Elsa Vinci, la Repubblica 19/12/09, 19 dicembre 2009
La Cassazione: fare la linguaccia è reato - Burla, sberleffo, adesso "insulto". Fare la linguaccia per dileggio può provocare una condanna per ingiuria
La Cassazione: fare la linguaccia è reato - Burla, sberleffo, adesso "insulto". Fare la linguaccia per dileggio può provocare una condanna per ingiuria. Per la Corte di Cassazione si può mandare a quel paese persino il proprio sindaco ma mai mostrare la lingua. A nessuno. Un agricoltore marchigiano dovrà risarcire il vicino per avere fatto lo stesso gesto con il quale Mick Jagger incornicia ogni show. La linguaccia rossa, come è noto, è il marchio storico dei Rolling Stones, battuto all´asta per quasi 100mila dollari ed ufficialmente entrato nella prestigiosa collezione del Victoria and Albert Museum di Londra. La lingua, si sa, è un´icona del Rock e del Pop. La più erotica? Quella di Madonna. Segue Britney Spears. Festosa quella ai gol di Alessandro Del Piero. Beffarda quella di Valentino Rossi. Irriverente, per molti offensiva, la boccaccia dell´interista Mario Balotelli, la scorsa stagione dopo una rete alla Roma. Certamente la linguaccia più famosa, più riprodotta, più simpatica del mondo è tra i meriti di Albert Einstein. All´università di Princeton nel giorno del suo compleanno nel 1951, Einstein tirò fuori la lingua quando il fotografo Arthur Sasse gli chiese di sorridere per lo scatto. Una società del New Hampshire ha venduto l´immagine, tra le più famose del XX secolo, per 74.324 euro. Non solo perché la lingua è di un genio, il fatto è che mette di buon umore. Tutti. E a qualunque latitudine. Lo sberleffo del fisico ha trascinato le folle, infatti è diventata un´usanza, quasi un vezzo, farsi fotografare con la lingua di fuori. Soprattutto a Hollywood: da Jude Law a Brad Pitt. Ma anche a casa nostra: con simpatia Ilary Blasi, negli album di famiglia, nelle iconcine di Facebook. fuor di dubbio, la communis opinio pare disposta a concedere attenuanti generiche, se non a disinnescare del tutto la carica offensiva dello sberleffo. Che può essere giocoso o sguaiato, ironico o offensivo. E la Suprema Corte lo sa bene. La linguaccia in questione è stata condannata per la "tensione volitiva". Si vede da una foto portata in giudizio dalla vittima. "No, non era soltanto un dispetto". Carlo O., 41 anni, col vicino non faceva che litigare, così il 13 gennaio 2008 è entrato in quella propietà e ha cacciato fuori la lingua. Assolto dal giudice di Fabriano (Ancona) dal reato di "ingresso abusivo nell´altrui fondo", è stato punito per l´offesa "commessa non verbalmente ma mediante una smorfia del volto". L´imputato si è rivolto agli Ermellini spiegando che "il gesto non aveva un´oggettiva valenza dispregiativa, idonea a incidere sul decoro" del vicino. Invece la Cassazione (Quinta sezione penale, sentenza 48306) ne ha fatto una questione d´"onore", dunque con diritto al risarcimento del danno. Adesso l´agricoltore marchigiano dovrà sborsare 1.300 euro per le spese processuali sostenute dall´avversario e presentarsi davanti al giudice civile, che deciderà quanto vale l´offesa.