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 2009  dicembre 19 Sabato calendario

ADOLESCENZA SPERICOLATA


Mi chiamo Sara ho tredici anni e mi piace piacere. Che sono carina me lo dicono a scuola e in giro per strada. Ricevere complimenti mi fa star bene perciò, qualche tempo fa, mi sono detta: perché non approfittare di internet, essere ancora più ammirata e anche pagata?».
Sara, milanese, studentessa di una scuola media di Milano - attualmente seguita dal «centro di ricerca sui disagi dell’adolescenza» dell’ospedale Fatebenefratelli, diretto da Luca Bernardo - non ha dovuto ingegnarsi più di tanto. Pronto per lei, nella stanza accanto alla sua cameretta, era collegato il computer del padre, con la micro-telecamera. Sara, che fino a qualche mese prima, in cerca di amicizie sul sito frequentato da ragazzi della sua età, Messenger, aveva pubblicato fotografie scattata in discoteca, con le gambe in mostra e lo sguardo malizioso, dopo la scuola si spogliava e faceva giochi erotici a pagamento con compagna quattordicenne davanti a una web-cam.
Senza pudori, ma anche senza timori: in cambio di bracciali d’oro, iPhone e borse firmate, aveva distribuito il suo numero di cellulare e aveva dato l’indirizzo di casa a sconosciuti «virtuali» che hanno incominciato a contattarla fino ad insospettire i genitori.
Una storia emblematica, di quelle che lasciano senza fiato, ma che da oggi «fanno statistica». Rientra a pieno titolo, infatti, nel quadro tracciato dalla Società italiana di pediatria che ha condotto un’indagine sulle «abitudini e stili di vita degli adolescenti». Un quadro tutt’altro che roseo e che spinge i pediatri della Società Italiana a invitare «i grandi» a correre, il più presto possibile, ai ripari.
Solitudine e libertà d’accesso a computer e tivù sono le cause di un disagio che assomiglia sempre più a una devianza del comportamento, di tipo sessuale in special modo, che sta travolgendo i teenager. I più piccoli soprattutto, quelli che hanno un’età compresa tra i 12 e i 14 anni.
Tre ore al giorno

Dal 2000 l’uso di Internet è cresciuto in modo costante e netto: nove anni fa solo il 37 per cento dei ragazzini aveva in casa un personal computer e chi aveva «navigato» era poco più del 5 per cento. Oggi, invece, il 97 per cento ha un computer in casa, il 16 addirittura più di due e oltre la metà - la maggioranza femmine - entra nella rete. Due adolescenti su dieci eccedono oltre misura: chattano e cliccano siti per più di 3 ore al giorno. Circa l’80 per cento è abituale frequentatore di «You Tube» e il 41 possiede un blog dove pubblica foto. «Lavoro a contatto con gli adolescenti da oltre dieci anni - spiega Maurizio Tucci della Società di pediatria che ha condotto lo studio su 1.300 studenti - e mi sento preoccupato per loro, per la vita che avranno. Da soli non hanno mezzi per difendersi da punti di riferimento negativi proposti a tutte le ore del giorno. A questo dovrebbero pensarci gli adulti, ma gli anni passano e la situazione peggiora».
Così com’è peggiorata per Sara, che ha raccontato agli psicologi del centro di essere «caduta in un vortice» senza neppure accorgersene. «Ho cominciato mettendo le mie foto su Internet. Più erano audaci e più i ragazzi si mettevano in contatto. stata un’escalation a cui non ho saputo dire di no. In un certo modo mi sentivo dipendente dagli sguardi, anche se io non potevo vederli, e dalle richieste anche se sono diventate sempre più spinte». Nell’indagine tre intervistati su dieci dicono di aver parlato di sesso con sconosciuti su Internet, uno su dieci di aver ricevuto proposte e il 12 per cento di essere usciti dalla realtà virtuale per entrare, più pericolosamente, in quella reale accettando un incontro con lui.
Tra i più assidui frequentatori della rete ci sono i grandi fruitori della televisione. Quelli che trascorrono mediamente davanti allo schermo 3 ore al giorno: «Che sommate alle tre davanti a un computer diventano, per un adolescente, un eccesso, un bombardamento che travolge e stravolge i comportamenti tipici dell’età - dice Tucci -. Per impedire che questo accada serve controllo, dialogo e ascolto da parte delle famiglie e della scuola. Il peggio che si può fare è adoperare la censura o farsi vincere dalla paura per argomenti considerati tabù».
I genitori
Piuttosto, dicono gli specialisti, i divieti degli adulti dovrebbero riguardare i comportamenti a rischio dei figli che, invece, passano sotto silenzio. Racconta ancora Sara: «Prima potevo fare quello che volevo, prendevo brutti voti, uscivo la sera e fumavo e in camera. Ora invece vivo come in galera. Ma meglio la vita di adesso, mi dà più sicurezza».