Amedeo La Mattina, 18/12/2009, 18 dicembre 2009
DE BENEDETTI, VISITA DI TREGUA AL PRESIDENTE DELLA CAMERA
Meno male che Carlo De Benedetti è andato anche al Senato da Renato Schifani, spiegano al primo piano di Montecitorio, altrimenti i falchi avrebbero subito beccato in testa Gianfranco Fini: un’ora nel suo ufficio con il padrone dell’odiato gruppo editoriale L’Espresso sarebbe stato un altro schiaffo sulla faccia dolorante di Silvio Berlusconi. La dimostrazione, insomma, che Fini è veramente il Cavallo di Troia dentro le mura di Palazzo Grazioli. E invece la visita bipartisan dell’Ingegnere-Nemico per gli auguri di Natale ha frenato i rapaci, ma solo in parte perché chissà cosa si sono detti Gianfranco e il «mandante» morale, insieme a Di Pietro, Santoro e Travaglio, dell’aggressione al Cavaliere a Piazza Duomo. Il capogruppo Fabrizio Cicchitto, autore del j’accuse pronunciato in aula contro i «mandanti», alza gli occhi al cielo quando viene informato della visita di De Benedetti, e tace perché il clima ora è quello un po’ ipocrita del «volemose bene». Quando però in Transatlantico un giornalista lo provoca bonariamente chiamandolo «incendiario», come l’ha bollato qualche giorno fa il presidente della Camera, la sua risposta è tranchant: «Meglio incendiario che stronzo e attenzione, il termine stronzo ormai è istituzionale». Lo ha infatti usato qualche settimana fa lo stesso Fini, attribuendolo a chi pensa che gli immigrati siano diversi.
Eppure, ci crederanno o no gli anti-finiani, il presidente della Camera ha cercato di convincere De Benedetti della necessità di creare «un clima più civile», anche nell’informazione, perché tutti hanno superato il segno e non si può più andare avanti con questa «guerra civile strisciante». Certo, ha osservato Fini dando ragione all’Ingegnere, anche Berlusconi ha esagerato, ha buttato benzina nel fuoco. Ora però Fini è convinto che il premier voglia cambiare passo e che ci siano timidi ma significativi segnali di apertura da parte del Pd, incoraggiati dal capo dello Stato. Il quale ieri ha fatto sapere al presidente della Camera di essere molto soddisfatto del «patto democratico» offerto dal premier a Casini e Bersani. La Repubblica abbasserà i toni o vuole giocare il ruolo speculare al Giornale di Feltri?