (intorno al 70 per cento) mantiene intatto il sostegno alla monarchia. [2] John Llloyd: «Elisabetta II è l’ultima esponente di una dinastia reale, e segna la fine di una certa idea di monarchia che ebbe inizio ai primi del Novecento con la regina Vittoria e si concluderà - come è opportuno che sia - con un’altra regina. L’idea di monarchia creata dalla regina Vittoria era quella di ”regnare ma non governare”. E di fatto durante il suo regno a governare furono primi ministri, personaggi forti e di grande spessore - specialmente alla fine del suo regno - quali Benjamin Disraeli e William Gladstone, che fecero affermare l’identità britannica e il potere imperiale, creando altresì i moderni apparati di partito e alcuni elementi della politica moderna. Elisabetta è l’ultimo esponente di questa linea monarchica». [8]
Quando Elisabetta morirà o abdicherà, non avrà nessuna importanza se a succederle sul trono sarà Carlo o William. Lloyd: « Elisabetta ha contribuito a tenere unito il Commonwealth, diventando in buona parte il mezzo tramite il quale ha cessato di essere un impero. Carlo o William lo erediteranno, ma insieme ad esso erediteranno anche regioni che verosimilmente vorranno liquidare la monarchia britannica come autorità formale del loro Stato. La Scozia potrebbe diventare indipendente e desiderare un presidente, invece di un re. Una volta che si sarà ridotta di estensione - forse considerevolmente - la monarchia britannica apparirà meno splendida, e forse sarà oggetto di minori dimostrazioni d’affetto. Occorrerebbe tributare degli onori a chi ha ricoperto un simile ruolo per mezzo secolo e continua a farlo, ma la Regina potrebbe rappresentare anche la fine di un certo modo di essere dei britannici. Che presto potrebbero desiderarne uno completamente nuovo». [8]
In attesa di sapere chi sarà il prossimo re, gli inglesi continuano a seguire con grande attenzione le vicende dell’attuale coppia reale. Elisabetta continua a finire sui giornali con notizie che la mettono in buona luce, tipo quella che per andare in vacanza a Sandringham ha preso il treno dei pendolari. [9] Il consorte Filippo d’Edimburgo continua invece a distinguersi per le gaffe. La settimana scorsa la madre di un quindicenne rimasto quasi cieco per un attentato dell’Ira ha raccontato alla Bbc di quando nel 2002, avendo la regina chiesto «quanto riesce a vedere, il ragazzo?», il consorte si affrettò a rispondere «poco, a giudicare dalla cravatta che porta» (gaffe doppia, perché i colori erano quelli dell’uniforme della Middlesex and North London Army Cadet Force). [10]