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 2009  dicembre 18 Venerdì calendario

LE DIECI SCOPERTE CHE HANNO CAMBIATO IL 2009

La prima donna aveva le sembianze di Ardi, che è nata 4,4 milioni di anni fa e oggi racconta l’atto iniziale della storia umana. Ardi ha preso il posto di Lucy nel cuore degli investigatori dell’alba della nostra specie. E per la rivista Science il suo ritrovamento in Etiopia è il risultato più importante ottenuto dalla scienza nel 2009. Le sue ossa in realtà furono dissotterrate nel 1994. Ma ci sono voluti 15 anni, tanta tecnologia e 47 scienziati di 9 Paesi per assemblare i 125 frammenti di cranio, denti, bacino, mani, braccia, gambe e piedi. E solo nel 2009 gli scienziati sono riusciti a completare l’identikit del nostro antenato più antico (oltre un milione di anni in più rispetto a Lucy), il più prossimo al bivio che divise uomini e scimpanzé. Ardi infatti aveva un cervello solo poco più grande rispetto ai primati. Ma i suoi tratti sono gentili: zigono poco sporgente, canini ridotti, polso sottile e agile, pollice opponibile già pronto ad afferrare gli oggetti per farne degli strumenti e gambe pronte a sostenere un corpo in posizione eretta. La scoperta di Ardi ha avuto il primo premio perché parla di noi, della nostra storia. «Ma ogni anno a dicembre - racconta Bruce Alberts, direttore di Science - quando iniziamo a catalogare i passi avanti più importanti dell’anno, ci rendiamo conto di come la scienza avanzi rapidamente, e quanto vasti siano i suoi orizzonti. Quest’anno abbiamo premiato la scoperta delle pulsar e il materiale con un singolo strato di atomi di carbonio. Fra le dimensioni dei due oggetti esiste una differenza di scala di 10 seguito da 30 zeri».
Nel nome della scienza che fa spettacolo, la rivista Usa non poteva trascurare lo show della Nasa di ottobre: il bombardamento de polo sud lunare da parte della nave spaziale Lcross, che ha poi analizzato il polverone trovando la conferma della presenza di acqua. La missione era stata accusata di cercare l’applauso più che il risultato scientifico, ma Science l’ha preiata insieme alla non meno stupefacente impresa dei "meccanici dello spazio": gli astronauti che hanno sfidato l’assenza di gravità e gli scomodi guantoni spaziali per riparare il telescopio Hubble direttamente in mezzo al cosmo. Dall’uomo all’universo e ritorno: anche la medicina si è ritagliata un posto fra le scoperte dell’anno. La più stupefacente riguarda una sostanza del suolo dell’isola di Pasqua (la rapamicina) capace di allungar nei topi la vita del 14, che riapre la strada ai cercatori del’elisir dell’eterna giovinezza. Rispetto alle previsione del 2008, conclude la rivista, con la crisi che faceva temere il peggio, nel 2009 la nave della scienza ha retto alla tempesta. Non tutti sono d’accordo, però: oltre ai precari in Italia (il nostro paese è citato tra gli esempi negativi per i tagli alle università), c’è Elizabeth Blackburn che ha appena vinto il Nobel per la medicina e si è vista tagliare lo stipendio del 4%.

Le 10 scoperte: 1. L’ominide Ardi. Il fossile dell’ominide più antico (vissuto 4,4 milioni di anni fa), scoperto nel ’94 e identificato nel 2009; 2. Il telescopio. Il telescopio Fermi a raggi gamma (Nasa) ha trovato nuove pulsar; 3. L’allungavita. Dalla rapamicina dell’isola di Pasqua, un elisir di lunga vita; 4. Il grafene. Foglio di carbonio spesso cone un atomo. conduttore elettrico; 5. I recettori Aba. Molecola con struttura che riesce a far vivere le piante in siccità; 6. La telecamera a Rx. La telecamera Lcls riesce a riprendere gli atomi in movimento: 7. La terapia genica. Curati cecità congenita, un deficit immunitario e una malattia cerebrale; 8. I monopoli magnetici. Creato un magnete con un polo solo, partendo da metriali cristallini; 9. L’acqua sulla luna. La Nasa, bonbardando il polo sud lunare, ha trovato l’acqua; 10. Hubble aggiustato. Dall’equipaggio dello Shuttle riparato a maggio il celebre telescopio spaziale.

DA ARDI ALL’ACQUA SULLA LUNA. I DIECI PASSI DELLA SCIENZA di Giovanni Caprara – Ardi è la vinci­trice della top ten scientifica del 2009. una vittoria ipote­cata dal momento in cui è sta­ta annunciata la sua scoperta all’inizio di ottobre dopo quindici anni di ardue ricer­che. La rivista americana Science l’ha giustamente scel­ta come la più importante tra le dieci che hanno segnato l’annata. Ardi (Ardipithecus ramidus) è il nostro più anti­co antenato e ha spodestato la famosa Lucy che deteneva da oltre trent’anni il primato, spostando più lontano nel tempo le origini: da 3,2 milio­ni di anni a 4,4 milioni. Sono due ominidi femmine trovati nello stesso luogo, la depres­sione di Afar in Etiopia, e per questo Tim White dell’Univer­sità di California, alla guida del progetto, ipotizzava che dalla prima arrivasse la secon­da e quindi l’uomo aggiun­gendo: «Questo non è un co­mune fossile. Non è uno scim­panzé. Non è un essere uma­no. Però ci mostra come era­vamo ». Ardi, pesava un cinquanti­na di chilogrammi, aveva ma­ni grandi, viveva sugli alberi, e quando scendeva cammina­va eretta sui due piedi. I suoi tratti erano un miscuglio tra gli esseri più primitivi e i suoi progrediti successori. Usava foglie, rametti ma non pietre. Capirlo, identificarla e costruirne l’identikit non è stato facile per i 47 ricercatori di diverse discipline e di no­ve nazioni impegnati nel deci­frare 150 mila reperti di ani­mali e piante. Alla fine ci so­no riusciti avvicinandoci un po’ di più al momento del­l’evoluzione quando i due ra­mi dell’uomo e dello scimpan­zé si sono separati presumi­bilmente tra cinque e 10 mi­lioni di anni fa.
L’annata scientifica che ora si chiude tra le discussioni sul cambiamento climatico è stata particolarmente ricca in tutti i campi e non solo nella paleoantropologia. Dal cielo sono arrivate altre conquiste come un nuovo tipo di stelle Pulsar scoperte dal satellite «Fermi» della Nasa, ma con strumenti anche italiani forni­ti dall’Asi e dall’Inaf. Sono stelle di neutroni che ruotano veloci lanciando potenti lam­pi di raggi gamma. Assieme c’è la rinascita del telescopio spaziale Hubble dopo la ripa­razione effettuata dagli astro­nauti. Appena ha riaperto gli occhi è stato capace di foto­grafare le più antiche galassie mai viste e formatesi addirit­tura 600 milioni di anni dopo il Big Bang.
Per lo spazio vicino, inve­ce, la scoperta più elettrizzan­te è stata l’acqua sulla Luna scovata nella nube sollevata dalla sonda Lcross fatta appo­sta precipitare dalla Nasa in un cratere del polo Sud. Qui si ipotizzava la presenza del ghiaccio portato da antiche comete e conservatosi perché coperto da ombre perenni. La sua esistenza oltre ad arricchi­re la conoscenza del nostro sa­tellite naturale apre nuove possibilità nella futura colo­nizzazione intorno al 2020.
Ma altrettanto affascinanti sono i risultati ottenuti nel­l’allungare la vita dei topi, cioè dei mammiferi, con una sostanza, il Rapamicin, e nel­la terapia genetica. Una tecni­ca messa a punto da scienzia­ti europei ed americani si di­mostra efficace nell’affronta­re terribili malattie cerebrali e alcuni disordini del sistema immunitario.
Guardando alle necessità alimentari ed energetiche im­portante è la comprensione di una molecola (recettori Aba) che aiuta le piante a di­fendersi dalla siccità. Ciò con­sentirà di proteggere meglio le coltivazioni in climi aridi incrementando produzione e qualità e di favorire l’insedia­mento di nuove piantagioni in suoli marginali da cui rica­vare carburanti biologici.
Ulteriori passi significativi hanno riguardato la chimica individuando rilevanti pro­prietà del «grafene» formato da atomi di carbonio, le cui al­te proprietà conduttive pro­mettono interessanti applica­zioni nell’elettronica e nei ma­teriali legati alle nuove ener­gie. In questa direzione si muove pure l’entrata in fun­zione al National Accelerator Laboratory di Menlo Park in California, del primo laser a raggi X. una sorta di super­microscopio il cui impiego sa­rà prezioso – e per questo è entrato nelle «top ten» – per guardare all’interno della ma­teria su scala atomica.
Ma per il 2010 la rivista Science che cosa immagina? Rilevanti progressi nella com­prensione del cancro, nell’ap­plicazione delle cellule stami­nali nelle malattie neuropsi­chiatriche, nella ricerca del­l’antimateria dell’universo e nel volo spaziale. Aspettiamo e vedremo.