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 2009  dicembre 19 Sabato calendario

EVASIONE RECORD: 30 MILIARDI. E LA FINANZA FA IL PIENO


Lo scudo fiscale comincia a da­re frutti. «E’ vero, richiede una buona dose di deterrenza, è stato concepito perché por­tasse risultati ampiamente positivi, ma c’è stata anche la forte azione della Guardia di finanza. E così i capitali sono rientrati per paura di conseguenze più gravi». Il coman­dante generale delle Fiamme gialle, Cosi­mo D’Arrigo, è soddisfatto. Illustrando il Rapporto annuale del 2009, insieme con il capo di stato maggiore, generale Michele Adinolfi, e il responsabile del Terzo repar­to operazioni, generale Giuseppe Vicano­lo, l’alto ufficiale ha tracciato un primo bi­lancio delle operazioni di contrasto al­l’esportazione di capitali all’estero.

«Sono stati tre mesi molto intensi – ha sottolineato D’Arrigo ”. I capitali sono rientrati perché chi li deteneva ha avuto pa­ura di incorrere in problemi peggiori. Le operazioni condotte a San Marino, in Sviz­zera e, adesso, anche in Austria dimostra­no che questa è la strada giusta. Anche se proprio dalla Svizzera (Paese preferito dal 31% degli evasori) non abbiamo ottenuto alcuna collaborazione». I redditi trasferiti illegalmente nei paradisi fiscali ammonta­no a 5,4 miliardi di euro. «Le operazioni so­no state portate a termine con cambi di re­sidenza di persone fisiche e società – ha spiegato il generale Vicanolo ”. Con trian­golazioni attraverso paesi off shore e omes­se dichiarazioni di capitali detenuti all’este­ro. Questi risultati sono solo l’inizio: in questo momento stiamo sviluppando 1.400 filoni d’indagine nei confronti di de­tentori di capitali non dichiarati».

Il 2009 è stato un anno record per le Fiamme gialle da tutti i fronti, con 9.517 denunce e 114 arresti per reati tributari. A preoccupare è l’evasione fiscale nazionale: secondo i dati della Finanza, 30 miliardi di euro di redditi non sono stati dichiarati, 5 miliardi di Iva sono stati evasi in soli 11 mesi. In media, stando ai calcoli degli inve­stigatori del comando generale, ogni gior­no, quest’anno, sono state scoperte evasio­ni per 90 milioni. Alto anche il numero de­gli evasori totali (6.715) su oltre 8mila par­ziali, con un aumento del 4,7% rispetto al 2008. E persone ufficialmente nullatenenti hanno sottratto al fisco ben 11,6 miliardi di redditi imponibili. «Una cosa ancor più grave – hanno osservato i finanzieri – è che 1.400 di questi soggetti risultano titola­ri di imprese e studi professionali ben av­viati »: commercianti all’ingrosso e al detta­glio (1.783), imprenditori edili (1.571), im­mobiliaristi (780) e responsabili di attività manifatturiere (675). Per questo, come ha annunciato il generale D’Arrigo, nel 2010 verranno effettuati 50 mila nuovi controlli con il «redditometro». Nel mirino finiran­no proprietari di auto di lusso, natanti da diporto, ville, appartamenti, terreni e stru­menti finanziari «di valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati». Intanto lo Stato ha cominciato a riscuotere: fino al 30 novembre gli incassi «post accertamento» dell’Agenzia delle entrate ammontavano a 7,4 miliardi di euro. «La somma più alta mai incassata dal fisco italiano per le attivi­tà di controllo» hanno messo in evidenza gli investigatori. I quali, per quanto riguar­da la spesa pubblica, hanno scoperto dan­ni erariali per 2,6 miliardi (+30%): 13.600 i soggetti indagati. I sequestri di beni alle or­ganizzazioni mafiose si sono attestati sui 2,9 miliardi, con il doppio delle confische rispetto allo stesso periodo dello scorso an­no. Reati societari e contrasto al lavoro ne­ro, all’immigrazione clandestina e alla con­traffazione di prodotti «made in Italy» rap­presentano altre voci in positivo nell’attivi­tà della Guardia di finanza. «In questo mo­mento si aprono davanti a noi prospettive di uscita dalla crisi finanziaria internazio­nale » ha detto D’Arrigo: « il momento propizio per reagire agli errori del passato e rafforzare gli argini delle regole».