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 2009  dicembre 18 Venerdì calendario

3 PEZZI SULL’ACQUISTO DEL PAIS DA PARTE DI MEDIASET

1. MEDIASET COMPRA IL NEMICO PAIS. DE AGOSTINI RADDOPPIA IN SPAGNA di Sandro Iacometti - Può sembrare bizzarro, ma il gruppo Mediaset sta per diventare socio del Pais. Sì, lo stesso giornale che qualche mese fa decise di pubblicare le foto delle feste berlusconiane a Villa Certosa. Immagini censurate in Italia in base alla legge sulla privacy. In realtà, la mossa di Segrate altro non è che un tassello di di un’operazione più vasta. Che si sta configurando come una vera e propria colonizzazione dell’informazione spagnola da parte dell’Italia, considerato che il gruppo Rcs controlla già la testata El Mundo e Mediaset ha la proprietà del canale Telecinco.
Secondo la stampa iberica ieri è stata una giornata di intense trattative. Con le maggiori tv private del Paese vicine ad accordi strategici. In pista ci sarebbe anche la DeAgostini, che attraverso la controllata al 50% Antena3, ha messo nel mirino il canale La Sexta per una possibile fusione. Le manovre di Mediaset si indirizzerebbero invece verso il gruppo Prisa, di cui fa parte anche El Pais. Secondo il quotidiano spagnolo Abc, l’azienda presieduta da Fedele Confalonieri potrebbe rendere noto già oggi o lunedì l’accordo raggiunto con il gruppo editoriale iberico per l’acquisto dell’80% del canale in chiaro Cuatro e del 22% del canale via satellite Canal+, di cui è azionista anche Telefonica con il 20%. Il quotidiano, che cita fonti vicine all’operazione, assicura che la fusione si realizzerebbe con un aumento di capitale di Telecinco, del cui azionariato entrerebbe a far parte anche Prisa in posizione minoritaria. Il controllo editoriale delle due catene passerebbe secondo Abc a Mediaset, ed i due canali avranno gestione unica, anche se opereranno nel mercato conservando i loro marchi. Mediaset pagherebbe circa 500 milioni di euro, dando a Prisa il modo per alleggerire il debito con le banche di circa 5 miliardi di euro.
Le due società hanno mandato ieri mattina un comunicato alla Cnmv (la Consob spagnola) nel quale riconoscono genericamente conversazioni ma dicono di non essere ancora arrivate ad un accordo. Un comunicato analogo è stato inviato anche dalle altre due catene in odore di fusione: Antena 3 ha riconosciuto contatti con La Sexta, con la quale non avrebbe però raggiunto un accordo.
In ogni caso, il Paese di Zapatero si conferma una buona occasione di business per le società italiane. E non solo per l’editoria. Basti pensare ad esempio alla grande operazione con cui l’Enel ha assunto il controllo del colosso spagnolo delle rinnovabili Endesa. Non altrettanto buona, invece, appare la fortuna delle aziende iberiche in territorio italiano. Lo schiaffo più sonoro è stato quello ricevuto dal Bbva nel 2006, quando fu stoppato bruscamente il tentativo di conquistare la Bnl (poi andata ai francesi di Bnp). Anche il Santander ha fatto in Italia soltanto una fugace apparizione con Antonveneta, poi finita in pancia ad Mps (seppure in cambio di una lauta plusvalenza). La presenza più stabile resta, allo stato, Telefonica. Ma quel suo 42,3% di Telco (la controllante di Telecom) ha iniziato negli ultimi mesi ad essere bersagliato da attacchi provenienti dal mondo della finanza e della politica che fanno pensare ad una prosecuzione non troppo duratura dell’alleanza.

2. LA CAMPAGNA DI SPAGNA DEL BISCIONE. UN MILIARDO PER LE TV DEL GRUPPO PRISA di Ettore Livini - MADRID - Mediaset e De Agostini si preparano a rafforzare la propria posizione in Spagna in quello che si annuncia come un Natale di fuoco per l´etere iberico. Il Biscione sarebbe infatti a un passo da un accordo da 1 miliardo di euro con il gruppo Prisa. L´intesa, salvo imprevedibili sorprese dell´ultima ora, potrebbe essere annunciata già entro il fine settimana e dovrebbe portare a un´acquisizione del 100% di canale Cuatro da parte di Telecinco e all´ingresso di Cologno (al fianco di Telefonica) nelle holding tv dell´editore di El Pais. Antena 3, invece, il network controllato al 44% da una joint tra il gruppo novarese e la madrilena Planeta, è a un passo dalle nozze con la rete La Sexta.
La doppia operazione coronerebbe il processo di consolidamento del settore innescato dal crollo della pubblicità e dai provvedimenti del governo Zapatero che ha deciso di eliminare gli spot da Tve, la rete pubblica, liberalizzando le trasmissioni digitali a pagamento. Le azioni delle televisioni iberiche - già schizzate al rialzo nelle ultime sedute - si sono mosse ieri in controtendenza su listini in deciso calo. Telecinco (+3%) è stato il titolo migliore dell´Ibex e in positivo ha chiuso anche Mediaset. Tutte le società coinvolte si sono limitate per ora a confermare i contatti in corso. Secondo fonti attendibili, però, su entrambi i fronti si è già raggiunto un accordo di massima. Telecinco - che di recente ha riconquistato la leadership nell´audience iberico - rafforzerebbe con Cuatro (450 milioni circa di valutazione e un 8% di share medio) la sua posizione sul mercato. Un passaggio importante dopo che la società guidata da Paolo Vasile, a lungo la gallina dalle uova d´oro per i conti del Biscione, è stata costretta quest´anno a far fronte a un calo del 41% delle entrate pubblicitarie. Non solo. L´ingresso di Mediaset in Digital Plus con una quota attorno al 23% aprirebbe a Cologno in Spagna il mercato del digitale a pagamento, dove la controllata di Prisa è leader sul mercato. Oltre agli interessi commerciali, l´operazione avrebbe anche un importante risvolto strategico tricolore: Telefonica, il colosso delle tlc di Madrid, azionista importante di Telecom Italia, è appena entrata con il 21% nel capitale Digital Plus staccando un assegno da 470 milioni. E l´asse tra la società di Alierta e il gruppo di Berlusconi (che non ha mai fatto mistero delle sue mire sulla rete di telefonia dell´ex-monopolista italiano) potrebbe riservare sviluppi a sorpresa anche nel nostro paese. L´accordo regalerebbe a Prisa (+2,37% ieri in Borsa) un bel sospiro di sollievo sul fronte finanziario: i soldi incassati grazie alle tv le consentirebbero infatti di alleggerire la sua esposizione - 5 miliardi in tutto - affrontando con meno patemi d´animo la scadenza di 1,95 miliardi di debiti di fine marzo.
La Sexta, invece, in forte perdita come Cuatro, potrebbe risolvere i suoi problemi finanziari grazie alle nozze con Antena 3, che come Telecinco è riuscita grazie a decisi piani di tagli dei costi a rimanere in utile anche in questo 2009 da incubo. I due gruppi potrebbero beneficiare di forti sinergie sul fronte della tv generalista, per poi attivare assieme una piattaforma pay facendo leva sulla rete sportiva Gol tv.

3. MEDIASET STRINGE IN SPAGNA. TRATTATIVE TELECINCO-PRISA - Mediaset è a un passo dalla conquista della tv spagnola Cuatro. A venti anni dallo sbarco in terra iberica con Telecinco , il gruppo televisivo della famiglia Berlusconi sta per piazzare una pedina cruciale nel mercato televisivo del Paese. Sul piatto il network mette un miliardo di euro per un doppio blitz: l’80-100% di Cuatro, emittente commerciale in chiaro, e il 20% del multiplex Digital Plus (controllato da Sogecable ). Sono tutti asset che mette in vendita
Prisa , il colosso editoriale spagnolo (proprietario anche di El Pais, il più importante quotidiano nazionale) affossato da una montagna di debiti (5 miliardi di euro, di cui 2 miliardi in scadenza tra tre mesi).
L’accordo sarebbe ormai imminente, come riferito dalla stampa iberica e da indiscrezioni finanziarie milanesi. Forse già oggi potrebbe arrivare la comunicazione ufficiale. Dietro le quinte a tirare le fila ci sono Mediobanca e JpMorgan : ufficialmente da Mediaset e da Telecinco dichiarano che non c’è al momento «nessun accordo verbale o scritto firmato ».L’operazione, secondo indiscrezioni finanziarie raccolte, sarebbe metà cash e metà in azioni Telecinco, azienda autonoma quotata alla Borsa di Madrid. Per la parte che sarà pagata in contanti la strutturazione è complessa: in pratica sarà ancora Telecinco a fornire anche la componente cash. Ma come? Tramite un possibile aumento di capitale da 500 milioni, a sua volta per metà (250 milioni) sottoscritto dal mercato e per metà dall’azionista Mediaset che così non si diluirebbe nella controllata. Il gruppo televisivo presieduto da Fedele Confalonieri dovrà reperire i 250 milioni necessari alla ricapitalizzazione, garantita da Mediobanca e da JpMorgan. Problemi, sul lato delle risorse non dovrebbero esserci: in cassa, da ultima trimestrale, ci sono 43 milioni. La parte pro-quota Mediaset nella ricapitalizzazione, 250 milioni, potrebbe interamente essere spesata anche con il bond in arrivo. Lo stesso a.d. Giuliano Adreani di recente aveva indicato in un miliardo la cifra disponibile per acquisizioni. L’ideazione dell’operazione è nata da Jp Morgan (guidata in Italia da Federico Imbert che già aveva curato la vendita del 16% di Mediaset nel 2005), ma poi è stata portata avanti grazie alle capacità diplomatiche di Borja Prado Eulate, il plenipotenziario di Mediobanca a Madrid (dove l’istituto è sbarcato in tempi recenti) oltre che essere presidente di Endesa.
Oggi sono previste riunioni del board di Prisa e di Telecinco: non è escluso che arrivi un annuncio. Tuttavia ci sono ancora scogli da superare: il tam tam degli ambienti finananziari riferisce di intoppi dovuti al debito di Prisa. Ci sarebbe un problema con le banche finanziatrici degli azionisti del colosso spagnolo, probelma che avrebbe potuto ritardare l’operazione. Ma si sta lavorando per superare l’empasse. Il risiko delle tv in Spagna è iniziato dopo il dietrofront del Governo sul mercato: la liberalizzazione spinta degli anni passati ha portato a un’eccessiva proliferazione di emittenti, mentre la torta pubblicitaria è insufficiente a sostenere tutti. Ora, poi, con la recessione, che a Madrid è acuta, il Governo ha sentito la necessità di ridurre il nuemo di canali tv tramite aggregazioni.
La nuova tv Cuatro-Telecinco avrebbe il 23,3% di share aggregato, ma questi numeri non avranno più alcun valore nel momento in cui la tv analogica sparirà anche in Spagna (e con essa il concetto di share): entrando con il 20% in Digital Plus, Mediaset- Telecinco ipoteca il ruolo di leader nel digitale terrestre. E la mossa ha implicazioni ancor più trasversali visto che poche settimane fa nella stessa piattaforma è entrata con una quota analoga Telefonica , che è anche azionista industriale di Telecom Italia .
Era il 1989 quando Fininvest sbarcò in Spagna (i primi programmi di TeleCinco partirono nel marzo del 1990) e il Paese è stato l’unico,dei tre mercati europei in cui il gruppo Berlusconi si lanciò (Francia con La Cinq e Germania con Tele 5) a regalare successi.